“IL PERICOLO DI UNA DISCARICA AD APRILIA NON E’ SCAMPATO”

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Il 2 febbraio il Consiglio comunale vota di nuovo il no al progetto di bonifica e discarica a La Gogna della Paguro

L’assessore all’ambiente Monica Laurenzi incassa il “favore” delle opposizioni ma non c’è “sintonia” col sindaco sul coinvolgimento dei partiti

Anche Vulcano si picca con Laurenzi: “Non stiamo scaldando le sedie. È una falsa unione”

di Riccardo Toffoli

Il Consiglio comunale di Aprilia vota nuovamente “no” al progetto di bonifica e discarica a La Gogna in via Savuto proposto dalla Paguro. Per l’assessore all’ambiente Monica Laurenzi che in Consiglio ha veramente fatto la parte del leone: “Il pericolo di una discarica ad Aprilia non è scampato, c’è ancora ed è più forte che mai”. L’assessore Laurenzi se la prende con la provincia di Latina che ha prodotto atti a suo giudizio “tardivi”, poi se la prende con i Comuni limitrofi che non hanno mostrato “solidarietà” ad Aprilia e neanche hanno presentato osservazioni. Infine rivolge un appello a tutti i consiglieri di “bussare alle porte” dei referenti politici nazionali perché con la nomina di un commissario ad acta, la palla non è più in mano alla Regione ma al Ministero. E non sono mancati momenti di frizione con il sindaco che di “partiti” e di “bussare a Roma” non vuole proprio saperne. Antonio Terra cita gli insegnamenti di Luigi Meddi: “A Roma i partiti sono tutti uguali, diceva un mio Maestro” e fa presente che non ha tessere di partito da oltre 20 anni e non intenderà prenderle nel prossimo futuro. Gli risponde il suo stesso assessore: “smettiamola di isolarci. Anche la programmazione del territorio avviene altrove. Il nostro civismo è fatto di percorsi politici”. Ma anche al consigliere Domenico Vulcano, presidente della commissione ambiente della provincia di Latina che si è battuto in questi giorni moltissimo per far produrre atti alla Provincia contro il progetto, non vanno proprio giù le accuse mosse da Laurenzi. Dopo aver citato gli atti di Consiglio provinciale con i quali è stato deliberato il no alla discarica a Via Savuto e a Borgo Montello e dopo aver snocciolato il lavoro svolto dalla sua commissione in sinergia anche con il sindaco Terra che è consigliere provinciale, si lancia in uno sfogo: “Non abbiamo proprio scaldato le sedie. Dimostriamo questa falsa unione e poi alla fine dobbiamo sempre dare la punzecchiata a qualcuno”. Insomma nel consiglio comunale del 2 febbraio, a parte la “facciata” di un’unione politica sul no al progetto di bonifica e discarica presentato dalla Paguro, le parti se le sono date a colpi di fioretto. E la maggioranza Terra, a parte il “differend” malcelato tra assessore e sindaco sul ruolo dei “partiti” e il futuro della battaglia “politica”, incassa anche l’assenza al momento della votazione di tutto il gruppo di Unione Civica: Marco Moroni e Massimo Bortolameotti. Il no al progetto, con allegate tutte le osservazioni scritte dal settore ambiente, passa comunque all’unanimità dei presenti: 22 consiglieri.

LAURENZI: “DISCARICA CAMUFFATA DA BONIFICA”

