Il nuovo assessore ai servizi sociali Veronica Napolitano e il consigliere Vincenzo La Pegna al lavoro ogni giorno per dare risposte ai cittadini preoccupati
Quasi il 9% della popolazione apriliana ha avuto diritto alla carta per la spesa. La priorità per i servizi sociali è non far scoppiare “la bomba sociale”
di Riccardo Toffoli
Dal 1 agosto addio al reddito di cittadinanza. Ne parlano tutti i giornali, e noi siamo andati a vedere cosa sta succedendo ad Aprilia nei nostri servizi sociali. Il nuovo assessore ai servizi sociali Veronica Napolitano e il consigliere comunale Vincenzo La Pegna che la sta supportando in questa difficile situazione insieme a tutti gli uffici, stanno cercando di non far scoppiare ad Aprilia quella che la Cgil ha definito la “bomba sociale”. Ad Aprilia la situazione economica delle famiglie non è rosea. Eredità delle scelte del passato, famiglie provenienti dal Comune di Roma che fanno difficoltà ad andare avanti, difficoltà a trovare nuova occupazione e crisi del mondo del lavoro, fanno sì che l’emergenza ad Aprilia è più sentita rispetto alle altre realtà della provincia, compreso il capoluogo di Latina e i nostri servizi sociali temono il peggio.
1479 I PERCETTORI DEL REDDITO DI CITTADINANZA AD APRILIA
Sono 1479 i percettori apriliani del reddito di cittadinanza. 624 sono in carico presso i servizi sociali, 620 presso il centro per l’impiego e 235 sono esonerati. “Questi ultimi –ci spiega l’assessore Veronica Napolitano- sono sempre percettori ma hanno delle problematiche che non gli consentono di provvedere con un lavoro autonomo”. Il 2% dei cittadini apriliani, quindi, è percettore di reddito di cittadinanza. Se si considera una famiglia media è composta da quattro persone, la misura di sostegno andava a coprire il 7,5% della popolazione apriliana. Con la nuova legge di bilancio, e in base anche agli impegni assunti dalla nuova compagine di governo in campagna elettorale, dal 1 agosto il reddito di cittadinanza non esiste più.
LA FASE “TRANSITORIA” FINO A DICEMBRE
Ma in regime cosiddetto “transitorio” per molti di coloro che lo percepiscono, rimane fino a dicembre. “La situazione è abbastanza complessa –ci spiegano sia La Pegna sia l’assessore Napolitano- perché a tutti è arrivato un sms con il quale veniva comunicata la sospensione del reddito di cittadinanza. Ovviamente gli uffici sono stati presi d’assalto dalle richieste e dalle preoccupazioni. Come del resto è avvenuto in tutta Italia. Ma il reddito non finisce per tutti. Attualmente gli uffici stanno verificando tutte le note che giornalmente ci aggiornano sul da farsi. Quindi allo stato attuale non siamo in grado di dare dei numeri certi”. Stando però alla fotografia che stanno realizzando in queste ore i servizi sociali, continuerà a percepire il reddito di cittadinanza fino a dicembre in regime transitorio, solo chi è preso in carico dai servizi sociali. E il suo nome deve essere presente in una piattaforma, si chiama Piattaforma Gepi, del Ministero del Lavoro e delle Politiche sociali. Gli altri è ancora presto per capire. “Chi è preso in carico dai servizi sociali può continuare a beneficiare del reddito di cittadinanza fino a dicembre –ci continuano l’assessore e il consigliere La Pegna- vedremo per gli altri. Però vorremo ribadire che tutti hanno avuto il messaggio con il quale si comunicava la sospensione della misura di sostegno. I nominativi di coloro che continueranno a beneficiare del reddito, devono risultare nella piattaforma”.
