La maggioranza Principi va avanti da sola: approvato in Consiglio il vincolo di Campagna Romana. Cade il punto sulle osservazioni al progetto di “discarica” di via Scrivia voluto dall’opposizione. Terra: “E’ la prima volta che i consiglieri non sono resi edotti su temi del Bocciato l’emendamento di Aprilia Civica per l’estensione del vincolo di Campagna Romana ad altre fette del territorio apriliano
di Riccardo Toffoli
Sparisce il punto sul progetto di “discarica” in via Scrivia sul quale la Regione ha dato tempo fino al 14 dicembre per presentare le osservazioni. Approvato, invece, il vincolo della Campagna Romana su gran parte del territorio Nord di Aprilia. L’opposizione si astiene e accende il dibattito: “Procedimenti separati. Andava ribadito il percorso chiaro del no alla discarica sul territorio”. L’assessore all’ambiente Marchitti: “Abbiamo reiterato le osservazioni presentate a maggio. Ma questa maggioranza ha lavorato per un discorso più generale di tutela del territorio”. Insomma la strategia della maggioranza Principi si palesa, anche se sotto traccia. Per nulla intenzionata a ripercorrere il metodo di lavoro della precedente giunta Terra sul tema rifiuti, va per una sua strada che non ufficializza in maniera del tutto chiara ma che si evince tra le righe del dibattito in aula consiliare quando, martedì 12 dicembre, i consiglieri sono stati chiamati a votare la proposta accelerata in tutta fretta dall’assessore all’urbanistica Roberto Boi di vincolare parte del territorio Nord di Aprilia come Campagna Romana. Un iter che, con l’approvazione in Consiglio, è appena iniziato e per ora non porta alcun risultato concreto, almeno fino a che la Regione Lazio non l’avrà adottato e il Ministero non l’avrà definitivamente accolto. La Regione ha sessanta giorni di tempo per l’adozione definitiva. Sarà nominata una commissione apposita per la valutazione. Fatto è che i siti (quello del privato e quelli individuati dal commissario straordinario) individuati per una possibile discarica di servizio della provincia di Latina, appaiono dentro al vincolo di Campagna Romana. Anche se tutti si affrettano a dire che non è un provvedimento ad hoc, ma di tutela generale del territorio. Sulla campagna romana però, si gioca la partita politica vera e propria che potrebbe portare a nuovi equilibri tra maggioranza e opposizione. Se la tutela della Campagna Romana dovesse passare (anche come ragionamento negli iter pendenti), la maggioranza porterebbe a casa un risultato politico a danno di Aprilia Civica che accuserebbe il colpo in maniera pesante perché vedrebbe cadere tutte le sue strategie. Se invece, la tutela della Campagna Romana si dovesse scontrare con il muro della Regione Lazio, Aprilia Civica rialzerebbe la testa e in maggioranza qualcosa scricchiolerebbe. Specie la poltrona dell’assessore all’urbanistica Roberto Boi che sulla Campagna Romana è andato avanti a testa bassa, anche con qualche dubbio (rumors di Palazzo mai ufficializzati) di qualche esponente della maggioranza. Perché, pare ufficialmente almeno che sul “no” ad ipotesi di discarica sul territorio apriliano, siano tutti d’accordo: maggioranza e opposizione. Ma sul come superarle ci sono due strade diverse. Il sindaco liquida la strada di Aprilia Civica come “spot elettorale” che non incide granché. Mentre Aprilia Civica definisce come “sbiadita e confusionaria” la linea di Principi. L’esito di questa linea sarà, per questo, una svolta politica importante per il futuro di entrambe le coalizioni.
