“Chi pensa che essere giovani comporti avere poca esperienza o tutor alle spalle, sbaglia di grosso” LA CIVICA LUANA CAPORASO: “PRIORITARIO COLLEGARE LE PERIFERIE AL CENTRO” Intervista al candidato sindaco per la coalizione civica Luana Caporaso
di Riccardo Toffoli
Luana Caporaso ha 35 anni. “L’età però non deve significare mancanza di esperienza. Sono nata e cresciuta nella coalizione civica. Gestisco da cinque anni l’assessorato ai lavori pubblici, che non è semplice”. Lei è figlia di una famiglia residente a Campoleone, una borgata storica di Aprilia. Nessuno lo sa, ma i nonni materni di Luana Caporaso sono originari di Sanremo e coltivavano garofani. “Ho ancora parenti a Sanremo che gestiscono serre di garofani e rose” – ci racconta Luana Caporaso. Il padre è originario di Campoli del Monte Taburno. La madre si è trasferita ad Aprilia con la famiglia mentre il padre ha raggiunto qui ad Aprilia una sorella. “Dalla parte di papà ho sempre respirato la classica famiglia del Sud ci dice – le riunioni di tutti durante le feste e questi legami stretti, si sono sempre aiutati tra fratelli. Sono tanti e la nostra famiglia è molto unita”. I nonni materni hanno gestito il bar della stazione di Campoleone. Sono venuti ad Aprilia tra la fine degli anni ’70 e gli inizi degli anni ’80.
A 22 ANNI LA PRIMA CANDIDATURA: “MI SONO CHIESTA: MA CHE VOGLIONO DA ME?” – A 22 anni gli viene proposta la prima candidatura ma la passione per la politica era emersa già negli anni della scuola. “Facevo un po’ di politica attiva nei gruppi scolastici – ci dice Luana Caporaso – quando studiavo al liceo socio-psico-pedagogico Machiavelli di Roma, a Roma Termini. Prendevo il treno la mattina, per me da Campoleone era facile, e mi trovavo a scuola in poco tempo. Gli anni del liceo sono stati belli, avevamo un gruppo con cui parlavano di politica e facevamo politica attiva. Ma non pensavo certo alle comunali o ad una candidatura. Mi ero infatti iscritta alla facoltà di scienze politiche perché la volontà era quella di lavorare nella Pubblica Amministrazione. Era il 2009. Era il momento delle elezioni. Papà mi chiamò per dirmi che alcune persone sarebbero venute a trovarci a casa. Si stava mettendo in piedi una lista per Campoleone, la lista Insieme, e si cercavano delle candidature. A casa vennero alcuni personaggi storici di Campoleone e Bruno Di Marcantonio, Tonino Terra e Domenico D’Alessio. Ho pensato subito: ma cosa vogliono da me? Con Domenico c’è stata subito sintonia. Nonostante per problemi burocratici la lista Insieme era stata esclusa, ho avuto l’incarico di assessore alle politiche giovanili nella giunta D’Alessio”. Nel 2013 la lista Insieme si è presentata con Antonio Terra sindaco e Luana Caporaso ha svolto il ruolo di presidente della commissione affari generali. “Se posso ricordare qualcosa in particolare di quando ero assessore e che ancora porto nel cuore è sicuramente la fucina musicale. È un progetto che ho visto nascere e che sento mio. Vorrei rilanciarlo. Era un progetto di cui D’Alessio era orgoglioso”. Nel 2018 poi la lista Insieme non si presenta e Luana Caporaso viene candidata nella lista storica Forum per Aprilia. Viene nominata assessore ai lavori pubblici, incarico che svolge fino ad oggi.
In base al documento Spallacci, interno alla maggioranza, e sul quale è stata condivisa la sua candidatura a sindaco, lei dovrebbe essere il candidato sindaco per Forum. E quindi nella spartizione degli incarichi in caso di vittoria, Forum partirebbe già svantaggiato. Però dopo il terremoto politico che ha coinvolto la lista e le fratture interne, lei non crede che alcuni assetti potrebbero essere diversi rispetto a quanto prospettato nel documento? – “Guardi, io mi sento il candidato sindaco di tutte e otto le liste. Mi sento di poterle rappresentare a livello storico e anche personale. Ho scelto Forum nel 2018 per una questione di affinità di gruppo, ma che le posso dire, mi sento vicino ad Uniti per Aprilia perché ci sono persone che come me sono legate a Domenico D’Alessio, Aprilia Domani mi lega l’amicizia e la stima profonda che ho per Bruno Di Marcantonio, la Rete dei Cittadini perché nel 2009 ha svolto un ruolo fondamentale per la vittoria. Posso parlare di Aprilia Città Civica come di un insieme di persone con cui ho collaborato da vicino, con l’Altra Faccia della Politica stiamo lavorando da anni, la new entry di Aprilia tricolore e poi c’è la mia lista, la Lista Caporaso Sindaca. Penso di essere la candidata sindaco di tutti”.
La questione “generazionale” crede sia un punto a suo favore? – “Credo proprio di sì. Vorrei precisare che nonostante la giovane età, posso vantare una importante esperienza nell’amministrazione pubblica. Sono 14 anni di attività politica e amministrativa piena, densa e ricca di risultati. La nostra coalizione è piena di giovani che hanno voglia di mettersi in gioco ma anche la voglia di assumersi le responsabilità. Impegno e passione sono i due pilastri su cui si basa la nostra squadra. Io credo che la questione generazionale che significa anche libertà di movimenti e di idee, siano un’arma importante che i cittadini di Aprilia devono saper cogliere per cambiare una serie di questioni di questa città”.