DA GENNAIO 2024 PARTE L’ASSEGNO DI INCLUSIONE
Con il 31 dicembre 2023, però, il reddito di cittadinanza diventa definitivamente un ricordo. La nuova misura che lo sostituirà, si chiama “assegno di inclusione”. Il sostegno economico sarà inferiore rispetto al fu reddito di cittadinanza e ci sarà anche una stretta su chi ne avrà diritto. Potrà essere richiesto da persone nei cui nuclei familiari ci sia almeno un componente con disabilità, minorenne, con almeno 6 anni di età oppure in condizione di svantaggio ma in programmi di cura e assistenza certificati dalla pubblica amministrazione. L’Isee dovrà essere inferiore a 9 mila 360 euro e il reddito familiare inferiore a 6.000 annui moltiplicati per la scala di equivalenza. Più ci sono una serie di limitazioni dovuti alle proprietà mobiliari e immobiliari. Non ha diritto a percepire l’assegno chi ha dato dimissioni volontarie dal lavoro ad esempio. L’importo è fino a 6mila euro l’anno, 500 al mese, più un contributo affitto (per le locazioni regolari) di 3.360 euro l’anno, 280 al mese. Se il nucleo è costituito da tutte persone almeno 67enni o disabili gravi l’importo mensile sale a 630 euro (7.560 l’anno) più 150 euro di contributo d’affitto (1.800 l’anno). Sarà erogato tramite una carta d’inclusione ricaricabile che potrà essere spesa esclusivamente per i beni di prima necessità. La richiesta si fa online all’Inps. È ancora presto per capire quante persone saranno fuori dal sostegno economico di coloro che già percepiscono il reddito di cittadinanza ad Aprilia ma i servizi sociali sono abbastanti preoccupati. “Stiamo lavorando ogni giorno con gli uffici –ci dice l’assessore Napolitano- per supportare tutte le famiglie in questa fase delicata di passaggio e soprattutto preparare delle misure per intervenire con urgenza se dovesse esserci bisogno. Sono giorni molto intensi per tutti noi anche perché ogni giorno ci arrivano indicazioni nuove e siamo pressati giustamente dai cittadini che sono preoccupati di perdere la loro unica entrata mensile”.
LA “CARTA DEDICATA A TE”
Si chiama carta solidale o “dedicata a te” o carta della spesa ed è un contributo una tantum per il 2023 inserito nella stessa legge di bilancio. È una carta che prevede un contributo di 382,50 centesimi destinato alle famiglie più bisognose. Ad Aprilia il beneficio è stato concesso a ben 2333 famiglie. Siccome per accedere alla carta, si seguiva un ordine di priorità e sono rientrati coloro che avevano almeno 3 persone e un Isee sotto ai 15mila euro, ad Aprilia le famiglie aiutate sono l’8,8% dell’intera popolazione. “L’elenco dei beneficiari –ci spiegano La Pegna e Napolitano- viene fornito direttamente dall’Inps sulla base di priorità indicate precisamente nella misura di sostegno. Le famiglie possono verificare direttamente sul sito del Comune se rientrano, ovviamente tramite dei file con nomi non identificabili. La notifica comunque deve essere ufficiale. Alle famiglie arrivano delle lettere con dei codici con i quali si possono recare agli uffici postali e ritirare la carta. Per la notifica delle lettere, il costo delle raccomandate ammontava a 13 mila euro. Per abbattere questo costo, abbiamo affidato il compito alle quattro sigle delle protezioni civili di Aprilia. Sono loro che porteranno a casa il codice oppure lasceranno un tagliando con il quale presentarsi nelle sedi della protezione civile e ritirare la lettera con il codice. Questo sistema ci ha permesso di risparmiare la metà dei costi di spedizione”. Per molte famiglie però il domicilio non sempre corrisponde e diversi hanno lamentato di non aver ricevuto nulla. “In questo caso –ci continuano- l’invito è di rivolgersi a tutte e quattro le associazioni di protezione civile per capire a chi è stata assegnata la propria pratica”. Una volta ricevuto il codice è possibile recarsi alla Posta per ritirare la carta. Gli uffici postali, ci comunicano dalla direzione, hanno già tutto pronto ma ovviamente l’interessato deve avere tutta la documentazione di modo che venga associato il codice fiscale con il codice della carta assegnata.
UN SOFTWARE PER METTERE IN PIATTAFORMA TUTTE LE RICHIESTE
Una delle novità principali su cui sta lavorando il nuovo assessore è l’acquisto di un software in grado di mettere in piattaforma le richieste e far chiudere al cittadino la pratica senza dover poi chiedere integrazioni. “Attualmente ci troviamo di fronte a delle situazioni assurde –ci spiegano sempre Napolitano e La Pegna- anche per gli altri sussidi come i canoni di locazione. Si manda la domanda via Pec poi se non va bene, viene richiesta integrazione entro una determinata scadenza. Chi fa domande di sussidio in genere, però, non ha dimestichezza e la Pec non la vede quotidianamente. Alcune volte sono i Caf che fanno le domande, alcune si perdono o non arrivano e i cittadini se la prendono con gli uffici. La procedura si complica. Per questo stiamo valutando di acquistare un software che può permettere di inoltrare la domanda direttamente su una piattaforma. Se manca documentazione è la piattaforma stessa che non ti permette di inoltrare la domanda e ti indica quale documentazione sia necessario presentare. In questo modo la domanda arriva agli uffici completa di tutto e all’utente non viene richiesto altro. Il cittadino ha la garanzia di aver presentato la domanda e di non dover fare altro. Questo permetterebbe anche agli uffici di lavorare con maggiore serenità”.