Ci auguriamo che l’accondiscendenza e la fedeltà del consigliere del PD Vincenzo Giovannini, ormai noto a tutti come il fidanzato d’Italia, venga presto premiata e che questo inconsueto rappresentante istituzionale, eletto all’opposizione ma sempre più incline ad abbracciare la coalizione del sindaco Antonio Terra, venga finalmente riconosciuto come parte di una maggioranza che fatica ad accoglierlo. Bizzarro il risentimento da lui mostrato in consiglio comunale, a fronte di un sostegno chiaro e diretto alla maggioranza di cui ormai si sente parte integrante. L’opposizione e i consiglieri della Lega Roberto Boi e Francesca Renzi, che non avrebbe potuto far altro che assistere al solito teatrino, constatando che ancora una volta il sindaco Antonio Terra ha preferito sviare l’attenzione su altre argomentazioni invece che dare dovute spiegazioni alla città, hanno preferito abbandonare l’aula. Anche la lista di riferimento, Forum per Aprilia, ha sviato l’attenzione da fatti accaduti in passato per potersi trincerare dietro un garantismo che sa bene di non possedere: non ci sfugge però che in passato fu proprio la lista di riferimento del sindaco Antonio Terra ad affiggere manifesti diffamatori in città, nei confronti di avversari politici che avevano solo ricevuto avvisi di garanzia senza che poi la procedura abbia avuto alcun seguito. Una attività di volantinaggio assidua in centro, dove la maggioranza mantiene gran parte dei voti. Quel centro dove in campagna elettorale, proprio per avere voti, sono stati sperperati soldi pubblici per manutenzioni e rifacimento di strade, tanto da “svuotare” letteralmente il capitolo di bilancio dedicato e non lasciare risorse che oggi sarebbero necessarie per la manutenzione delle scuole. Una circostanza che la Lega ha provveduto a denunciare agli organi competenti. Se il sindaco non è riuscito dare spiegazioni sul suo rinvio a giudizio, a venire in suo soccorso è stato il consigliere di Unione Civica Marco Moroni, che in genere preferisce il silenzio. Moroni ha parlato di democrazia, una merce che con i toni e i discorsi autoritari tenuti in aula mostra di conoscere ben poco e stimare ancora meno. Un aspetto ci ha colpiti del suo lungo discorso: in riferimento al sindaco e al suo rinvio a giudizio, parla già di un danno di immagine e del risarcimento che gli spetterebbe dopo l’eventuale assoluzione. Ci auguriamo che il sindaco dimostri la sua estraneità ai fatti gravissimi di cui è accusato, ma se ciò non dovesse accadere, chi risarcirà la città dei danni subiti, dal momento che difficilmente con Antonio Terra in carica il Comune di Aprilia potrà costituirsi parte civile? Al di là delle responsabilità individuali, parte lesa per truffa e falso ideologico è in primis il Comune, ovvero l’ente che il sindaco pro tempore Antonio Terra oggi rappresenta. Il sindaco stesso ha ammesso che il progetto civico è più importante della persona che lo incarna. Così il Comune di Aprilia è più importante della persona che provvisoriamente lo rappresenta e che in attesa di fugare ogni dubbio dovrebbe fare un passo indietro. Citare a esempio il Comune di Cisterna, dove l’ex sindaco Eleonora Della Penna si è dimesso per le gravi accuse cadute sulla sua giunta, non aiuta a perorare la causa di questa maggioranza civica farneticante: la Della Penna, che non fu arrestata e non era imputata, ma per senso di responsabilità fece il passo indietro che il sindaco Antonio Terra, anche da imputato rifiuta di fare. Riteniamo poi come sempre inutile e vanaglorioso il contributo di taluni consiglieri di maggioranza, che continuano a parlare di altre situazioni e di altri contesti, sistematicamente fuori tema quando si parla della città di Aprilia.