IL PUNTO SULLE OSSERVAZIONI ALLA “DISCARICA” MANCATO. IL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO LAX: “NON CI SONO DOCUMENTI”
Va precisato che il termine “discarica” che rimanda a quelle che c’erano negli anni ’70 e ’80, e che oggi non esistono più, non è propriamente indicativo dei progetti di oggi. I progetti in essere sono finalizzati alla realizzazione di depositi di rifiuti che arrivano insomma già trattati e sui quali c’è un controllo e un monitoraggio attento. Per cui nulla c’entrano con le discariche di quel periodo. Fatta questa dovuta precisazione, sul tema il no della politica cittadina a questi impianti sembra unanime nonostante in tutta la provincia di Latina manchi la discarica di servizio e la Regione ha nominato per questo un commissario straordinario. In Regione è stata riaperta la finestra del progetto di Frales che prevede la realizzazione di un deposito definitivo di rifiuti atto a garantire l’autosufficienza dell’Ato di Latina. La proposta di Frales ricadrebbe a Sant’Apollonia, in via Scrivia. Il sito individuato risulta essere su più lati dei confini, adiacente alla vecchia discarica di rifiuti urbani di Aprilia degli anni ’80. La Regione ha dato tempo fino al 14 dicembre di presentare nuove osservazioni. Poi c’è il commissario straordinario nominato dalla Regione per individuare il sito della discarica. Dei tre siti individuati, uno ricade ad Aprilia, in via Pontoni. Nella conferenza dei capigruppo che ha preceduto il consiglio comunale di martedì 12 dicembre, tutti i capigruppo avevano trovato l’accordo di inserire come secondo punto il no alla discarica. Nella convocazione del Consiglio comunale, però, questo punto è saltato. È stato il presidente del Consiglio comunale Salvatore Lax a spiegarne il motivo in apertura dei lavori. “Dopo aver conferito con i capigruppo, con un rapido confronto con gli uffici preposti –ha detto Lax- è emersa la mancanza documentale che non ha consentito di poter presentare questo punto all’ordine del giorno. Questo non vieta di affrontare la tematica in commissione come richiesto dall’opposizione e nei tempi previsti dal regolamento”. Ad avvalorare la linea, il segretario comunale Walter Gaudio. “Quando ci siamo trovati a dover indicare i punti all’ordine del giorno che erano stati discussi nell’ambito della conferenza dei capigruppo –ha detto il segretario comunale- è emerso che non si trovava una traccia documentale all’interno degli atti di questo punto. Non avevamo atti in mano. Non è stata espressa una qualche volontà in un atto che poteva essere portata in Consiglio”. L’opposizione ha alzato le barricate. La prima ad intervenire è stata la consigliera Francesca Barbaliscia che ha ricordato come ci fossero tutti i tempi per convocare la commissione ambiente e arrivare a delle conclusioni da portare in Consiglio comunale. Ma quello che ha rimproverato l’opposizione, nonostante le rassicurazioni del presidente del Consiglio comunale, è che si sarebbe convocata una commissione ambiente dopo la scadenza fissata dalla Regione per la presentazione delle osservazioni al progetto. Infatti lo stesso presidente del Consiglio comunale è intervenuto ribadendo che la commissione ambiente si sarebbe svolta, ma più in là. “La commissione verrà convocata nei termini previsti dal regolamento. –ha detto il presidente del Consiglio- Il Comune si è già mosso sul tema. Il punto era legato alle osservazioni dei tecnici che non sono ancora pronte altrimenti avrei avuto piacere di condividere in consiglio comunale”. Luana Caporaso ci va pesante. “Siamo stati presi in giro”-tuona. “Il 14 dicembre scadono i termini per le osservazioni. Siamo stati presi in giro perché tutti noi in capigruppo eravamo d’accordo sul no da votare in consiglio comunale”. L’ex sindaco Antonio Terra alza i toni. “E’ la prima volta che succede in questo consiglio comunale che facciamo una commissione dopo la scadenza delle osservazioni. –ha rimarcato- Facciamo un assegno post datato alla Regione Lazio? La gestione di questo iter, nasce a maggio scorso, dalla richiesta di alcuni consiglieri di centrodestra. Noi come abbiamo fatto sempre, abbiamo costruito un percorso per arrivare ad una prima stesura delle osservazioni già a maggio. Il dirigente allora ci disse che la documentazione era incompleta e che avrebbe richiesto delle integrazioni. Io vorrei sapere perché noi non dobbiamo essere messi a conoscenza di queste integrazioni rispetto alle richieste fatte dal dirigente per conto nostro. Questa vicenda ha avuto un iter che tutti insieme abbiamo portato avanti, voi avete messo la testa sotto la sabbia. È una questione politica. Voi dovrete stracciare