Si dice che lei alla fine avrà l’ombra di Antonio Terra se dovesse diventare sindaca. Sarà così? – “Guardi, sono giovane ma credo di avere la forza giusta per essere sindaco. Chi dice che essere giovane sia avere poca esperienza e poca indipendenza, sbaglia di grosso. Sono persone che sanno solo screditare perché non hanno competenze e non hanno proposte proprie per la città. Ho svolto il ruolo di assessore ai lavori pubblici in questi cinque anni, in piena libertà. Tonino non mi ha fatto mai mancare il suo appoggio per carità, ma ho svolto questo ruolo con le mie gambe e con le mie idee. Ho ascoltato sempre tutti e le indicazioni di tutti e così farò se i cittadini vorranno scegliermi come la loro sindaca”.
Lei è cresciuta nel civismo. Forse è l’unica della politica apriliana nata e cresciuta nel civismo. Ne è orgogliosa? – “Nasco nel civismo e credo nel civismo. Ho un mio indirizzo politico, è giusto che sia così ma credo che nel locale contano di più le persone e la voglia di impegnarsi. Questo è il mio punto di forza”.
Alcuni sostengono però che il civismo in questi anni abbia di fatto isolato politicamente Aprilia e questo ha penalizzato l’arrivo di finanziamenti e di servizi. Serve la filiera di governo? – “Non credo che Aprilia sia stata isolata. Quello che premia un sindaco è l’impegno e la costanza. Le ricordo una frase che diceva sempre Domenico D’Alessio. Domenico diceva che quando vai fuori Aprilia ti devi ricordare che rappresenti la città, rappresenti Aprilia, una città di 80 mila persone. In questi 15 anni l’insegnamento di Domenico è stato fondamentale. Quando mi sono presentata negli uffici degli enti a bussare, avevo la consapevolezza di rappresentare Aprilia. Abbiamo ottenuto tantissimi finanziamenti. Quelli del Pnrr lo dimostrano. Le istituzioni non possono trascurare un Comune perché il suo sindaco non è dello stesso schieramento politico”.
Lei ha paura del voto disgiunto? – “Assolutamente no. Siamo una squadra unita e coesa che condivide non solo l’obiettivo finale ma anche idee e principi. Non vedo il motivo di un voto disgiunto all’interno della mia coalizione”.
Ha paura del ballottaggio e se dovesse andare al ballottaggio con chi farebbe un accordo? – “Nessuna paura del ballottaggio. Se si andrà al ballottaggio non escludo nessuno. Valuteremo con le otto liste, programmi ed idee”.
C’è una cosa che vorrebbe fare una volta eletta? – “Assolutamente sì. Il mio impegno è per le periferie. Innanzitutto farò in modo che ogni quartiere abbia uno spazio vedere ed uno spazio sociale per incontri e quant’altro. Questo è il mio primo impegno verso i cittadini. E poi vorrei rinsaldare il legame tra le periferie e il centro città. La più grande sfida della politica oggi è collegare le periferie al centro urbano”.
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Il suo slogan un’Altra Aprilia punta al cambiamento LANFRANCO PRINCIPI PRONTO A RIPORTARE IL CENTRODESTRA ALLA GUIDA DELLA CITTA’ “Respiro una tendenza contraria rispetto al passato: supereremo i tabù che ci hanno sempre penalizzato”
di Riccardo Toffoli
Lanfranco Principi è apriliano doc. “Sono nato e cresciuto ad Aprilia. Voto alla sezione 2, cioè in pieno centro. Ogni tanto sento dire che vivo a Latina. Non è vero niente. Sono apriliano e vivo ad Aprilia”. La famiglia arriva ad Aprilia negli anni ’60, il papà di Lanfranco è consulente del lavoro. “Ho seguito le orme di mio padre, e svolgo la professione di consulente del lavoro da oltre 30 anni”. Lanfranco Principi è laureato in economia aziendale internazionale. All’inizio l’ufficio era in piazza Benedetto Croce, la stessa piazza dove oggi ha deciso di affittare la sede elettorale. 20 anni fa si è trasferito in via delle Margherite, dove ancora opera. È presidente dell’ordine dei consulenti del lavoro della provincia di Latina.
GLI INIZI DELLA CARRIERA POLITICA E LA MANCATA SFIDUCIA A SANTANGELO “Ho iniziato giovanissimo a fare politica. Me ne sono sempre appassionato. Ricordo che andavo ancora a scuola quando ho fatto parte dei gruppi giovanili del centrodestra” – ci spiega Principi. L’impegno attivo però, in politica è relativamente recente. “Era l’inizio del 2000 quando ho iniziato a fare politica attiva con Forza Italia – ci racconta Principi- durante le elezioni che hanno portato alla vittoria di Luigi Meddi ho deciso di non candidarmi per aiutare un amico nella campagna elettorale. Con Meddi sindaco, nasceva la Multiervizi. E sono stato chiamato nel primo CdA sotto la presidenza di Salvatore Messere. Era il 2003”. Poi è storia politica. Luigi Meddi viene a mancare e le elezioni del 2005 portano Calogero Santagelo al timone della città. Lanfranco Principi viene eletto consigliere comunale di Forza Italia. “E’ stata una situazione politica molto spiacevole – ci racconta Principi- Con il centrodestra avevamo vinto le elezioni. Ad un tratto ci siamo trovati all’opposizione dopo il ribaltone di Calogero Santangelo”. Lei però non ha firmato la sfiducia a Calogero Santangelo. Perché? “Guardi io questa scelta la rivendico ancora oggi e il tempo mi ha dato ragione – ci risponde Principi-Nonostante Forza Italia era stata messa all’opposizione, per me firmare la sfiducia era un suicidio politico. Non avevamo un progetto come centrodestra che era frammentato e diviso. Dove si andava? Chi ha firmato la sfiducia ha consegnato la città ai socialisti e questo è di fatto successo. Il tempo mi ha dato ragione”.
