Il ritardo dei pagamenti accumulato tra il 2020 e il 2021 rende la situazione finanziaria della clinica “gravissima” . Possibile cassa integrazione per 134 dipendenti
Nonostante le rassicurazioni di Regione e Sindaco l’emergenza non è rientrata A colloquio con la direzione amministrativa.
di Riccardo Toffoli
Emergenza clinica Città di Aprilia. A rischio: la chiusura i servizi di Pronto Soccorso, la cessazione delle prestazioni acuti, la chiusura dei servizi ambulatoriali e la chiusura dell’elisuperficie e, infine, la messa in Cassa Integrazione di 134 dipendenti. La situazione è ancora in stallo e la struttura sanitaria apriliana non scioglie la riserva sulle decisioni che la gravissima situazione ha determinato, già rese pubbliche a fine agosto, atteso che ad oggi la Casa di Cura non ha alcuna evidenza in ordine alle iniziative che la Regione Lazio e la ASL di Latina hanno inteso assumere. Le cause scatenanti sono i ritardi nei pagamenti delle fatture per i servizi sanitari resi nel 2020 e nel 2021. Si è accumulata una cifra altissima pari quasi a 5 milioni di euro per entrambe le annualità. Cifre che creano una sofferenza finanziaria non più sostenibile. La direzione amministrativa che ci ha risposto con sempre molta trasparenza e chiarezza in questa intervista che sottoponiamo ai nostri lettori e che rende l’idea di quale sia la situazione finanziaria che sta vivendo la clinica di Aprilia in questo momento, ha inviato una missiva il 27 agosto scorso a tutti gli enti interessati, in primis alla Regione Lazio e alla Asl di Latina e poi al Prefetto, alla Procura della Repubblica, al sindaco di Aprilia e alle sigle sindacali. Una lettera che spiega l’ammontare del credito accumulato nel 2020 e nel 2021 per servizi resi e non ancora pagati. La lettera è l’ultimo atto, sicuramente il più eclatante, di una serie di missive di sollecito che sono rimaste lettera morta, ossia come dice la direzione amministrativa “senza ricevere alcun riscontro”. Nel frattempo se le fatture non vengono liquidate per tempo, la struttura si è impegnata comunque a garantire i servizi, a pagare i creditori e i dipendenti, generando nel tempo “una gravissima situazione finanziaria” che se non si interviene, rischia di degenerare nella conseguente chiusura di attività importantissime e strategiche per la città di Aprilia e per tutto il territorio limitrofo. Aprilia, una città di circa 80 mila abitanti, non ha un ospedale pubblico e al Pronto Soccorso della Clinica affluiscono persone non solo della città di Aprilia, ma anche da Comuni limitrofi. La clinica Casa di Cura Città di Aprilia è presente sul territorio del Comune di Aprilia sin dall’anno ……… ed è per questo un presidio sanitario importantissimo e fondamentale per tutta la collettività e la comunità. La direzione amministrativa nella missiva del 27 agosto scorso, ha annunciato che, in caso di un intervento urgente, si vede costretta ad avviare dal prossimo 15 ottobre le procedure di chiusura e disattivazione del Pronto Soccorso, a cessare le prestazioni Acuti, a chiudere i servizi ambulatoriali e la elisuperficie e a mettere in Cassa Integrazione 134 dipendenti. Sarebbe un colpo gravissimo per Aprilia. Al momento in cui andiamo in stampa (18 settembre, ndr) l’emergenza non sembra essere rientrata. A colloquio con la direzione amministrativa rappresentata dal dottor Alessandro Sirri e dal legale rappresentante Angelo Aiello.
A quanto ammonta il totale delle fatture non pagate dalla regione e a quali annualità si riferiscono? “Le fatture di seguito riportate si riferiscono all’annualità 2020: 1. Il ns. credito riguarda il saldo del 2020 per prestazioni di Pronto Soccorso per funzioni della rete delle emergenze-urgenze per un valore di euro 1.066.012,00. 2. Il ns. credito riguarda il saldo del 2020 per prestazioni di ricovero per un valore di euro 549.964,00. Per un totale di euro 1.615.976,00 per l’annualità 2020. La Struttura in merito al saldo del credito 2020 ha sollecitato nel mese di giugno 2021, l’autorizzazione all’emissione delle relative fatture, ma tutt’oggi non ha ricevuto risposta indicativa. Le fatture di seguito riportate si riferiscono all’annualità 2021: 1. Fatture per ricoveri COVID e allestimento posti letto COVID per un valore complessivo di euro 573.143,00 2. Fatture di competenza 2021 per degenze ACUTI per un valore complessivo di euro 1.499.932,00 3. Fatture Pronto Soccorso per un valore complessivo di euro 968.272,00 4. Fatture per neonati sani per un valore complessivo di euro 89.779,00 Per un totale di euro 3.131.146,00 per l’annualità 2021”.
Questa somma di fatture non pagate rientra nel budget annuale della regione o sono fatture per prestazioni rese fuori budget, ad esempio dovuti agli accessi nel Ps? “Tutte le prestazioni sanitarie dagli accessi di PS alla gestione delle prestazioni di ricovero sono regolamentate e gestite da un contratto di budget annuale, fissato unilateralmente senza alcuna istruttoria sui dati delle prestazioni che sono rese dalla Casa di Cura, basato essenzialmente sull’utilizzo del limite invalicabile del quantum che la regione assegna alla Struttura di Casa di Cura Città di Aprilia, in assenza di una istruttoria tecnico-finanziaria e che viene ridotto, unilateralmente, di esercizio in esercizio. Le fatture in oggetto sono riferite a prestazioni collegate ad un accordo di budget, precisando che anche gli accessi di pronto soccorso sarebbero soggetti a budget, pur essendo questi ultimi non assolutamente programmabili e soggetti a variabili quantitative e qualitative”.