le tessere di questi signori che stanno tramando dietro questa città”. E’ il consigliere Dania Zattoni a parlare subito per la maggioranza e a rassicurare che “siamo uniti sul discorso discarica. Siamo dalla stessa parte”. Concetto ribadito da Ilaria Cavallin, presidente della commissione ambiente: “E’ interesse nostro che il territorio sia vivibile. Come presidente della commissione ambiente, sono a completa disposizione per fare tutto il possibile ma bisogna evitare minestroni che alterino la realtà delle cose”. Vincenzo La Pegna risponde a Terra e lancia rispedisce al mittente le accuse: “Sono pronto a dare fuoco alla mia tessera se quello per il quale ho combattuto per 20 anni verrà stravolto. Ma spiegatemi: quale osservazione è arrivata dall’opposizione? Le associazioni sono state tutte convocate nell’ambito della proposta della campagna romana”. A replicare è anche l’assessore all’urbanistica Roberto Boi. “A maggio –ha precisato Boi- il consiglio comunale è stato richiesto dall’opposizione. Noi all’epoca eravamo opposizione e abbiamo preparato le osservazioni. Presentammo quattro osservazioni: vicinanza a dei nuclei abitati, vicinanza al paesaggio agrario di rilevante valore, la presenza di sorgenti lineari e la presenza di un villaggio arcaico. Su queste osservazioni si è avviato un percorso”. Completa l’argomento l’assessore all’ambiente Vittorio Marchitti. “Si chiede trasparenza –spiega- le integrazioni apportate e la nuova documentazione è tutta visibile nel box della Regione. La Regione ci ha inviato una mail e ci chiede cosa si vuole reiterare, dopo la conclusione dell’iter sulle integrazioni. Le osservazioni sono già agli atti. Abbiamo convocato le associazioni e abbiamo chiesto se hanno necessità di produrre ulteriori osservazioni o se erano intenzionate a reiterarle. Noi reiteriamo le osservazioni. Faccio però presente che in questo Consiglio comunale è stato inserito nel dibattito un progetto non specifico ma generale, di tutela del territorio”. Gli risponde l’ex sindaco Terra: “Insomma apprendiamo dall’assessore che è stato avvisato tutto il mondo tranne che i consiglieri comunali a cui invece sarebbe stato giusto far capire il percorso che si stava mettendo in piedi”. Il sindaco quindi conclude: “E’ stato tolto il punto all’ordine del giorno, ma alla fine ne stiamo parlando. Noi non ci sottraiamo ad alcun tipo di discussione”.
PASSA LA PROPOSTA DI VINCOLO DELLA CAMPAGNA ROMANA. BOCCIATO L’EMENDAMENTO DELL’OPPOSIZIONE
Passa la proposta di vincolo della Campagna Romana ad una porzione importante del territorio Nord di Aprilia. Circa 2mila 200 ettari sono stati inseriti. Viene invece bocciato l’emendamento di Aprilia Civica che ne chiedeva l’estensione ad altre porzioni a ridosso di Ardea e già vincolate. “Con il termine Campagna Romana –ha spiegato l’assessore all’urbanistica Roberto Boi- si va ad indicare il procedimento di vincolo e di messa a tutela di tipo paesistico, di una parte del territorio comunale. Sono aree di rilevante valore paesaggistico. Il nostro territorio presenta queste caratteristiche ed è nostro intento salvaguardare quello che è rimasto dalle edificazioni degli anni passati. Abbiamo posto il vincolo sulle aree che presentano oggi le condizioni originali di campagna romana come l’assenza di antropizzazione, la bassa edificazione umana prevalentemente di tipo agricolo rurale, una certa caratteristica di bellezza del paesaggio. Abbiamo rispettato i caratteri morfologici tipici: l’andamento collinare con profondi valli solcati da fiumi. Il nostro territorio comunale è diviso in due grosso modo dalla ferrovia. La zona verso nord è classificabile come campagna romana non solo morfologicamente ma anche storicamente. La parte verso Latina è più confacente come agro pontino. Essendo queste le caratteristiche, abbiamo potuto proporre un vincolo paesistico. Ricordo che in queste aree sono stati ritrovati numerosi reperti archeologici che testimoniano presenze storiche antiche sul territorio. Il vincolo è anche una tutela per la salute. Il nostro territorio è oggetto di lavorazioni impattanti che comportano presenza di sostanze nocive per la salute. Il provvedimento è a favore della collettività. Cosa si può fare e cosa non si può fare con questo vincolo? Nelle zone agricole nessuno può costruire già ora, se non ci sono le condizioni previste dalla legge. Nelle aree urbanizzate si può ampliare o ristrutturare e così rimarrà. Quello che si aggiunge è il divieto alla trasformazione irreversibile del paesaggio. Non si possono quindi sbancare le colline per farne delle cave, non si possono realizzare discariche, non si possono fare impianti