Lo strappo definitivo sul mancato sostegno del gruppo alla candidatura di Giovannini alle provinciali
Le tappe di una crisi che era nell’aria già da tempo
di Riccardo Toffoli
Lo strappo tra Piazza Civica e il sindaco Antonio Terra si è definitivamente consumato. L’ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso è riconducibile sicuramente al mancato sostegno da parte dei tre consiglieri di Piazza Civica (Pino Petito, Ilaria Iacoangeli e Fiorella Diamanti) alla candidatura di Vincenzo Giovannini a consigliere provinciale che era stata portata da tutta la maggioranza Terra. Piazza Civica ha deciso di votare per Barbara Carinci di Terracina. Un atto “grave” l’ha subito giudicato il sindaco Antonio Terra dopo aver sentito il parere di tutte le liste di maggioranza che con Piazza Civica non ne volevano più sapere. Il 18 dicembre si sono tenute le elezioni provinciali, il 19 dicembre la riunione di maggioranza che ha deciso di estromettere dai giochi Piazza Civica. Il 20 dicembre il sindaco ha ritirato le deleghe agli assessori Monica Laurenzi all’ambiente e Omar Ruberti all’urbanistica. Attualmente il sindaco Antonio Terra mantiene a sé le deleghe, in attesa di sviluppi politici che potrebbero non essere poi così vicini nel tempo.
IL RETAGGIO POLITICO: ERA IMPOSSIBILE FAR VOTARE GIOVANNINI A PIAZZA CIVICA
Chi conosce la storia di Omar Ruberti e di Monica Laurenzi può facilmente intuire che il loro gruppo non avrebbe mai potuto votare Vincenzo Giovannini. Quest’ultimo, leader indiscusso del Partito Democratico di Aprilia proviene dall’area ex Margherita. Nel partito cittadino il gruppo Laurenzi si è sempre contrapposto alla politica di Vincenzo Giovannini fin da quando quest’ultimo con una manovra politica decise di appoggiare l’allora giunta Santangelo diventando vicesindaco di quell’amministrazione che poi è stata sfiduciata dagli stessi consiglieri. Nelle primarie che si sono tenute, il gruppo ha contrapposto i propri candidati per cercare un’alternativa anche interna, ma non ha avuto la forza dei numeri di imporsi a causa di un asse inossidabile tra gli ex Margherita e ex Ds di cui faceva da tutore politico l’allora senatore Claudio Moscardelli. Ma del resto neanche l’allora sindaco Domenico D’Alessio, fondatore della via “civica”, ha mai voluto che il Pd di Giovannini entrasse nella sua maggioranza. Così dopo tanti tentativi interni di cambiare la linea politica del partito, Laurenzi e Ruberti hanno deciso di uscirne localmente e di darsi da fare per la composizione di una lista civica in appoggio al sindaco Terra e che fosse anche la “sua” lista civica. È nata così nella campagna elettorale del 2018 la lista civica Terra Sindaco (mentre il Pd di Giovannini ha tentato un’altra strada: quella del candidato ex preside Giorgio Giusfredi). Lo ha fatto però con uno scopo, lo dice oggi Omar Ruberti: “per aprire il civismo e traghettarlo oltre i confini di Aprilia, per partire dalla nuova classe dirigente civica e traghettarla in un quadro politico nuovo”. Sappiamo tutti com’è andata. Giovannini al ballottaggio rompe con la coalizione di Giusfredi e appoggia Terra. Poi esce dal Pd che rimane così senza rappresentanti in Consiglio comunale e aderisce ad Italia Viva di Renzi e infine entra nella maggioranza. Morale della storia: lo storico avversario interno si ripresenta in casa e in più questa volta, è il candidato di tutta la maggioranza Terra al consiglio provinciale. È chiedere forse troppo ad un gruppo che ha fatto per tantissimi anni della “coerenza politica” la sua bandiera. Ma perché allora non ha trovato un altro candidato più condiviso? Il motivo era semplice. Piazza Civica ha tentato di lanciare Terra come candidato alla presidenza della Provincia. Sul suo nome si poteva aprire un ampio accordo politico. Ma anche chi conosce bene Terra, può capire i motivi del suo rifiuto. La candidatura provinciale gli venne proposta già alle scorse provinciali da tutto il gotha del Pd provinciale. Anche in quell’occasione rifiutò. Ci disse all’epoca: “Mi chiesero non solo di aderire