Aumenti medi di 23,18 euro per una famiglia di 4 persone con un immobile di 100 mq a disposizione e per un azienda tipo quale un supermercato delle dimensioni di 400 mq un aumento di 83,20 euro al lordo dell’addizionale provinciale la cui determinazione spetta appunto all’ente provinciale. Questi dati si aggiungono agli aumenti deliberati nel corso dell’anno 2018 che vedeva un aumento medio di 15 euro per lo stesso nucleo familiare e di 90 euro per l’impresa presa come punto di riferimento. Il quadro provvisorio che emerge dai primi provvedimenti adottati dalla Giunta e che dovranno essere confermati in sede di Consiglio Comunale fa emergere in tema di Ta.ri un aumento della pressione fiscale. L’aumento di 1000 utenze quale giustificativo per tale aumento non appare sostenibile, perché al contrario la conformazione della Ta.ri., che prevede l’integrale copertura dei costi da parte di ogni utente censito, è tale che l’aggiunta di un ulteriore utente va ad aumentare quelle economie di scala rese possibili proprio da un tasso di copertura del servizio pari al 100 % dei costi come emerge chiaramente dalle “Linee Giuda per la predisposizioni dei Piani Finanziari Tari” predisposte dal Ministero dell’economia e delle finanze.
Nel merito dell’articolazione del Piano Economico Finanziario anno 2019 allegato alla delibera di fissazione delle tariffe, colpisce il mancato inserimento tra le voci c.d. a dedurre ovvero quelle che riducono l’entità dei costi da coprire con tariffa delle entrate derivanti dalla vendita dei materiali recuperati attraverso la raccolta differenziata. La finalità della raccolta differenziata oltre a quella ambientale di ridurre le quantità conferite in discarica è anche quella di ridurre la pressione fiscale sulle famiglie attraverso i ricavi derivanti dalla vendita dei materiali recuperati. Nel 2015 da questa cessione la società ricava ben 680.789,15 di euro a cui, per essere obiettivi, andavano detratti 270.690,00 per le spese sostenute dalla Progetto Ambiente in tema di selezione del materiale lasciando a beneficio dei contribuenti apriliani ben 410.099,15 di euro. Nel 2015 la differenziata era solo parziale ed oggi è estesa in tutta la città quindi e razionale pensare che i benefici per i contribuenti apriliani possono essere ben superiori a 410.099,15. Nel Piano Economico Finanziario 2019 non c’è traccia di ciò. Nel segno dell’idea che accanto alla critica è necessario accompagnare anche la proposta come Movimento proponiamo due passaggi per non solo lasciare inalterato la pressione fiscale in tema di Ta.ri per l’anno 2019. In primo luogo, conformemente a quanto chiarito dal Ministero dell’Economia e delle Finanze consideriamo all’interno del P.e.f. 2019 anche i ricavi presunti dalla vendita del materiale recupero con la raccolta differenziata; in secondo luogo sempre nel rispetto delle migliori prassi in tema di Ta.ri introduciamo nei confronti della società Progetto Ambiente S.P.A. il c.d. recupero di produttività con conseguente riduzione dei costi operativi nella misura del 5 %; in terzo luogo determiniamo con esattezza l’importo del ristorno ambientale che spetta alla nostra comunità per l’impianto di T.m.b. di Campoverde stimato nel 2019 in solo 800.000. Abbiamo il tempo per farsi che gli eventuali risparmi derivanti dall’efficientamento della gestione, nonché della raccolta differenziata possono essere certificati dai soggetti competenti e l’entità dei ristorni dovuti dalla RI.DA. siano determinati con esattezza al fine di riversare i maggiori costi e le maggiori entrate nel PEF TARI, salvaguardando la solidità di parte corrente del bilancio comunale . Alessandro Mammucari – MovAp 05112018 1718
(Pagina e foto di repertorio a cura di Gianfranco Compagno)