IL “GREEN PASS”, UN CERTIFICATO “SUBDOLO” SENZA NESSUNA LOGICA. ECCO ALCUNI ESEMPI DELLA SUA INUTILITA’ PER LA COLLETTIVITA’

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di Massimo Catalucci

Più passano i giorni e più non è possibile fare a meno di cercare quale potrebbe essere l’utilità del “Certificato Verde”, adottato come prassi obbligatoria dal Governo per combattere la diffusione del Covid-19.

E più si tenta, con tutta umiltà e buon senso possibili di trovare l’efficacia e l’utilità del “Green Pass” e più si scopre che non vi è un vantaggio per la collettività, né per frenare la diffusione del virus del terzo millennio e allora per chi è vantaggioso?

Lasciamo ad ognuno rispondere a questa domanda…e nel frattempo, invito i lettori a fare questa riflessione.

Immaginiamo questa situazione (forse c’è poco di immaginazione e tanto di realtà): ci sono dipendenti di un supermercato, di un servizio di trasporto pubblico (autobus urbani ed extraurbani; treni regionali, metropolitane, tram), che rinunciano, come già accaduto, al “green pass” perché, appellandosi ai diritti di libertà e de lavoro, sanciti dalla costituzione italiana (G.U. n. 298, ediz. straord., del 27 dicembre 1947; G.U. n. 2 del 3 gennaio 1948) e dalla Dichiarazione Universale dei Diritti Umani (10/12/1948 Assemblea Generale delle Nazioni Unite) non accettano coercizioni in tal senso che ledono i loro stessi diritti.                        E comunque, nonostante, esistano chiare carte costituzionali e accordi internazionali sui diritti umani di libertà e lavoro da rispettare, quegli stessi lavoratori che si ribellano (legittimamente) ad un sopruso del Governo, vengono sospesi dal lavoro perché considerati pericolosi per loro stessi, per gli altri e perché violano un obbligo emanato dal Governo e relativo al decreto legge sull’obbligatorietà del possesso del certificato verde.

Bene, vediamo ora l’assurdità dell’attuazione di questo obbligo.                          Sempre con l’ausilio dell’immaginazione, che si dimostrerà più vera del tentativo di far credere che il Green Pass sia una prassi per sconfiggere la diffusione del Covid-19, pensiamo ora a quei lavoratori di cui sopra, che si troveranno a vivere la loro quotidianità nel periodo di sospensione dal lavoro.Queste persone (lavoratori sospesi) si recheranno a far la spesa al supermercato per approvvigionarsi di generi alimentari quotidiani?

Potranno salire sui mezzi di trasporto pubblici (autobus urbani ed extraurbani; treni regionali, metropolitane, tram), quotidianamente e più volte?

Siamo certi che la risposta è, “SI”, potranno farlo!!!                                                  E aggiungiamone un’altra: “devono farlo esibendo ogni volta il “Green Pass”?

Anche qui siamo certi della risposta che è, “NO”!!!

E allora, qual è la ratio per cui sono stati sospesi dal lavoro per mancanza del “Green Pass” dal supermercato o dall’azienda di trasporti dove lavorano se poi, giornalmente, gli stessi lavoratori sospesi, entrano ed escono dallo stesso supermercato e dagli stessi mezzi di trasporto pubblico, in questo caso come clienti o passeggeri?

È chiaro che questo stato di cose, insieme a quanto accaduto al varco portuale di Trieste, con la dispersione dei manifestanti da parte della Polizia di Stato e dai Carabinieri, fanno riflettere molto su l’utilità del “Green Pass” e, soprattutto, a chi giova veramente.