industriali impattanti sull’ambiente. Nel dettaglio abbiamo evidenziato due macro-zone che vanno ad identificare le aree più vergini del territorio perché non sono interessate da lottizzazioni selvagge degli anni passati e sono esclusivamente rimaste agricole. Il progetto include 2200 ettari. La proposta originaria inseriva oltre 6mila ettari. La Soprintendenza non l’ha accettata e abbiamo dovuto ridurre la proposta di vincolo nelle zone più integre che mantengono le caratteristiche della campagna romana. In questo perimetro c’è solo un nucleo che è Colli del Sole. La proposta è una pietra miliare per la conservazione dei beni e per lasciarli ai posteri. È l’unico strumento che abbiamo”. Luana Caporaso ha presentato poi l’emendamento di Aprilia Civica che avrebbe ampliato l’area. Il Sindaco ha chiesto la sospensione dei lavori del Consiglio per discuterne in conferenza dei capigruppo. La conferenza è stata lunga. Al termine l’assessore all’urbanistica Roberto Boi è tornato in Consiglio dicendo che non si erano trovati i presupposti per una sintesi e che non era possibile recepire tutto l’emendamento presentato dall’opposizione. “L’emendamento dell’opposizione prevede l’inserimento nel vincolo di sei nuclei urbani di cui 5 sono oggetto di recupero. –ha detto Boi- Non abbiamo il Colosseo né l’acquedotto romano sul nostro territorio. Abbiamo una morfologia e un paesaggio di pregio. La proposta dell’opposizione si limita a delimitare un quadrato che va bene per delle varianti, non per la campagna romana. Inserire porzioni di territorio che non presentano le caratteristiche di campagna romana, significa esporre il progetto a rischio la bocciatura”. Boi ha comunque aperto ad una mediazione, inserendo nel progetto alcune aree a ridosso di Ardea senza però l’inserimento dei nuclei abitativi. La mediazione non è stata recepita e si è andati al voto. L’emendamento è stato respinto e la proposta della maggioranza è stata approvata con l’astensione dell’opposizione.
Quell’intervista rilasciata ad un social network……
Durante il dibattito in aula consiliare, è emersa una critica sul fatto che alcuni consiglieri di maggioranza abbiamo rilasciato interviste mentre non parlano in consiglio comunale. Il riferimento “ad un’intervista rilasciata ad un social network” era riferita ai canali del nostro giornale. Intanto va precisato che noi siamo un organo di informazione locale che utilizza anche piattaforme social, ma che ha una struttura di giornale con un direttore, vicedirettore ecc. tutti iscritti all’albo professionale. Il dibattito in aula consiliare, che è la massima assise cittadina, non va confuso con il lavoro di un organo di informazione. In aula si dibattono i provvedimenti amministrativi e politici di una città e ogni parte politica sceglie una linea e una strategia da seguire. Gli organi di informazione servono per informare l’opinione pubblica, dare gli strumenti per formarne un pensiero che si può riversare al momento opportuno anche nella cabina elettorale. Un organo di informazione serve in più per alimentare il dibattito politico e istituzionale proprio per dare ai lettori e in genere all’opinione pubblica, gli strumenti per capire alcune scelte politiche e amministrative delle parti. Quindi non solo è più che legittimo che un consigliere di maggioranza scelga di accettare l’invito di un organo di informazione per spiegare un comportamento o una strategia avute in Consiglio comunale. Così come legittimo è lasciare la parola all’opposizione, che maggiormente ha bisogno degli organi di informazione, per far comprendere meglio le sue proposte, specie se bocciate dalla maggioranza. Quindi il lavoro di un organo di informazione che utilizza anche i social, garantendo però la corretta informazione e la correttezza del dibattito grazie al ruolo “super partes” di giornalisti, non va confuso mai con il dibattito consiliare che è sicuramente collegato ma non sostitutivo. Se in Consiglio una parte politica ha deciso di non parlare per scelta, può benissimo spiegare i motivi di questa scelta attraverso un organo di informazione che chiede giustamente lumi di questa scelta per la fetta di opinione pubblica che rappresenta. Un organo di informazione non interviene direttamente sulle scelte politiche e amministrative di cui è competenza il Consiglio, se non magari per indicare diverse “voci” o ampliare le visuali su alcuni punti importanti, sentiti dall’opinione pubblica. Così come un consigliere non dovrebbe intervenire in Consiglio sul ruolo degli organi di informazione che, in Consiglio, non possono rispondere. Ognuno faccia il suo ruolo e rispetti le parti e il rispettivo lavoro.