al Pd ma di rappresentare un’area specifica del Pd e questo non potevo accettarlo”. Terra vuole rimanere politicamente libero dalle imposizioni, è sempre stato così anche a costo di rimanere nella sua Aprilia. E siccome le elezioni provinciali sono di secondo grado, non votano i cittadini, i ragionamenti alla base sono quelli di Palazzo e le dinamiche spicciole di partito. Non avrebbe mai potuto candidarsi. Ma perché allora Giovannini? Probabilmente per una questione interna di maggioranza. Terra è restio agli strappi, gli piace la stabilità e la continuità politica e gli piace garantirla. Per questo l’ingresso in maggioranza di Vincenzo Giovannini che poi ha fatto gruppo con il consigliere Mariana Iulian avrebbe potuto creare qualche scossone nell’amministrazione, con la possibilità per il nuovo gruppo di rivendicare un posto in giunta. E per evitare altri rimpasti interni il sindaco e la maggioranza avrebbero appoggiato la sua candidatura alle provinciali. Del resto Vincenzo Giovannini ha svolto più volte il ruolo di consigliere provinciale e ha anche avuto deleghe importanti in passato in via Costa. Una soluzione di compromesso che avrebbe fatto contenti tutti. Tranne che Piazza Civica, indisponibile da subito ad ingerire questo “rospo”. E il sindaco Terra lo sapeva bene. Tant’è vero che ha lasciato delle vie d’uscita al gruppo consiliare tra le quali la più visibile è la candidatura di Giorgio Giusfredi, ex preside, uomo di indiscussa moralità e apprezzato in città. Piazza Civica invece, ha preferito portare i suoi voti a Terracina e lo ha fatto, hanno detto Laurenzi e Ruberti in una conferenza stampa, “perché è ora che Aprilia esca dall’isolamento politico”. Tanto è bastato a consumare la rottura di uno strappo che già da tempo stava diventando sempre più profondo.
DALLA LISTA TERRA A PIAZZA CIVICA: VISIONI POLITICHE ORMAI “INCOMPATIBILI”
Per capire meglio, tocca ancora fare qualche passo indietro. La Lista Terra è nata come lista del candidato sindaco. Antonio Terra, da sempre arroccato in Forum per Aprilia, per le elezioni del 2018 ha deciso di “sacrificare” il suo Forum per una lista autonoma che prendesse il suo nome. Oggi Terra con la presentazione ufficiale del nuovo direttivo, ha confermato di essere pienamente ritornato dentro Forum ma nel 2018 provò quest’altra strada. Nella lista Terra quindi confluirono due “anime”. La prima è quella più stretta e vicina alla figura del sindaco, come la socialista di primo pelo Michela Biolcati Rinaldi o persone più vicine a lui come la dottoressa Mariana Iulian che appunto viene dall’esperienza di Forum. La seconda anima era più innovativa e faceva riferimento al nuovo gruppo entrato nella compagine di Monica Laurenzi e Omar Ruberti. L’esito elettorale ha dato alla lista quasi l’8% ed è stata la più votata della maggioranza portando in consiglio quattro consiglieri. I numeri hanno premiato il gruppo innovativo. Per i primi due anni si è trovato un equilibrio. Michela Biolcati Rinaldi ha assunto il ruolo di assessore all’ambiente, lasciando il posto in Consiglio comunale a Fiorella Diamanti. Un esterno, Salvatore Codispoti, è stato scelto per il posto di assessore all’urbanistica. Il 21 luglio 2020, però, il gruppo Laurenzi-Ruberti ha tentato una nuova operazione politica ufficializzando la nascita di piazza Civica. Come ha detto Omar Ruberti, questa scelta è servita per “trasformare il contenitore elettorale della Lista del Sindaco in un nuovo soggetto politico locale. La piazza è quell’area libera che, a prescindere dal valore architettonico e monumentale, si apre in un tessuto urbano, al termine di una strada e più spesso all’incrocio di più vie, e che funge da luogo di ritrovo e di riunione dei cittadini, costituendo il centro della vita economica e politica della città”. Terra assiste da esterno, ma è normale che non sia proprio contento di vedere svanire nel nulla la lista che porta il suo nome. Si apre una crisi interna. Il 6 agosto successivo Monica Laurenzi prende il posto di Michela Biolcati Rinaldi alla guida