Ha aperto il dibattito l’intervento dell’assessore all’ambiente Monica Laurenzi che ha sicuramente scaldato l’assise politica. “Torniamo in quest’aula per dire un no forte e convinto a questo progetto di discarica camuffato da bonifica. –ha detto l’assessore- Chiedo scusa ai consiglieri comunali per il ritardo nell’invio degli atti ma abbiamo aspettato fino all’ultimo giorno utile per poter integrare le osservazioni da parte dei molti cittadini e associazioni che hanno voluto far sentire la loro voce. La proposta della società Paguro è quella di realizzare in via Savuto una discarica, ripeto, camuffata da bonifica. Siamo nella fase osservativa. C’è stata una prima fase legata alle osservazioni degli enti mentre questa seconda fase viene aperta a quanti vogliono presentare osservazioni al progetto. Al termine di questa fase verrà indetta una conferenza dei servizi. Sarà quello il luogo dove di nuovo con forza andremo a ribadire il nostro no. La provincia ha messo in campo atti tardivi. Ad oggi pende sul nostro territorio la nomina di un commissario ad acta, che sollecitato da un ricorso fatto da Rida, dovrà individuare un sito per la discarica dove conferire i rifiuti trattati dal Tmb. La notizia che più di tutte mi ha sconvolto e mi preoccupa, è che individuato dal Tar questo commissario nella persona del direttore del Ministero dell’Ambiente, abbiamo appreso in questi giorni che la società Rida ha fatto un’istanza dicendo che non va bene quel commissario perché quella direzione individuata dal Tar non esiste. La società chiede al Tar di nominare un altro commissario. Ci troviamo di fronte ad un sovvertimento dei luoghi e delle regole. La situazione è molto grave. Il fatto che si dica no a Borgo Montello lascia aperta la questione di Aprilia. Noi continueremo a lavorare e non faremo marcia indietro, ma bisogna mettere in campo una strategia diversa dove ognuno di noi deve sentirsi responsabile nel chiamare intorno ad un tavolo i riferimenti più alti perché il tema oggi è parzialmente interessato dalla Regione, molto più interessato dal Ministero. Molti errori si sono commessi fino ad oggi perché si è ragionato di tattica e non di strategia. Come uffici abbiamo lavorato incessantemente e senza sosta. Il pericolo della discarica qui ad Aprilia non è scampato, c’è ancora ed è più forte che mai. Sono arrivate molte osservazioni di comitati e cittadini, non ho visto osservazioni da parte dei Comuni, non ho idea di che cosa ha inviato la Provincia, non ho visto una solidarietà nei confronti del nostro Comune da parte degli amministratori della nostra provincia a partire dal presidente della provincia. Questa mancata solidarietà a me preoccupa. Non basta dire no a Borgo Montello e no a via Savuto sapendo che la vicenda di Borgo Montello si chiuderà tra qualche giorno mentre la vicenda di via Savuto è tutta aperta e corre più veloce di noi. Le osservazioni tecniche sono state già inviate, la delibera che andremo a votare consente uno spazio di integrazione da parte di tutti”.

VULCANO: “NON SCALDIAMO LE SEDIE”