Il budget definito annualmente viene erogato con regolarità? – In merito alla regolarità dei finanziamenti, gli stessi, che secondo contratto andrebbero erogati entro 60gg dall’emissione delle fatture, questi vengono saldati con molto ritardo dalla scadenza e generalmente, unilateralmente nella gestione del budget, vengono riconosciuti in misura dell’80% del valore della produzione. Determinando, così, un credito certo del 20% a nostro favore che viene riportato all’anno successivo o immediatamente dopo. Prendiamo ad esempio le competenze delle mensilità di aprile maggio e giugno 2021, non ancora liquidati a tutt’oggi nella misura di circa euro 1.500.000, anticipati dalla Casa di Cura Città di Aprilia presso gli istituti di credito per il pagamento di stipendi, salari e fornitori nella misura di circa euro 1.350.000. Siamo, infatti, ancora in attesa di ricevere il saldo delle prestazioni di PS e delle prestazioni di ricovero per l’anno 2020, non essendo ancora autorizzati dall’ASL di Latina all’emissione delle relative fatture per un ammontare di 1.600.000, per cui non siamo in grado di anticipare il valore del credito, a fronte di obbligazioni per circa 1.300.000 nei confronti dei collaboratori, dei fornitori e istituti previdenziali. Il ritardo delle azioni da parte di Regione/ASL per definire i saldi delle dovute competenze relative alle prestazioni già erogate dal 2020 al 2021, per i quali si sono chieste le anticipazioni bancarie di cui sopra, è cronicizzato e genera una situazione finanziaria per la correntezza dei pagamenti di estrema sofferenza che assume, a ragione del ritardo, connotati di sempre maggiore gravità”.
Perché secondo voi la Regione non liquida per tempo queste fatture? – “Questa domanda è da porre alla ASL di Latina e alla Regione Lazio. Noi non entriamo nel merito del modus operandi dei suddetti”.
Sappiamo che dopo la missiva una parte del credito pare sbloccata. A quanto ammonta la somma sbloccata e questo basta a sospendere o quantomeno ritardare la chiusura dei servizi specie Ps ed elisuperficie e la cassa integrazione dei dipendenti? – “Come ben sapete la vicenda è stata condivisa e vede coinvolti la Regione Lazio, la ASL di Latina, il Prefetto, la Procura della Repubblica, il sindaco di Aprilia nonché i sindacati che hanno richiesto l’apertura di un tavolo delle trattative con la ASL, per cui in questo momento non è possibile poter rispondere nell’attesa delle iniziative che le informate Autorità intenderanno assumere. Possiamo solo confermare che a Casa di Cura mostra la massima attenzione alla tutela delle maestranze e della collettività, qualora ciò fosse consentito attraverso l’erogazione delle risorse finanziarie relative ai servizi che sono stati regolarmente espletati”.
Siete disponibili all’apertura di un tavolo per definire una volta per tutte queste problematiche che purtroppo ciclicamente si ripresentano? – Questa Casa di Cura ha lo scopo di rendere più gestibile il contratto di budget ed è ben disposta all’apertura di un tavolo per meglio definire tutte le problematiche che ciclicamente si presentano nel corso della gestione sanitaria. Laddove le parti si riuniscano per risolvere i problemi dei cronici ritardi, nella speranza di arrivare ad una serena e definitiva risoluzione di queste problematiche”.
E perché si ripresenta? – “Come già risposto in precedenza, questa domanda è da porre alla ASL di Latina e alla Regione Lazio. Noi non possiamo entrare nel merito circa la gestione delle procedure previste dalle norme, dal contratto e dagli Accordi che sono stati siglati con la nostra Struttura. Possiamo solo ribadire come, già in precedenza, si erano manifestate le medesime criticità che, con grande sforzo economico, la nostra Struttura è riuscita a superare. Ora la inopinata e costante riduzione del budget attribuito a Casa di Cura, ribadiamo, senza lo svolgimento di alcuna istruttoria che ne rappresenti oggettiva giustificazione, i costi delle ulteriori prestazioni richieste, sia pure in una situazione emergenziale, non rimborsati, non consentono di sostenere altri sforzi”.
Secondo voi quali sono le misure da intraprendere per evitare il ripetersi di questa situazione? – Per poter immaginare delle valide soluzioni, si dovrebbero conoscere le esatte cause che provocano tali situazioni di cronica sofferenza finanziaria in danno della Casa di Cura, e comunque non spetta alla Casa di Cura proporre soluzioni quando gli Enti competenti hanno tutti gli strumenti normativi di riferimento e tenuto conto di come Casa di Cura abbia sempre rispettato tutti gli adempimenti e le formalità che le disposizioni, contrattuali e normative, prevedono”.
La clinica città di Aprilia non chiude e i lavoratori del 118 verranno stabilizzati: lo assicura l’assessore alla sanità della Regione Lazio D’Amato che ha risposto alle nostre domande.
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