Covid, Tarro: “Stiamo sbagliando. Non è emergenza, ma immunità di gregge”

836

Intervista al professor Giulio Tarro, virologo di fama internazionale, allievo di Albert Sabin (il padre del vaccino contro la poliomielite)

Covid, Tarro: “Stiamo sbagliando. Non è emergenza, ma immunità di gregge” “Fare i tamponi di massa fa venir fuori solo asintomatici

                                 Giulio Tarro con Albert Sabin, scopritore del vaccino contro la poliomielite

di BRUNO JORILLO                                                                                                                                        Professore ci può spiegare la situazione attuale del Covid 19 e che cosa sta succedendo? Come vede i prossimi mesi?                                                           “L’infezione da COVID-19 avviene attraverso le vie respiratorie e provoca una risposta immunitaria sia umorale con anticorpi specifici, sia cellulare in particolare stimolazione delle sottopopolazioni linfocitarie Th2. Il COVID-19 è un’infezione generalizzata dell’organismo come l’influenza e pertanto può colpire diversi organi compreso il cuore con tromboembolia dei vasi e con una sintomatologia di tipo miocarditico. L’Ospedale Cotugno è il presidio di malattie infettive di Napoli e della Campania nonchè punto di riferimento per il resto dell’Italia meridionale ed insulare, come rispettivamente lo sono il Sacco di Milano per l’Italia settentrionale e lo Spallanzani di Roma per l’Italia centrale. Pertanto avendo superato i centomila tamponi è logico che ci siano dei ricorsi a questo centro, ma non ricadiamo nell’errore che era successo ad Agosto per una lettera circolare della direzione sanitaria dell’Ospedale Cotugno che non aveva ragione di essere e vi è stata una inchiesta ancora in corso”.

Serve veramente fare i tamponi in massa?                                                          “Prego riferirsi a quanto riportato nei link successivi (vedi box ndr), dal momento che i tamponi COVID-19 producono fino al 95% di falsi positivi come confermato dall’Istituto Superiore di Sanità.I falsi negativi dei tamponi sono legati al fatto che non è stata mai considerata una metodica diagnostica dal suo scopritore professore Mullis, premio Nobel, ed ovviamente anche vi sono falsi positivi legati al fatto che viene determinato un acido nucleico che può essere pure inattivo”.

L’unico dato attendibile da tenere presente è il numero di quante persone finiscono in terapia intensiva?                                                                              “Zangrillo ha ragione. A mio avviso il virus clinicamente era morto anche qualche settimana prima delle sue dichiarazioni, almeno qui in Italia. In alcune Regioni, chiuse per mesi, il virus non è mai stato vivo. Sarei molto più soddisfatto se i tanti che implicitamente ora mi danno ragione, ammettessero anche che, come dicevo io a marzo gli italiani contagiati da Sars-Cov-2 erano già milioni, e non le poche migliaia che annunciava il governo. Se lo ammettessero, sconfessando quello che essi supinamente accettavano forse potrebbero dare un’altra spiegazione dello spegnersi dell’epidemia: e cioè che il virus non trova più persone da infettare, risultando queste immunizzate”.

Eppure, seppur in modo ridotto, abbiamo ancora dei contagi.                                   «E’ normale che i contagi ci siano. La viremia non si spegne in poche settimane. Tuttavia, parliamo di un virus decisamente meno aggressivo. Nulla che possa preoccuparci. In molti paesi del mondo il virus presto si spegnerà. Mi preoccuperei per altro: crisi economica, diritti sospesi, etc. Purtroppo in Italia ormai non si fa che parlare di coronavirus, come se non esistesse nient’altro”.

Si sostiene che con l’abbassamento delle temperature il virus si diffonderà di nuovo e andremo verso un inverno problematico, ci saranno le influenze comuni che si sovrapporranno al Covid. Come si devono comportare le persone?             “Ci sarà ancora qualche caso di Covid, ma non tornerà nessuna epidemia in autunno Dobbiamo anzitutto preoccuparci della capacità di contagiare del COVID-19. È inesatto parlare di carica virale di un virus. Bisogna dire, precisamente, carica virale di una popolazione dello stesso virus. Si tratta, per dirla in modo semplice, della quantità di Sars CoV2 – parlando nello specifico – presente. Più Sars CoV2 c’è, più alta è la carica virale e quindi il conseguente numero di infezioni più o meno gravi. Anche l’Istituto Negri, proprio in un recente studio, ha dimostrato che l’attuale carica virale del Sars CoV2 è esigua. Cosa vuol dire? Che in circolazione non c’è una quantità di virus tale da poter determinare situazioni come quelle di Marzo e Aprile scorsi. E questo in virtù del periodo di vita programmato che ha, come natura vuole, il Sars CoV2 e anche perché la gran parte delle persone hanno ormai sviluppato gli anticorpi e svilupperanno l’immunità cellulare.        Avviene per via di due fattori: il primo è un progressivo processo di adattamento del Sars CoV2 a noi, come ho già dichiarato in più occasioni. In secondo luogo perché ormai gran parte della popolazione italiana, avendo contratto il virus, ha sviluppato sia le IgG che l’immunità cellulare. Tutto questo, non costituendo un ambiente favorevole, obbligherà il Sars CoV2 o a indebolirsi o a scomparire. Questo vale per tutti i paesi del mondo e considerando che noi siamo adesso in estate ed altri paesi invece si trovano in inverno”.       Vi sono delle tabelle ben precise in proposito cui ci si può affidare, tenendo presente l’esposizione ai raggi ultravioletti del sole inattiva il virus in 6/7 minuti”.

