Raffaella Neocliti
Ad una settimana esatta dalla riapertura della discarica di Albano, una imposizione ricordiamola del sindaco Raggi frutto di una incapace gestione e programmazione della Regione Lazio a guida Pd-5stelle, dopo oltre 1000 tonnellate di rifiuti romani scaricati al giorno, dopo allarmanti relazioni sullo stato dei luoghi e delle falde idriche che attraversano il nostro territorio dell’arpa e presidi h 24 dei cittadini, leggiamo di un ricorso presentato al TAR dal comune di Ardea a spese dei cittadini, la cui camera di consiglio è convocata il 7 settembre. 1 mesi ancora, il mese più caldo dell’anno. In pratica fra 30.000 tonnellate di rifiuti….
Dal 2019 che assistiamo alla vetrina di sindaci locali su Via Ardeatina, pronti a garantire la non riapertura del sito. Una recita tutta grillina/pd della quale conoscevamo l’epilogo.
Come amministratore locale punto il dito nei confronti di questa amministrazione, più volte ribadito, sottomessa da un’ordine di scuderia tanto della grillina Raggi quanto dell’alleato pd regionale. Quella stessa Regione Lazio alla quale oggi Savarese deve sorridere, visti i finanziamenti in ballo.
E’ lo stesso sindaco infatti che dalla sua pagina social redarguisce chi,(cittadini, politici, comitati, ) riferisce di rifiuti TAL QUALI conferiti in discarica, impartendo una “ lezioncina”su modalità di trattamento e codici cer.
Ed è lo stesso sindaco che dalla sua pagina social, ci informa del contenuto del ricorso presentato avverso la riapertura della discarica ed il controllo da parte della soc .Ecoambiente, che gestisce l’impianto, di accettare l’abbancamento dei rifiuti ESCLUSIVAMENTE trattati da TMB , quindi stabilizzati, quindi non pericolosi.
Ciò che ci sconcerta maggiormente è proprio questo aspetto. C’è infatti da
Presupporre , anzi da temere, che quanto viene scaricato all’interno dell’invaso di Roncigliano, non sia un innocuo FOS , terriccio frutto di un trattamento stabilizzante della parte organica dell’indifferenziata di Roma.
E’ infatti proprio la nota dell’ Ecoambiente al Sindaco Raggi del 31 luglio che fa aumentare le nostre perplessità, quando leggiamo che dei 5 impianti autorizzati dalla Sindaca nelle sue 2 ordinanze, 2 (Ecosystem e Csa) sono dei tm, cioè impianti di trattamento meccanico che non dispongono della biostabilizzazione (processo che di fatto inertizza la frazione organica dell’indifferenziato trattato) al termine del loro processo.
Nonostante questo, i due flussi di scarti in uscita (secco e umido) sono entrambi contraddistinti dal codice 191212 (rifiuti speciali non pericolosi). Il problema è dunque legato al trattato umido, soprattutto perché Roma ha una raccolta differenziata molto bassa e quindi il suo rifiuto urbano è ancora troppo ricco di componente organica per non avere bisogno di una biostabilizzazione .
Ci chiediamo quindi, se l’ indifferenziata di Roma ha una ricca componente organica, come fa ad essere trattata da impianti TM senza biostabilizzazione.
Non ci rasserena sapere che fra 30.000 tonnellate il TAR forse farà chiarezza su questo aspetto.
Consigliere comunale Fratelli d’Italia
Raffaella Neocliti