di Antonella Bonaffini “Così passa la gloria del mondo” una frase molto esplicativa, sicuramente attuale, in considerazione della precarietà del nostro esistere, che ben denota come tutto ciò che abbiamo potrebbe svanire in un solo attimo, perché la stessa natura umana è solo transitoria. In ambito religioso questa locuzione viene utilizzata durante la cerimonia dell’elezione del pontefice per ricordare a quest’ultimo la transitorietà del potere su questa terra e il carattere effimero di tutto ciò che ci circonda. La frase, non a caso, accompagna un rito molto suggestivo che vede il cerimoniere dar fuoco ad un piccolo batuffolo di stoppa, su un’asta d’argento. Il batuffolo brucia ma la fiamma, dopo aver brillato per qualche secondo, improvvisamente si spegne. Le parole di questa frase accompagnano il venir meno della fiamma, e proprio come la stoppa brucia e si offusca in così breve tempo, così svanisce anche la gloria del mondo, l’operato del suo eccelso protagonista, la stessa vita umana. Eppure, troppo spesso, sembra che l’individuo umano a pensare non si soffermi. Figli che uccidono i genitori, i genitori che uccidono i loro stessi figli. L’individuo sembra ormai aver perso la sua bussola, navigare ignaro delle impervie correnti che stanno inghiottendolo, portarsi dritto verso una perdizione da cui dubito potrà più esserci salvezza. Ancora una volta utilizzo un’opera legata al simbolismo Vandelliano e che credo palesi quanto sopra enunciato in modo semplice ma incredibilmente emozionante e veritiero. L’uomo si discosta da quanto Dio di grandioso aveva deciso di donargli, e dimentico di quel sentire che avrebbe dovuto muovere il suo operare, porta la sua barca in una direzione che mai avrebbe dovuto potergli appartenere Siamo certi che il vero dramma che incombe sul nostro esistere sia solo legato al momento di emergenza sanitaria che stiamo vivendo? Perché la sensazione che si ha, guardando soltanto non solo poco indietro ma anche in avanti, è che al di là dei numeri che l’informazione con tempestività assordante ormai da un anno ci propina, l’individuo umano sia morto molto prima. Qualcuno un giorno scrisse che l’uomo invecchia quando i rimpianti superano i sogni. Ed io, oggi mi chiedo se dimentichi di questo maledetto tempo che sembra non volerci più in alcun modo appartenere, avremo ancora il tempo di sognare.