Come vede la vaccinazione antinfluenzale che qualcuno, per imporla a tutti, vorrebbe trasformarla in una sorta di “patentino” per permettere l’accesso a luoghi affollati come stadi, cinema, discoteche?                                                        “In previsione del prossimo autunno vorrei fare una riflessione. Esiste uno studio del Pentagono, condotto sui militari americani, che ha dimostrato un rischio maggiore del 36% di contrarre il covid-19 in soggetti sottoposti alla vaccinazione contro il virus influenzale. Se pertanto risultasse vera la previsione di una nuova epidemia da coronavirus, il vaccino anti-influenzale sarebbe ancora consigliabile?La stessa riflessione è stata fatta dalla vicina Spagna con le quali abbiamo diverse affinità”.

In tema di cura e aspettando un vaccino, possiamo dire senza tanti giri di parole che l’idrossiclorochina, se usata nella prima fase della malattia, funziona. E pare sia sicura, oltre che efficace. Cosa ne pensa?                                                              “A fine marzo su molti quotidiani dichiaravo “l’antimalarico e la sieroterapia stanno funzionando. Una persona che ha contratto il Sars CoV2 ed è guarito può essere d’aiuto per gli altri che lo contraggono”. Ebbene, avevo ragione, così come su altre cose. È brutto aver ragione mentre il mondo agisce (o ha agito) nel verso opposto: mi sarebbe piaciuto sentire affermazioni simili dall’intera comunità scientifica e invece, all’indomani delle dichiarazioni del presidente Donald Trump – “Contro il coronavirus da dieci giorni prendo idrossiclorochina” – l’Organizzazione mondiale della sanità annunciava la decisione di sospendere i test sull’uso dell’idrossiclorochina per il trattamento della Covid-19, manifestando preoccupazione per la sicurezza.Ebbene, dopo pochi giorni, grazie all’inchiesta del quotidiano britannico Guardian si evince che «lo studio che ha affossato l’idrossiclorochina è basato su dati sospetti». L’Oms è costretta a fare marcia indietro e con essa tutti i governi che hanno dato credito allo studio pubblicato su The Lancet e New England Journal of Medicine. Stando a quanto emerge in queste ore: “si mette in dubbio l’origine di quegli studi. In particolare, è emerso che i dati a cui fa riferimento lo studio, “siano stati raccolti da una piccola azienda con base a Chicago, Surgisphere, tra i (pochissimi) dipendenti della quale figurano una modella porno e un autore di fantascienza.”                                                                                                           L’antimalarico è un prodotto che nei giusti dosaggi aiuta a combattere il Covid19, così come avvenuto per la Sars. È un farmaco e in quanto tale può avere effetti collaterali. Naturalmente la figura del medico è fondamentale. Non è una terapia da sperimentare senza ricorrere a uno specialista. Questa è la verità”.

Sul numero dei morti giornalieri di Covid 19, c’è una gran confusione in quanto vengono conteggiati anche quelli che avevano preso il covid, guariti e succesivamente morti per altre patologie. Cosa ne pensa?                                   “L’alta mortalità è dovuta non certo ad un virus più cattivo, ma alla sottostima del numero dei contagiati, soprattutto nel nord Italia. In Italia, i contagiati da Covid19 non sono quelli conteggiati dalla Protezione civile, basandosi solo sui pochi tamponi diagnostici effettuati dalle Regioni. Assolutamente no. Le stime più attendibili prospettano, al pari delle periodiche epidemie influenzali, dai 6 ai 10 milioni di contagiati da Covid19, solo in Italia. A questo dato sicuramente non marginale, se ne deve aggiungere un altro. Credo e lo dico convintamente, che vi sia un’eccessiva enfasi nella divulgazione dei numeri. In base ai dati dell’Istituto Superiore di Sanità di cartelle cliniche relative ad esami autoptici eseguiti su presunte vittime da Covid19 abbiamo che in 909 casi solo 19 sono da attribuirsi come causa diretta e reale al Sars-CoV2. Sottolineo che col tempo, rispetto alle analisi iniziali, dove vi era un’attenta analisi delle cartelle cliniche dei pazienti, si è forse fatto confusione tra persone con coronavirus e persone morte di coronavirus. I ricoveri nelle terapie intensive, che ad oggi non hanno alcun problema in termini di numeri e di posti occupati, sono principalmente dovuti ad altre circostanze. Un soggetto potrebbe essere stato intubato anche a seguito di un incidente stradale o sul lavoro e solo dopo il tampone risultare anche positivo al Covid-19. Questo determina numeri complessi in quanto in caso di ipotetico decesso futuro la causa della morte non sarà stata certamente il Covid-19. È la nota questione del decesso con Covid e decesso per Covid. I numeri sono errati ma con i numeri vengono giustificate le iniziative ed i provvedimenti presi dal governo e dalle giunte regionali. In conclusione, l’epidemia da COVID-19 è un’infezione che sappiamo adesso come confrontare. Vi è una terapia per la forma iniziale di presentazione della malattia basata sull’ossiclorochina e sull’azitromicina, vi sono poi degli antivirali come il remdesivir, usato già per l’ebola, il fapilavir (avigan) dal 2014 prodotto in Giappone e l’ivermectin, usato già in Australia per la dengue e la zika.                                                                Infine sappiamo l’importanza dell’eparina e dei suoi derivati insieme al cortisone, in particolare il desametazone, per il problema della tromboembolia dei piccoli vasi degli organi vitali ed infine la sieroterapia con gli anticorpi specifici dei guariti, che viene adesso utilizzata anche come profilassi per 35 mila operatori sanitari in USA”.