LE ELEZIONI PROVINCIALI DEL 2009 E LA ROTTURA CON IL PDL Principi è l’ultimo coordinatore di Forza Italia nel 2006 e poi diventa coordinatore del Pdl traghettando il partito alle provinciali del 2009 che gli fruttarono l’elezione di due apriliani: Vincenzino Palumbo e Massimo Bortolameotti al Consiglio provinciale. Lui stesso si era candidato ma non ce l’ha fatta per una manciata di voti. Quelle provinciali rappresentano il punto di rottura con il Pdl e il centrodestra pontino. “Qualcuno pensa che il mio avvicinamento alle civiche pontine –ci dice Principi- sia dovuto alla candidatura a sindaco di Nello Romualdi nel 2013. Vorrei intanto chiarire che con Nello Romualdi ho sempre avuto un ottimo rapporto e di stima reciproca. Quindi non c’è nulla di vero in tutto questo. Il motivo della rottura con il centrodestra pontino risale proprio alle provinciali. Ero tra i primi dei non eletti al Consiglio provinciale. Io volevo fare solo un po’ di politica e si era preso l’impegno di dare qualche incarico ai non eletti. Quando si è trattato di affidare gli incarichi, io non avevo ottenuto neppure una delega senza portafoglio. Sono andato a parlare con l’allora presidente Armando Cusani che mi disse che avrei meritato di più di una delega senza portafoglio. Ma di fatto, non avevo ottenuto praticamente nulla. Ho parlato anche con Claudio Fazzone che mi promise l’ingresso in Consiglio provinciale. Il caro amico Michele Nasso però, mi ha messo subito in guardia: non c’era alcun posto per me. Tant’è vero che Nasso stesso propose al partito la sua rinuncia all’assessorato per farmi entrare in Consiglio provinciale. Ma la proposta non venne accettata. E così mi sono sentito tradito”.
“NEL 2013 PER LE CIVICHE AVEVO UNA MALATTIA DA CUI GUARIRE” “Premetto –ci spiega Principi- che nel 2013 non sono stato io a cercare le civiche. Sono state le civiche che sapendo della mia rottura con il Pdl, mi hanno chiesto di candidarmi. Io ho accettato la proposta. Poi però qualcosa è andato storto perché qualcuno mi ha messo il veto. Mi hanno trattato come se avessi una malattia da cui dovevo guarire. E così ho fatto una quarantena di cinque anni”. Principi si avvicina alla coalizione civica nel 2013 e trova subito Antonio Terra a tendergli una mano. “Devo dire che è stato l’unico a capire come ero stato trattato e forse per questo mi diede l’incarico della presidenza della Multiservizi” – ci dice. Erano gli anni 2016-2017. Quindi l’ingresso in Unione Civica, vicino all’amico Marco Moroni. Il resto è storia che sappiamo tutti: l’elezione e l’incarico di assessore alle finanze e vicesindaco fino a dicembre 2022 quando il gruppo ha deciso di abbandonare le civiche.
Questa rottura appare poco credibile per molti. Le persone si domandano perché arrivare fino a dicembre 2022 e poi essere candidato a sindaco per una coalizione antagonista a quella in cui finora è stato. Quando ha rotto aveva già la candidatura a sindaco del centrodestra in mano? “Vede la sua domanda mi permette di chiarire alcune cose che si dicono nei miei confronti. Le rotture non si programmano. Non ho rotto io, ma tutto il gruppo di Unione Civica e posso assicurare che quando abbiamo rotto con le civiche non c’era alcuna ipotesi di mia candidatura nel centrodestra. Siamo arrivati al limite, per una situazione che ormai era sotto gli occhi di tutti, non funzionava. Ci nascondevano le cose e in parole semplici, ci siamo sentiti ospiti a casa nostra. A rompere è stato Marco Moroni, io sono stato consequenziale e siamo sempre stati disponibili a parlare sui tavoli del confronto che non ci sono stati”.
Il centrodestra ha l’onda a favore delle politiche e delle regionali. Basterà a vincere? “Le condizioni per una vittoria ci sono tutte. Però vorrei sottolineare che non si tratta solo di un’onda politica dei partiti del centrodestra. Quello che percepisco in giro è la voglia di cambiamento nell’amministrazione cittadina. Tutti ci dicono che Aprilia debba essere diversa da quella che è. E questo del resto è il mio slogan: un’altra Aprilia. Riteniamo che possiamo dare un volto differente alla nostra città”.
Questa campagna elettorale si sta caratterizzando anche per il tema “generazionale”. Lei cosa ne pensa? “Ci etichettano come una coalizione di anziani. Io posso dire, ma le liste sono sotto gli occhi di tutti, che la nostra coalizione è composta anche da giovani che stanno dando il loro fattivo contributo. Abbiamo due generazioni a confronto e io ho qualche anno in più ma il mio curriculum è di tutto rispetto. Sono un professionista che svolge la professione da 30 anni e ho l’esperienza giusta per gestire una città come Aprilia di oltre 75 mila abitanti. E forse qualche capello bianco serve. Aprilia ha servizi inadeguati e noi ci impegneremo ad adeguarli nei prossimi cinque anni. Ho svolto il ruolo di assessore alle finanze fino a dicembre scorso e posso vantarmi di aver risanato le casse comunali. Vede se i civici dicono molto poco su come ho svolto questo ruolo, un motivo c’è”.