dell’assessorato all’ambiente e Omar Ruberti all’urbanistica al posto di Salvatore Codispoti. Michela Biolcati Rinaldi rimane così fuori dai giochi e di certo, non l’ha ben digerita. Omar Ruberti, all’epoca capogruppo della lista in consiglio e presidente della commissione finanze, si dimette da consigliere e lascia il posto alla dottoressa Mariana Iulian la quale nel consiglio del 13 agosto dice subito “di non condividere il progetto di Piazza Civica” e rimane come unico consigliere del gruppo della Lista Terra. Ad un anno circa di distanza, è l’8 agosto 2021, il consigliere Vincenzo Giovannini entrato nella maggioranza Terra, decide di formare gruppo unico con Mariana Iulian. Insomma Piazza Civica ha tre consiglieri e due assessorati, la Lista Terra ne ha due e neanche un assessorato. Non si tratta di applicare il manuale Cencelli, ma è certamente una situazione che deve essere sciolta. Del resto non si sarebbe potuto rimpastare nuovamente quando stava in piedi una battaglia contro il progetto di discarica a La Gogna e quando sull’urbanistica sono piovuti 15 milioni di euro per il Pinqua. Tanto valeva proporre soluzioni alternative e arriva così la candidatura di Giovannini alle provinciali.
“IL VOTO ALLE PROVINCIALI NON FA PARTE DEL PATTO ELETTORALE”
Per il sindaco che ha ritirato le deleghe a Ruberti e Laurenzi il 20 dicembre: “La decisione di votare un candidato di un’altra città, privando Aprilia di una rappresentanza in Consiglio Provinciale, è un fatto grave non è venuta meno solo la fiducia con me ma anche quella con l’intera maggioranza. È chiaro che questa scelta pone Piazza Civica fuori dalla maggioranza: il ritiro delle deleghe era un atto scontato”. A dire la verità, il sindaco ha usato pochissime parole, interessato a non alzare grossi polveroni e a fare spegnere subito le polemiche. Anche nella conferenza stampa di fine anno, in aula consiliare, ha glissato molto sull’argomento dicendo che: “ora la maggioranza è impegnata nella redazione del bilancio per garantire ai cittadini i servizi e scongiurare aumenti”. E così si è tenuto le due deleghe per sé aspettando forse tempi migliori. Per Laurenzi e Ruberti però, l’estromissione dalla giunta e dalla maggioranza è inconcepibile politicamente. Nel pomeriggio del 23 dicembre tutto il gruppo si è presentato compatto in una conferenza stampa presso il Caffè Marconi, di fronte alla biblioteca e ha voluto raccontare la sua versione dei fatti. “C’è un nodo sostanziale che ha sbagliato il sindaco e sul quale dovrebbe dare maggiori spiegazioni –ha detto Omar Ruberti- il voto alle provinciali non fa parte degli impegni e del patto assunto in campagna elettorale. Pertanto non ci sentiamo assolutamente vincolati. Sono altri i punti sui quali abbiamo siglato i nostri accordi nel 2018”. Ma il gruppo continua a difendere la scelta di aver votato un consigliere di Terracina. “La città soffre da troppo tempo ormai a causa di un isolamento politico e questo ci preoccupa molto. –hanno detto- Un isolamento strutturale e profondo, lasciato lì in un cantuccio, ignorato nella speranza che possa dissolversi”. Aspramente criticato l’atteggiamento di vivere il civismo come fine a se stesso. “Il sindaco attua un modo di operare che è lontano dal nostro modo di sentire –ha detto Ruberti- l’allargamento della maggioranza che anche noi abbiamo richiesto, non deve essere inteso come annessione di consiglieri e svuotamento delle loro identità politiche. Il nostro allargamento è invece di un altro tipo: bisogna mantenere e valorizzare le identità politiche di ciascuno di noi e sono proprio le identità politiche che ci fanno uscire dall’isolamento in cui siamo entrati”. “La sua scelta –hanno detto infine- è stata, ancora una volta, di “far quadrare i conti” in casa, accordando una poltrona a chi tra gli eletti, seppur in una coalizione alternativa alla nostra, si è aggiunto al gruppo di maggioranza, senza che questo allargamento avesse la minima prospettiva politica, ma solo numerica ed elettorale. A tutto questo ci siamo sentiti in dovere di dire no”.