di Antonella Bonaffini
Chi ha avuto l’onore di accostarsi alla pittura del Maestro Migliorini è rimasto incantato da ciò che, passando attraverso lo sguardo, arriva dritto al cuore. La stampa ha in più occasioni identificato Silvestro Migliorini come “il Genio del Colore” e non a caso, entrando nel salone della sua magnifica casa, l’impatto cromatico che gli occhi vivono è qualcosa che razionalmente sarebbe impossibile anche solo raccontare. La componente femminile, in tutte le varie sfaccettature, tende a primeggiare ma è unico il modo con cui, attraverso il vivido colore, il Maestro riesce a palesare. Il tratto è poco preciso, quasi evanescente, eppure le sue figure sembrano delinearsi sprigionando forza, in un messaggio evocativo che ha pochi precedenti. Donne dai cappelli stilizzati, nature morte, farfalle con coloratissime ali, immagini sacre, tutto in Migliorini sembra sappia vivere con una potenza espressiva del tutto singolare.
Non si sa quante siano le opere ad oggi prodotte ma che il suo patrimonio pittorico e scultoreo sia numerosissimo, è ormai una certezza.
Il suo salone, mi accoglie avvolgendomi con tutto il calore che soltanto dipinti partoriti con il cuore, potrebbero suscitare. Ed è il genio di Migliorini a far da padrone, tra dipinti che profumano di tempo e di sole, di straordinario vissuto, a volte persino di nostalgia, per un periodo che forse è andato, e che il Maestro è consapevolissimo, purtroppo non potrà più ritornare. Ma Migliorini continua a sorridere, continua a dipingere ed a primeggiare, in un panorama pittorico che sembra ormai riconoscere il suo innegabile estro, il suo straordinario attaccamento alla vita, il suo inestimabile valore, la sua ineguagliabile determinazione. Ed a chi manifesta ormai da anni l’intenzione di voler comprare le sue opere, il Maestro risponde di non volersene in alcun modo separare, rimarcando l’atteggiamento dei grandi pittori appartenuti al passato, più protesi a donare che ad avere un riscontro remunerativo, quasi nell’intento di far capire che non esiste denaro che possa in alcun modo monetizzare ogni singola creazione. E la mia intervista si conclude con un abbraccio, un abbraccio che racchiude tutta la stima e l’ammirazione per un Uomo il cui sguardo trasuda Vita. Ed è la signora Enza, storica e dolcissima moglie di Silvestro Migliorini ad accompagnarmi alla porta, in un arrivederci che profuma di un silenzio che racchiude mille parole. E mentre fuori il tempo è gelido e comincia a piovigginare, riporto a Roma i consigli e gli insegnamenti ricevuti, in uno scrigno per me da anni divenuto preziosissimo. Si dice che il tempo possa esser per molti deleterio, eppure, mi convinco esista un paradiso capace di resistere persino a quella inarrestabile nenia. Un’arte, quella di Silvestro Migliorini, capace di disconoscere ogni cognizione spazio temporale, un’arte che saecula saeculorum, sono certa continuerà a magnificare.