Lei è a capo di una coalizione di centrodestra che dai tempi di Santangelo si dice essere litigiosa e difficile da mettere insieme. Lei pensa di mantenere la stabilità di governo se dovesse vincere con questa coalizione? “Assolutamente sì. Ne sono convinto e lo sa perché? Perché la mia candidatura è nata dal basso ed è stata condivisa qui ad Aprilia. Non è stata imposta a nessuno. Però andiamo a vedere dall’altra parte. Si dice che la mia coalizione è litigiosa ma mi pare che la scelta di Luana Caporaso a candidata sindaco delle civiche abbia sfasciato la coalizione. Non pensiamo che dall’altra parte la Caporaso abbia messo d’accordo tutti quanti”.
Altri talloni d’Achille per la coalizione di centrodestra sono: il voto disgiunto e il ballottaggio. Si sa che il centrodestra al ballottaggio è meno forte. Lei ha paura sia del voto disgiunto sia del ballottaggio? “Non ho paura del voto disgiunto perché rispetto alle scorse campagne elettorali, respiro una tendenza contraria. Per quanto riguarda il ballottaggio le posso dire più o meno la stessa cosa. Quando siamo scesi in campo, l’ipotesi di un ballottaggio c’era e c’è ancora oggi. Possiamo vincere al primo turno, ce la possiamo giocare. Ma non c’è preoccupazione del ballottaggio. Saranno gli elettori e i cittadini apriliani a decidere”.
Nel caso dovesse andare al ballottaggio, farà accordi con qualcuno dei suoi competitor? “Ci sederemo ad un tavolo con quelle coalizioni che possono avere delle affinità con la nostra coalizione. Penso prima di tutto ad Angelo Casciano e alla sua coalizione. Penso anche a Carmen Porcelli, non so. La sua coalizione non ha colore politico e c’è rispetto reciproco”.
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Il medico “antisistema” forte di una squadra di due liste pronto alla sfida di governo ANGELO CASCIANO CI RIPROVA: “CHI NON VUOLE ANDARE A VOTARE MI DIA FIDUCIA” “La mia storia dimostra che sono una persona libera e coerente”
di Riccardo Toffoli
Angelo Casciano è nato a Reggio Calabria nel 1967. È medico di famiglia. È venuto ad Aprilia l’11 settembre 2011. “Lo so che è una data storica – ci dice subito – e infatti io sono venuto ad Aprilia da Reggio scegliendola di proposito. Era il decennale degli attentati”. “Non ho medici in famiglia e io stesso sono medico per caso – ci racconta Casciano – mi ero iscritto all’università in ingegneria ma non è andata e allora un giorno mia madre mi ha detto: guarda che papà ti ha iscritto a medicina. Pensavo che fosse la facoltà completamente opposta al mio carattere. Andai per provare. Mi ricordo queste immagini dei teschi che mi facevano disgusto, ero seduto in disparte con le mani sugli occhi. Poi invece con il passare del tempo, ho fatto amicizia con un gruppo di studenti e lì insieme ci siamo appassionati alla materia. Quando sono stato in sala operatoria, sono l’unico che non è svenuto durante l’intervento”. La prima esperienza di Angelo Casciano è nelle aziende farmaceutiche. Entra nel 1986 in un’azienda farmaceutica. “So però che per fare carriera dovevo prendere la laurea, quello è stato un motivo in più” – ci racconta. La laurea in medicina arriva nel 1998. “E’ sempre mia madre che mi spinge a fare il medico di famiglia – continua- io lavoravo bene nelle farmaceutiche, aziende importanti. Solo che per mia madre, il posto fisso era il posto fisso e così mi fa fare il concorso di abilitazione. Non gli do troppo peso ma evidentemente era destino. Supero anche il concorso abilitativo”. Correva il 2000. Inizia così la carriera medica per Angelo Casciano che si trova a fare la guardia medica e a sostituire i medici assenti a Reggio Calabria. “Anche venire qui ad Aprilia è stato un caso – ci spiega- ho fatto domanda casuale. E invece ad Aprilia mancavano i medici e mi hanno contattato subito. Ho risposto di sì senza pensarci e sono partito con la mia famiglia”. La prima impressione quando ha visto Aprilia? “Guardi, in Calabria c’è tanto cemento. Ho visto tutto questo verde e mi si è riempito il cuore. Ho visto che le persone ci tenevano, c’era D’Alessio, il referendum sull’acqua. Ho pensato che qui il bene comune era tenuto in considerazione. Poi col tempo invece mi sono accorto che non era tutto oro quello che luccicava”.
LA CARRIERA POLITICA Angelo Casciano è alla sua seconda candidatura a sindaco ad Aprilia, sempre con un polo alternativo. Ma lui vanta una intensa carriera politica alle spalle. A Reggio Calabria si candida alle comunali con Reggio Futura e ottiene 517 preferenze. Era maggio 2011 e primo dei non eletti. Ad Aprilia nel 2013 si candida con Aprilia Futura e prende 167 preferenze. “Non conoscevo nessuno e avevo pochissimi pazienti – ci dice- mi sono candidato in Aprilia Futura perché mi sembrava la stessa lista con la quale mi ero candidato a Reggio. Reggio Futura come Aprilia Futura. Ho preso più voti di alcuni consiglieri uscenti”.