L’intervento dell’assessore Laurenzi per quanto si appellasse all’unità, ha creato qualche mal di pancia tra i consiglieri e lo stesso sindaco ha poco digerito l’appello ad interessare della vicenda i partiti. La Laurenzi però, incassa gli elogi di Vincenzo La Pegna (Fratelli d’Italia) e di Roberto Boi (Lega) che, senza mezzi termini, dice: “Laurenzi ha preso il toro per le corna a differenza di quanto successo a gennaio 2018 per il progetto di discarica di Colli del Sole. All’epoca siamo stati io e la consigliera Carmen Porcelli ad accendere i riflettori e portammo la questione in Consiglio comunale. Sindaco e assessore si dissero non conoscenti di quanto stava avvenendo”. Vincenzo Giovannini (Italia Viva) cerca di recuperare una linea unitaria e rassicura l’assessore: “Ad Aprilia la discarica non si farà”. “La politica apriliana –ha detto Giovannini- su queste tematiche è sempre stata unita e compatta. C’è un principio importante: non si può concentrare tutta l’impiantistica su uno stesso territorio. Oggi Aprilia ha tantissima impiantistica, non si può fare una discarica ad Aprilia. Se passasse, tutta la città di Aprilia si riverserebbe nella Regione e la occuperemo. Gli altri Comuni non ci danno la solidarietà perché si levano l’impiccio”. Anche Giorgio Giusfredi di Azione appoggia l’operato dell’assessore e recepisce il suo invito a coinvolgere i referenti politici nazionali. Il consigliere dell’Altra Faccia della Politica Federico Cola fa inserire lo studio epidemiologico all’interno della delibera e delle osservazioni. Ma è il consigliere Domenico Vulcano a rompere l’armonia del coro. “Non capisco perché l’assessore faccia riferimento alla Provincia di Latina –spiega Vulcano- abbiamo presentato una richiesta di consiglio provinciale firmata da 5 consiglieri, compresi me e il sindaco Terra. Abbiamo chiesto questo consiglio comunale per individuare i siti per la discarica e il Consiglio provinciale non solo si è riunito ma ha anche deliberato. Un qualcosa che non è mai successo nella storia della provincia di Latina. La commissione ambiente che presiedo, ha dato mandato al dirigente dell’ambiente di portare le osservazioni in questa fase istruttoria. Abbiamo vincolato gli uffici ad allegare il no del consiglio provinciale, lo studio della provincia di Latina sui siti, il precedente parere e la proposta di legge regionale per la creazione di Ato dei rifiuti. Questi sono fatti. Non abbiamo proprio scaldato le sedie. Dimostriamo questa falsa unione e poi alla fine dobbiamo sempre dare la punzecchiata a qualcuno”. Pure il sindaco ha rimarcato qualche dissonanza sul “nuovo corso” annunciato dall’assessore Laurenzi. Per Antonio Terra la colpa dei ritardi non è da attribuire alla provincia, ma ai “partiti”, “tutti i partiti presenti a livello provinciale e regionale”. Proprio quei partiti a cui l’assessore Laurenzi si era “appellata”. Il sindaco di Aprilia cita Luigi Meddi, che ha sempre considerato il suo Maestro di politica: “A Roma, come diceva un mio Maestro, i partiti sono tutti uguali. Evitiamo di andare a perdere tempo a Roma. Tessere di partito non ce n’ho e non ne farò mai una. Faremo la nostra battaglia da soli come sempre. Ho invece, chiesto al presidente della provincia di Latina di fissare appuntamento con il commissario ad acta appena sarà ufficializzato”. Ma Laurenzi non molla. Per lei la provincia ha ritardato gli atti, cita il caso di uno studio tecnico per l’individuazione dei siti che non è stato tenuto in considerazione e fa presente che mentre i siti di Forma e di Latina (nei pressi dello stabilimento Plasmon) individuati dalla conferenza dei sindaci, devono ancora essere approvati e poi realizzati e mentre il no a Borgo Montello dovrebbe chiudersi in pochi giorni, il commissario ad acta nominato dalla giustizia amministrativa deve decidere in poco tempo dove mandare i rifiuti del tmb di Campoverde e la partita su Aprilia è aperta. Poi risponde al sindaco Terra: “Noi dobbiamo uscire da questo isolamento. Tutti abbiamo i riferimenti politici e ora tocca bussare alle porte. Il nostro è un civismo che racconta di storie personali, di percorsi politici che molti di noi hanno maturato all’interno dei partiti. Le istituzioni superiori non sono governate dai civici, ma dalle forze politiche. Non credo che a Roma i partiti siano tutti uguali. Smettiamola di isolarci. Tutto da soli non siamo in grado di fare. La stessa pianificazione del territorio viene decisa altrove”.

