Il Consiglio di Stato ha accolto i dubbi di costituzionalità sollevati anche da Rida nel procedimento n. 2388/2018 in merito al benefit ambientale e ha rinviato il tutto alla Corte Costituzionale. Un duro colpo dunque per chi ha cercato, senza attendere il pronunciamento degli organi di giustizia di riscuotere il benefit, accusando tra l’altro la nostra azienda di trattenere indebitamente somme destinate invece alla collettività apriliana.
Secondo quanto affermato dal Consiglio di Stato, infatti ‘la norma contrasta quindi per la materia sulla quale incide con la riserva di potestà legislativa statale in materia, anche se, si noti, il benefit che essa prevede non andasse qualificato come tributo, ma semplicemente come corrispettivo aggiuntivo, che si paga nel Lazio e non altrove’ . Il Consiglio di Stato in sede giurisdizionale, pronunciandosi sull’appello al ricorso n.2388/2018 ha dunque dichiarato rilevante e non manifestamente infondata la questione di legittimità costituzionale dell’art. 29 comma 2 della legge regionale Lazio 9 luglio 1998 n.27, nella parte in cui prevede che la tariffa per conferire rifiuti agli impianti di smaltimento e alle discariche vada determinata prevedendo la“quota percentuale della tariffa” in questione “dovuta dagli eventuali comuni utenti al soggetto gestore dell’impianto o della discarica a favore del comune sede dell’impianto o della discarica stessi, che deve essere compresa tra il dieci ed il venti per cento della tariffa”.Ha poi disposto la sospensione del presente giudizio davanti al Consiglio di Stato e ordinato alla Segreteria l’immediata trasmissione degli atti alla Corte costituzionale; ordinando anche che, a cura della Segreteria, l’ordinanza sia comunicata alle parti costituite e notificata al Presidente della Giunta Regionale del Lazio nonché comunicata al Presidente del Consiglio regionale del Lazio.
Lo dichiara in una nota il presidente del Cda di Rida Ambiente, Fabio Altissimi