Perché ha abbandonato Aprilia Futura? “Quando mi sono candidato non sapevo nulla di preciso. Non sapevo neppure se questa fosse una lista di sinistra o di destra. Poi le vicende politiche mi sono state più chiare. Durante gli anni di quella consiliatura, mi affacciavo poco e ho chiesto due cose semplici da realizzare. Non mi hanno calcolato e ricordo di essere stato davanti alla porta di un assessore per due ore senza poi essere ricevuto. Ecco, non ho visto il rispetto che comunque una persona che si candida e si mette in gioco, merita”.
Poi nelle elezioni del 2018 che è successo? “Dovevo essere il candidato per il centrodestra. Quando si vociferavano i nomi, io ero dato al 50% con Domenico Vulcano. E così sono andato da Claudio Fazzone il quale, nell’incontro, ha lasciato la porta aperta. Poi ho scoperto invece che era tutto già stato stabilito e mi sono sentito che avevano fatto il doppio gioco. Ho chiamato Fazzone e mi ha detto che lui non faceva l’usciere a nessuno. E così ho ringraziato e ho tolto il disturbo. Tre anni prima ero diventato segretario provinciale della Dc. E così ho pensato di provare ad andare da solo. La mia candidatura ha dato fastidio e sono molto soddisfatto di quel risultato. Abbiamo preso il 2,7% quando Fratelli d’Italia ha preso il 2,9%. Ma noi partivamo dal nulla e le persone non mi conoscevano ancora. Oggi mi conoscono tutti”.
Anche oggi lei si candida con due liste autonome. Non ha provato a trovare un’intensa col centrodestra? “Nel centrodestra apriliano ci sono persone che non mi piacciono. Mi hanno offerto una candidatura, ma io non cerco poltrone. E poi non voglio le mani legate dalle imposizioni di alcuni partiti. Sono sempre stato uomo libero e continuo su questa strada”.
Ha provato a costruire un Terzo Polo alternativo? “Sì. Abbiamo fatto una serie di incontri, poi non si è concretizzato nulla. Il M5S non vuole allearsi con nessuno e ho trovato un pregiudizio sui nostri simboli e quindi abbiamo lasciato perdere”.
Nel 2018 si è presentato con la Dc. Oggi la Dc non c’è…… “Purtroppo non abbiamo avuto tempo per completare le fasi burocratiche delle firme per presentare la lista. Ho pensato di assicurarmi almeno due liste. Poi non siamo riusciti a concretizzare l’accordo con Benedetto La China che con i Gillet Arancioni aveva già raccolto un po’ di firme e diverse candidature. La China però ci appoggia”.
Parliamo delle due liste. Dopo tanti anni ad Aprilia torna la Fiamma Tricolore. Una scelta politica? “Certo. Rappresenta una grande fetta di malcontento verso la politica tradizionale. Diversi anni fa erano le civiche a rappresentare il malcontento, poi il Movimento 5 Stelle. Le civiche hanno dimostrato in questi anni di governo, però, di lasciare la città completamente isolata. Regione, Parlamento non c’è una continuità e questo è penalizzante. Non abbiamo un peso politico oggi e neanche un referente che possa essere più sensibile alle istanze della nostra città. Oggi Aprilia è una città abbandonata ed è sotto gli occhi di tutti”.
Quali sono le vostre aspettative? “Vogliamo mirare al massimo risultato. Penso di rappresentare chi vede la vecchia politica con occhi critici. Sono una persona che non si è mai piegata ai poteri forti e la mia storia ormai è conosciuta. Vengo dal basso e capisco cos’è la sofferenza. Chi non ha provato la fame, non capirà mai come si sente chi è affamato. Mi sono creato dal nulla e sono una persona libera. Ho dimostrato in questi anni una certa coerenza che non si trova nella politica apriliana. In queste comunali abbiamo assistito a tantissimi cambi di casacca”.
A chi guardate? “Noi guardiamo agli apriliani che sono sfiduciati e a quelli che non vogliono andare a votare. Se il 10% di coloro che non vogliono andare a votare, vanno a mettere la croce sui nostri simboli e su Casciano possiamo veramente cambiare questa città”.
Se dovesse esserci un ballottaggio, con chi farete un eventuale accordo? “Noi siamo tutti uguali. Abbiamo due liste e 48 candidati. Ci sederemo su un tavolo e decideremo. Però le assicuro una cosa. Se dovessi andare io al ballottaggio, posso scommettere che tutte le altre forze politiche della città si alleerebbero per non far salire Casciano. Questo gli apriliani dovrebbero capire”.
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“Un programma elettorale fatto di punti pratici che possono migliorare la vita degli apriliani” ANDREA RAGUSA LANCIA LA PRIMA SFIDA DEL M5S IN CITTA’ “Essere presenti in amministrazione permetterà di farci conoscere come un punto di riferimento dei nostri principi”
di Riccardo Toffoli
Andrea Ragusa è del 1965. Ha frequentato il liceo scientifico e si è laureato in scienze della comunicazione all’università di Teramo. Non appartiene alle famiglie storiche apriliane, ma è arrivato ad Aprilia circa 20 anni fa per motivi di lavoro. Attualmente è militare dell’aeronautica e lavora a Roma, per questo conosce tutti i problemi dei tantissimi pendolari apriliani. Grillino da sempre, ha fondato il gruppo Grillini Apriliani nel 2012 e, anche se non presente in Consiglio comunale, ha sollevato problematiche sociali e amministrative tallonando con spirito critico l’attività dell’amministrazione. Il M5S per la prima volta si presenta agli elettori apriliani nelle consultazioni comunali. È attualmente la più importante incognita politica cittadina. Lui lo sa. Ma sa anche che gran parte degli elettori pentastellati votano il simbolo e che queste elezioni sono il trampolino di lancio per l’attuale squadra locale di farsi conoscere ed apprezzare. Il M5S sarà determinante anche per il ballottaggio. E anche questo, il gruppo lo sa bene. Il M5S è l’unico movimento a non avere una sede fissa. Hanno deciso di girare per Aprilia con un camper perché: “oggi la gente è sfiduciata, non va a votare. C’è un forte astensionismo. Lei mi deve spiegare perché un cittadino dovrebbe andare in una sede elettorale se non si reca neanche alle urne. Allora abbiamo deciso di andare noi dai cittadini. Entrare nella loro quotidianità e far conoscere loro cosa vogliamo per questa città”. Il gruppo è fortemente compatto e motivato. Sono tutti entusiasti di portare le loro proposte ai cittadini di Aprilia.