COSA DICONO LE OSSERVAZIONI

Il documento delle osservazioni è stato firmato dal dirigente del settore ambiente Marco Paccosi e dall’ingegner Gabriele Rezzini sempre del settore ambiente del Comune. Secondo i tecnici, il recupero e lo smaltimento del materiale di bonifica deve essere svolto in un sito esterno e non può prevedere neanche temporaneamente lo stoccaggio sullo stesso sito di bonifica. Il progetto di discarica deve seguire l’iter autorizzativo previsto che è diverso da quello della bonifica. L’abbancamento riguarda per il 90% rifiuti “estranei” all’attività di bonifica per un volume utile di smaltimento pari a 664.450,00 mc. Per questo, secondo i tecnici, il progetto di bonifica rimane “marginale e sussidiario” rispetto a quello di discarica. È invece necessario, per il settore ambiente, mantenere separati i progetti di bonifica e di discarica, in base a quanto indicato dalla legge.  “Tale prospettiva –si legge nelle osservazioni- che vede la “bonifica” di un sito inquinato e la parallela e contemporanea riconversione in un impianto di “discarica”, non è compatibile con l’esigenza di tutela della salute e dell’ambiente che costituiscono obiettivo prioritario per questa Amministrazione e non dà garanzia del buon esito dell’azione di risanamento”. “Qualunque progetto di “bonifica” –continua il documento- vedrà il Comune di Aprilia, quale Autorità competente, favorevole solo a condizione che tutti i rifiuti oggi presenti nel sito e quelli trattati nelle attività di bonifica vengano smaltiti presso discariche esterne all’area di intervento. Escludendo pertanto qualsiasi previsione progettuale che preveda la realizzazione e gestione di impianti di discarica presso il sito”. Il documento evidenzia i già ricordati vincoli del piano regolatore che inserisce l’area come agricola vincolata, il vincolo paesaggistico ambientale, il fatto che l’area sia posta vicino al nucleo di La Gogna riconosciuto con l’approvazione definitiva nel 2013 della variante per il recupero dei nuclei spontanei. Inoltre ricorda come il piano dei rifiuti, approvato appena l’anno scorso, vieti espressamente di concentrare impianti con carichi ambientali sullo stesso territorio.

BOX “PIAZZALE” DI RIDA: ARRIVA L’OK ANCHE DAL CONSIGLIO DI STATO

Ampliamento Rida, il Consiglio di Stato conferma: “nessuna notevole ripercussione ambientale”. Il Collegio dei magistrati presieduto da Raffaele Greco conferma la sentenza del Tar e non blocca Rida dal costruire quel piazzale che la politica apriliana, unita e compatta, avrebbe voluto impedire. Secondo i magistrati di Palazzo Spada che hanno così deciso il 28 gennaio scorso: “La variante non incide sulla quantità di rifiuti trattati; l’opera da realizzare, prima facie, non presenta caratteristiche tali da comportare notevoli ripercussioni negative sull’ambiente; la necessità dell’ampliamento progettato deriva dall’impossibilità di esportazione dei rifiuti imballati, causata dalla Pandemia da Covid-19; A.r.p.a. Lazio ha prodotto una relazione relativa alla situazione degli stoccaggi nell’impianto della R.i.d.a. Ambiente, evidenziando la saturazione dei relativi spazi”. Ora bisognerà vedere se il Comune di Aprilia è intenzionata a proseguire la battaglia nel merito. Con un’ordinanza presidenziale il 1 aprile 2020 la Regione Lazio per scongiurare un’emergenza dei rifiuti in piena emergenza Covid-19, consentiva ai gestori degli impianti di trattamento dei rifiuti di aumentare rispettivamente la capacità annua di stoccaggio nel limite massimo del 30%. In deroga a tutti i procedimenti, il gestore dell’impianto avrebbe potuto in caso di necessità, sottoscrivere una semplice Scia, ossia segnalare agli enti competenti l’inizio dell’attività. La Rida Ambiente, così, il 10 aprile ha presentato una scia in Regione per l’ampliamento del 30% della capacità di stoccaggio. Il Comune di Aprilia si è subito opposto. Il 30 aprile il Consiglio comunale di Aprilia votava una mozione, approvata all’unanimità, di contrarietà all’ampliamento. Dopo una lunga battaglia a suon di carte, il 6 luglio il dirigente delle politiche ambientali e ciclo dei rifiuti Flaminia Tosini dice sì all’ampliamento del sito di stoccaggio di Rida Ambiente. Il Comune non si è, comunque, arreso e ha presentato ricorso al Tar. L’11 novembre i magistrati danno ragione a Rida: “l’intervento oggetto del provvedimento impugnato non appare determinare alcun significativo impatto ambientale”. Ora la conferma anche dal Consiglio di Stato.