Dalla prefazione del dott. Vincenzo Fiaschitello
Il primo aprile è uscito “Pensieri fumati”, un prezioso testo della giornalista e scrittrice Simona Mazza. Illustrato con bellissime immagini di opere artistiche di pittori del nostro tempo, il libro contiene venticinque originali riflessioni su temi che ci riguardano molto da vicino. E’ un libro di poesia? Di aforismi? Di filosofia? Per contenuti, registro e stile, il testo abbraccia tutte e tre le cifre. C’è della poesia, non nel senso tradizionale (presenza di metrica, di rima, di strofe, ecc.), ma nel modo in cui le parole si intrecciano all’interno di ogni espressione. C’è una magia delle parole sempre sul punto di dissolversi, al punto che la prosa si fa poesia. C’è un bisogno di sogno, un continuo riferimento a un tempo fuori dal tempo: sono espressioni che sembrano venire da molto lontano, da un orizzonte cosmico, che senza rumori e impacci nell’interminabile infinito viaggio giungono al nostro orecchio e risuonano misteriosamente nella nostra intimità. «Come diceva il poeta greco Ghiannis Ritsos “non chiedetemi di spiegarvi il significato di questi miei versi, io stesso non lo conosco!” In gran parte, le parole sono venute a me come un flash, come luce di lampo, spesso al risveglio di un sogno o mentre ero immersa nella Natura o durante la meditazione trascendentale»– spiega Simona Mazza. Meditazione che è la chiave dell’illuminazione per altro. «Occorre lavorare a lungo entro se stessi per ritrovare quell’equilibrio spirituale, quella superiore coscienza che ci procura l’illuminazione per una reale personale comprensione. Il che significa che non è questione di intelligenza»- aggiunge l’autrice. Crediamo di aver compreso, di aver afferrato un senso, ma subito dopo accade che questo senso ci sfugga perché la nostra intelligenza non è adeguatamente illuminata. Così scrive Simona Mazza: «Puoi essere intelligentissimo ma se non sei illuminato hai perso solo tempo». Nell’insieme si tratta di “Pensieri fumati”: fumati forse nel senso di consumati, così come si consuma una sigaretta? Non certo “sperperati”! C’è comunque di mezzo il fumo. E il fumo è sempre qualcosa che avvolge, che copre, che nasconde e insomma che non ci fa vedere chiaro. E’ il fumo che ci viene incontro? O siamo noi che ci avventuriamo entro un cielo di fumo? «Sono vere entrambe le ipotesi, perché, come già detto, questi pensieri vengono dal sogno, da un abisso misterioso, immersi in una luce istantanea, pronta a spegnersi immediatamente (il flash), carichi di una logica illogica. A noi spetta il compito di metterci su una strada che ci congiunge e al tempo stesso ci separa dagli altri; a noi il compito di mutare in inizio quel che ci sembra il termine, non dimenticando che anche quando la vita ci sembra insopportabile nella solitudine, senza ardore, è pur sempre vita. Sperimentiamo incontri e perdite in questo nostro procedere per trovare il senso dell’universo, per aspirare a trovare la via stretta, il sentiero scosceso, che ci ricondurrà, frammento tra frammenti, all’Uno». Conta molto, nel viaggio della vita, spogliarci della nostra barbosa gravità, «godere della bellezza della natura, compiacerci della semplicità degli animali senza guardarli dall’alto della nostra presunta superiorità», come scrive Simona Mazza.
Se le nostre risposte alla vita, ai problemi che ogni giorno ci attanagliano, alle richieste degli altri che ci circondano sono di tipo meccanico, senz’anima, allora è il momento di girare l’angolo e, meglio ancora, di riconoscere il nostro sonno, risvegliarci e sfruttare la forza negativa come quella del «filo elastico che più ti spinge verso il basso, più la sua energia ti catapulterà verso l’alto… la sofferenza non è punitiva, serve a bruciare il karma»-puntualizza la scrittrice. «Così facendo, un po’ alla volta, saremo in grado di ricevere quella illuminazione che ci cambia la vita, gettare la maschera che rende oscura e falsa la nostra personalità, liberarci dallo stato di ordinario basso livello di coscienza che ci tiene costantemente immersi nel sonno e chiusi nella nostra identità.
Dinanzi a noi, invece, c’è la vita, un bellissimo campo da gioco, dove possiamo esercitare tutta la nostra gioiosa energia se solo ci mettiamo in condizione di non aver paura degli altri, pensando che essa non è altro che la proiezione di ciò che non ci piace di noi».
E allora facciamo in modo di rompere gli schemi, di porre sempre nuovi interrogativi senza temere che qualcuno possa essere ritenuto “scandaloso”. Gesù di Nazareth nel suo straordinario cammino terreno lo fece e prima di lui un greco di nome Socrate. Crocifisso il primo, condannato al veleno il secondo, entrambi esempi luminosi di una vita vissuta nell’amore incondizionato per l’uomo; entrambi costruttori di ponti per insegnare un attraversamento illuminato del mondo, differente dai valori cristallizzati e freddi senz’anima. L’uno percorreva le strade della Galilea, l’altro quelle di Atene; loro due, maestri, disvelavano la vita in tutta la sua meraviglia, tenendo conto di ogni possibilità che si apre all’uomo. Entrambi accomunati nella diffusione di un metodo di ricerca del consenso attraverso il dialogo, l’incontro con gli altri e non nell’isolamento.
Questo tipo di saggezza ha sempre trovato terreno fertile più in oriente che in occidente.
Purtroppo noi occidentali abbiamo privilegiato una cultura accademica, fondata sulla logica, poco incline alla “meraviglia”, all’accordo con lo stato naturale, al misticismo. Probabilmente tutto è dipeso dal fatto che l’uomo dell’occidente, ritenendo che in Grecia la nascita della filosofia costituì un rimedio migliore del mito per combattere il terrore della morte, tradusse il termine thauma con “angoscia”, anziché con “meraviglia”, per cui il pensiero occidentale, più tormentato, si è concentrato sui problemi della conoscenza, dell’etica, della politica, ecc. invece che sulla contemplazione e sulla meditazione. Una filosofa del futuro dovrà lavorare sodo per una felice integrazione dei due punti di vista, se vogliamo alzare il tetto del mondo. Le esperienze non mancano: i viaggi dei giovani finalizzati all’incontro con la spiritualità orientale, le stesse espressioni artistiche della danza, delle immagini, della musica. E per quest’ultima, come non ricordare l’esempio straordinario di Franco Battiato? Il presente volumetto di Simona Mazza, dunque, si inserisce con profitto in questo clima di rinnovata cultura.