Questa volta ce l’avete fatta. E’ arrivata la certificazione del Movimento. “Dopo due elezioni comunali, quelle del 2013 e quelle del 2018, nelle quali il simbolo non c’è stato, finalmente questa volta il M5S è presente alle consultazioni comunali cittadine”.
Questo significa che comunque vada, voi siete il gruppo locale del Movimento 5 Stelle ad Aprilia? Non ci saranno più divisioni che possono mettere in dubbio tutto? “Il M5S entrerà per la prima volta in Consiglio comunale e avrà i suoi rappresentanti istituzionali. Questi rappresentanti istituzionali sono portavoce del M5S assolutamente”.
Anche questa volta però, le divisioni interne hanno creato qualche momento di tensione e ci sono stati giorni in cui si è pensato che neanche questa volta arrivasse la certificazione….. “Ci sono state diverse riunioni a cui hanno partecipato esponenti istituzionali del Movimento 5 Stelle. L’importante è che ora siamo qui e possiamo portare la nostra proposta ai cittadini apriliani”.
Il M5S avrebbe avuto tutta la forza per creare un polo alternativo ai due blocchi delle civiche e del centrodestra. Non c’è stato tempo? Ci avete provato? “Abbiamo avuto contatti ed interlocuzioni con tutte le forze politiche. Purtroppo però la certificazione è arrivata in ritardo quando i giochi erano stati già fatti”.
Però con il Pd si poteva creare qualcosa di alternativo. Un asse M5S e Pd sarebbe stato anche un banco di prova dopo la svolta della Schlein. “Abbiamo aperto delle interlocuzioni con il Pd locale. Ma alla domanda che ci è stata posta subito: voi chi rappresentate? Noi non potevamo ancora dire ufficialmente che eravamo il M5S. Lei capisce che non c’erano le condizioni. La certificazione è arrivata in ritardo quando il Pd aveva già fatto la sua scelta. Al momento in cui avevamo avuto degli incontri, eravamo un gruppo di attivisti senza certificazione”.
Ma perché la certificazione arriva così in ritardo? Poi si compromettono anche le alleanze. “Lei deve immaginare che il M5S è l’unico partito che richieste tutta una serie di certificati su tutti i candidati. Pensi che è richiesto anche il certificato dei carichi pendenti di tutti i candidati al Consiglio comunale, non solo dei candidati sindaco. Le richieste sono tantissime e c’è una commissione centrale che controlla tutta la documentazione. Ci sono 800 Comuni al voto e questa commissione deve vagliare la documentazione di tutti i candidati. Ci vuole tempo. Per questo le certificazioni arrivano in ritardo”.
Sappiamo che avete avuto delle interlocuzioni con Luana Caporaso e che si era ipotizzato un vostro appoggio alla candidata delle civiche. È vero? “Voglio intanto premettere che noi ci identifichiamo in un’area civico-progressista. E quindi è normale che abbiamo avuto interlocuzioni con tutte le forze di quest’area politica. Con questo spirito ci siamo incontrati anche con Luana Caporaso per vedere se c’erano dei punti d’incontro sul programma. Il discorso è caduto sul simbolo a cui noi ovviamente, anche se la certificazione ancora non c’era, non eravamo disposti a rinunciare. Non avremmo mai accettato di essere in una coalizione senza il nostro simbolo”.
Nonostante in questi anni non eravate ufficialmente riconosciuti come M5S, avete mantenuto la coerenza. Siete rimasti attivisti e avete fatto ugualmente politica. Una scelta? “Noi abbiamo fatto politica fuori dal Consiglio comunale. Ripeto un concetto per noi chiaro e sacrosanto: il cittadino deve essere al centro delle istituzioni. Quindi è il cittadino al centro della nostra attenzione e abbiamo fatto politica pur non essendo rappresentati in Consiglio comunale con questo obiettivo. Oggi ci presentiamo agli elettori, ma ricordo che il voto non è un assegno in bianco. È sempre il cittadino che rimane al centro degli impegni di chi sarà eletto”.
Vi siete caratterizzati per un programma di cose semplici. Perché? “Io non faccio promesse. Specie quelle che sappiamo già non possono essere realizzate. Basta guarda il piano triennale delle opere pubbliche per accorgersi che si citano sempre le stesse opere di anno in anno e che sappiamo che non si realizzeranno mai. Tutti noi vorremo sistemare tutte le strade di Aprilia. Ma con quali soldi? Ci sono i soldi? Diciamo ai cittadini quello che si può fare senza fare promesse che si sa già di non poter mantenere. Noi abbiamo così pensato ad un programma di piccoli interventi che però possono cambiare positivamente la vita dei cittadini. Penso ad esempio al servizio taxi che attualmente non c’è, ad un servizio di trasporto locale più presente. Oggi un anziano che abita in periferia, come può recarsi al centro urbano di domenica? A Roma e provincia gli over 65 viaggiano gratis sui mezzi pubblici. Ad Aprilia c’è una riduzione del 20% sul prezzo del biglietto”.
