TRIESTE: PUZZER E LA STRATEGIA DELLA SEMPLICITA’ PER AFFERMARE I DIRITTI UMANI

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di Massimo Catalucci

Stefano Puzzer, sta conquistando i consensi di molti italiani con una strategia comunicativa e relazionale semplice. Milioni di persone in Italia sono stanche di un linguaggio artefatto, strumentalizzante e creato ad hoc da una politica volta ad ingabbiare e allo stesso tempo, dividere, la popolazione su qualcosa che invece, li accomuna. Il lavoro, l’economia, la salute, la cura, la libertà, non sono argomenti che devono spaccare una comunità, al contrario, devono unirla. Ed è quello che sta facendo Puzzer con una “rivolta” popolare pacifica, dove le provocazioni ai manifestanti non vengono accolte dagli stessi e ripagate con la stessa “moneta”, piuttosto, con l’Amore, quello con la “A” maiuscola, con il “Silenzio”, la “Preghiera” ma al contempo, con la fermezza di chi sa di essere nel giusto. Dove per giusto non si intende qualcosa che riguarda un punto di vista personale, bensì, ciò che riguarda il bene comune, dove c’è il rispetto delle diversità; il rispetto della libertà di scelta; il rispetto dell’altro ma prima ancora il rispetto della propria identità e dignità di Esseri Umani.

Le immagini, che circa una settimana fa abbiamo visto tutti, hanno messo in risalto la pacifica protesta dei portuali di Trieste e allo stesso tempo, l’attacco gratuito con idranti da parte delle forze dell’ordine nei confronti di tranquilli manifestanti. Al porto di Trieste c’erano persone raggruppate in segno di protesta ma pacifica, sedute a terra, legate una all’altra per mano, raccolte in preghiera ognuno secondo il proprio credo ma uniti tutti dalla forza dell’Amore che combatte la guerra con il sentimento e la fede di chi crede nella democrazia, nella bontà umana e nel bene. Ma abbiamo anche visto persone forti che non scendono a compromessi con un Governo che vuole schiacciare l’identità di un popolo che, faticosamente e con il sangue, in passato ha combattuto per quegli ideali di libertà che la nostra Costituzione “recita” nei suoi articoli e che quegli stessi governanti, che sono rinchiusi nei palazzi istituzionali, infrangono giornalmente.

E Stefano Puzzer, in questa azione di “resistenza” ai poteri forti non può e non deve essere lasciato solo. I reali oppositori, in questo nostro delicato momento storico, non sono i manifestanti, coloro che rivendicano i propri diritti costituzionali, bensì, i rappresentati del Governo, capaci di distorcere la realtà delle cose. Il mero tentativo di far passare il “Green Pass” come strumento di libertà, ha aperto gli occhi di molti italiani che non accettano il “certificato verde” quale lascia passare per la loro libertà, perché hanno capito che questo strumento, utilizzato come “maschera” dal Governo, è il tentativo di reprimere ogni condizione democratica oggi ancora vigente nel nostro Paese.

Come scrissi in un mio precedente articolo (clicca su questo link https://www.giornaledellazio.it/tra-pandemia-covid-19…/ ) a farne le spese di questa condizione socio-sanitaria ed economica e a cui aggiungo “politica”, sono tutti i cittadini, “No Vax” e “Pro Vax”. Ecco, quindi, che la richiesta dei manifestanti di Trieste, a cui si aggiungono molti altri in tutta Italia, è quella di abolire il “Green Pass”, perché considerato antidemocratico, divisorio e deleterio per l’economia.  Ma Stefano Puzzer, seppur determinato e coadiuvato da molti suoi colleghi e da tanti altri italiani, come lui stesso chiede, ha bisogno di essere sostenuto costantemente e in modo continuativo, in questa “azione di resistenza” nei confronti delle coercizioni messe in atto dal Governo con l’attuazione del “Green Pass”.

L’azione dei portuali di Trieste può essere sostenuta unendosi a loro anche a distanza, incontrandosi in ogni piazza delle città della nostra Nazione. I punti inamovibili su cui l’azione di resistenza si poggia e ai quali domani il Consiglio dei Ministri si confronterà sono semplici. Il Governo deve:

1) togliere il decreto sul “Green Pass”; 2) togliere l’obbligo vaccinale; 3) concedere il diritto al popolo di manifestare liberamente e pacificamente nelle piazze italiane senza dover subire qualsiasi tipo di assalto o qualsiasi tipo di restrizione; 4) presentare ufficialmente le sue scuse per quello che è successo ai manifestanti fuori dal porto di Trieste, Lunedì 18 ottobre 2021.