Ma anche le periferie…. “I servizi nelle periferie sono oggi pressoché inesistenti. Una parte corposa del nostro programma elettorale è rivolto alle periferie. Abbiamo delle periferie dove non ci sono fogne, illuminazione pubblica, acqua potabile. Non c’è sicurezza”.
Un altro punto programmatico è lo Sportello Europa. A che serve? “Premetto che molti nostri punti sono stati copiati da altri candidati. Questo dimostra che evidentemente abbiamo le idee giuste per governare la città. Un’amministrazione comunale può far poco sul tema del lavoro che è invece una parte importante della società. E allora lo Sportello Europa è un ufficio dell’amministrazione comunale dove gli imprenditori, gli agricoltori, gli artigiani o semplici cittadini possono trovare un sostegno importante per i bandi necessari per ottenere finanziamenti specifici. Lo Sportello Europa è utile anche a fare i progetti”.
Un altro punto riguarda la sanità con gli ambufest e gli ambuped. Cosa sono? “Ecco giusto per parlare di proposte copiate dagli altri candidati…..Sono degli ambulatori sanitari per problematiche semplici e rivolte a tutti i cittadini e ai bambini. Oggi se c’è un’emergenza per i propri figli, bisogna andare a Roma. Con un ambu ped il servizio sarebbe ad Aprilia”.
Queste elezioni per voi sono importantissime perché per la prima volta dimostrate il “peso” politico del Movimento nelle comunali. Ma per voi è anche un trampolino di lancio. Quale sarà la vostra strategia per farvi conoscere e apprezzare? “Intanto abbiamo entusiasmo e idee e questo non lo si vede in molti altri schieramenti. Nel momento in cui veniamo eletti in Consiglio comunale, noi rappresentiamo il Movimento 5 Stelle e rimaniamo nell’amministrazione comunale come punto di riferimento per chi crede nel Movimento e nei nostri principi. La presenza nell’amministrazione è quindi il punto di partenza”.
In caso di ballottaggio con chi pensate di fare eventualmente un accordo? “Sarà aperto un confronto interno e con i vertici a livello nazionale dove la situazione di Aprilia è ben nota. Da questi tavoli emergerà la posizione futura su un eventuale ballottaggio”.
======================================= La giornalista apriliana alla sua terza candidatura a sindaco CARMEN PORCELLI TENTA L’IMPRESA CON L’AMBIENTE E LA LEGALITA’ “Non rinnego il passato, rifarei tutto perché altrimenti proverei vergogna. Ho fatto opposizione per coscienza”
di Riccardo Toffoli
Carmen Porcelli ha 48 anni. La famiglia è storica di Aprilia. I genitori sono venuti ad Aprilia agli inizi degli anni 70. La mamma gestisce l’edicola della stazione di Aprilia e il papà era impiegato nelle Ferrovie. Lei ha sempre avuto la passione per la scrittura. “Mio papà –ricorda Carmen Porcelli- leggeva due quotidiani: La Repubblica e L’Unità. E così io ad otto anni gli ho chiesto una macchina da scrivere. Copiavo gli articoli oppure inventavo delle storie. Ricordo di Aldo Moro. Quando ho fatto l’esame da giornalista professionista, ho portato quella macchina da scrivere e siccome non si trovavano cartucce perché ormai il computer aveva soppiantato la macchina da scrivere, ho girato tutti i negozi di Aprilia”. Carmen Porcelli è una giornalista da inchiesta. Ha iniziato la carriera nel 1996 con L’Apriliano allora dei fratelli Panzironi, oggi cognome più noto nel settore della dieta alimentare. Poi nel 1997 è andata a Il Resto. “L’esperienza del quotidiano mi entusiasmava di più –ci dice – il giornalismo e la stampa libera insieme alla magistratura sono un segno distintivo della democrazia”. Nel frattempo ha continuato gli studi e si è laureata in Scienze politiche alla Sapienza di Roma con una tesi su “La stampa italiana e il terrorismo 1969 – 1974”. Ha conseguito il dottorato di ricerca di studi politici, sempre alla Sapienza di Roma e sempre con il prof. Mario Toscano, con una tesi dal titolo “La questione meridionale dopo il 1968: la sinistra italiana, la rivolta di Reggio Calabria e i problemi del Mezzogiorno”. “Dopo poco tempo che scrivevo a Il Resto – continua Porcelli – Vincenzo Castrillo e Gianfranco Compagno mi hanno detto che a Latina Oggi cercavano una corrispondente. All’epoca non c’era redazione. Abbiamo aperto così la redazione apriliana con Marilena Ferraro e Angelo Perfetti. Dal 1998 al 2000 mi sono occupata di cronaca politica e sindacale e poi sono stata assunta a Latina dove mi occupavo di cronaca nera”. Nel 2002 la frattura con l’allora editore Ciarrapico. Ha collaborato così Radio Città Aperta e il Gr3 sostituendo Mauro Maulucci. Dal 2003 al 2009 è firma di punta de Il Territorio e nel 2004 diventa giornalista professionista. Le manca il giornalismo? “Assolutamente sì. Mi manca il giornalismo di una volta, quello d’inchiesta, quello che faceva Luigi Cardarelli”-ci risponde Carmen Porcelli.
LA CARRIERA POLITICA – Carmen Porcelli da giovane ha avuto una prima esperienza politica nei Verdi apriliani allora guidati da Vincenzo Castrillo. Nel 2009, però, dopo l’esperienza giornalistica si avvicina ad un gruppo di personaggi politici locali. “La tematica ambientale è sempre stata importante per me – ci spiega- quando ero giovane sono andata in Germania dove c’era già la raccolta differenziata che da noi era un sogno”. A settembre del 2012 il dottorato gli permette di promuovere una serie di eventi tra cui uno sul lavoro nelle fabbriche e sulla giornata internazionale sulle donne che l’avvicinano ancora di più al mondo politico locale. Nel 2013 si è candidata per Sel alle primarie del centrosinistra e le ha vinte battendo per cinque voti Vincenzo Giovannini leader storico del Pd apriliano. Dal 2013 al 2018 è stata la più fiera oppositrice del governo Terra.
Possiamo dire che è stata la leader dell’opposizione in quel periodo. Poi di fatto un’opposizione così forte non c’è stata più….. “Guardi io non mi sono candidata come leader dell’opposizione. Io ho fatto solo quello che mi sembrava giusto per coscienza. Ho tentato di fare opposizione in questa città”.
Questo modo di fare opposizione l’ha pagato politicamente. La storia politica di questa città dimostra che i leader dell’opposizione poi sono diventati sindaci. Vedi ad esempio Luigi Meddi o Domenico D’Alessio. Perché lei non è riuscita? “Lei cita due nomi che venivano dal mondo sindacale e dal mondo socialista. Facevano opposizione ma avevano un mondo di rapporti dietro consolidato con tante altre realtà. Io ho un vissuto molto diverso. Il gruppo che mi ha proposto alle primarie mi ha voltato subito dopo le spalle. Una volta eletta, sono stata una consigliera comunale che poteva essere isolata e questa è stata la strategia nei miei confronti”.
In che senso isolata? “Posso dire ad esempio che quando l’opposizione portava delle proposte, qualcuno storceva il naso se c’era la mia firma. E quindi per far passare delle proposte venivo esclusa. È partita anche una campagna denigratoria nei miei confronti e il 2018 lo ricordo con dispiacere”.
Nel 2018 lei si è candidata a sindaco con quattro liste e ha ottenuto anche un buon risultato. Però per il calcolo della legge elettorale non è riuscita ad entrare in Consiglio comunale. Nella conferenza stampa di presentazione ha detto che oggi per lei inizia una strada nuova? In che senso? “Intanto ci tengo a dire che rifarei tutto quello che ho fatto. Sono orgogliosa di me stessa e delle battaglie che ho portato avanti. Se rinegassi questo, proverei solo vergogna. Nei primi anni ho cercato altre strade ma non ho trovato un partito che mi convincesse. Dopo l’incendio della Loas mi sono fatta coinvolgere dagli amici della Città degli Alberi. Non è stato semplice perché tutto ciò che facevo era visto con la pregiudiziale negativa della politica. Su spinta di Rosalba Rizzuto abbiamo approfondito alcuni argomenti e tematiche che abbiamo portato a conoscenza dell’opinione pubblica. Penso alle indagini sul lavoro o alle statistiche epidemiologiche. E quindi con il passare del tempo si è creata una certa attenzione e partecipazione verso le nostre iniziative. Oggi possiamo dire che siamo un gruppo di persone che si interessano di legalità e di ambiente”.
Lei è sempre stata una donna di sinistra. In queste comunali sono spariti i simboli della sinistra. Forse è la prima volta che succede. Le dispiace? “In franchezza le rispondo che in questi cinque anni non c’è stata proprio la sinistra. Su niente”.
Come vede il civismo? “Sono sempre stata contraria all’idea che il civismo potesse risolvere i problemi della città. Poi questo è un falso civismo. Dietro al civismo ci sono i partiti. Il partito socialista non aveva più una casa e l’ha trovata nelle liste civiche. La prima accusa che rivolgo al civismo apriliano è quella di ipocrisia. Il civismo ti offre la possibilità di slegarti dagli ordini di partito e fa le sue scelte solo per il territorio. Ma non credo che questa sia la soluzione per la città. Far parte di un partito significa condividere dei valori che sono alla base delle scelte che si prendono per la città. E questo è fondamentale”.
Abbiamo visto che lei ha provato a creare un polo alternativo che potesse essere la terza via ai due schieramenti di centrodestra e delle civiche. Penso ad esempio al Movimento 5 Stelle o ai gruppi che non si sono presentati in queste comunali perché non si sono riconosciuti né con l’uno né con l’altro. Non c’è stato il tempo per farlo? “Noi abbiamo cercato il dialogo e la collaborazione ovunque. La nascita del Terzo Polo non si è concretizzata non per mancanza di tempo, visto che avevamo già intenzione di candidarsi, ma viste le precedenti collaborazioni avevamo proposto di farlo insieme. Purtroppo ciò non è stato possibile, essendo stati messi davanti al fatto compiuto di candidature senza alcuna discussione sul programma, cosa per noi imprescindibile. Inoltre non avremmo voluto trovarci di fronte ad imposizioni future da parte di segreterie di partito su alleanze e ballottaggi”.
In caso di ballottaggio, pensa che farà accordo con qualche forza politica? “Al di là dei programmi che più o meno si equivalgono, quello che conta sono le sfumature e non vedo l’ora di fare i confronti perché in queste occasioni emergono. Le sfumature saranno importanti in caso di ballottaggio. Noi siamo una lista e il programma è come ho già detto, imprescindibile. Quindi la lista si riunirà e decideremo tutti insieme”.