Il 29 ottobre, all’ultimo minuto, la nuova proposta: aumento del 6% ma è ancora tutto da vedere
Il presidente della provincia di Latina Gerardo Stefanelli ci dice: “Ci aspettano due settimane di mediazione. I Sindaci continuano sull’ipotesi di Arera al 3,5% ma dobbiamo arrivare ad una proposta unica”
di Riccardo Toffoli
Aumento della tariffa dell’acqua dal 9,5% al 6% ma i Sindaci insistono: “Per noi non si dovrebbe superare il 3,5%. D’altra parte capiamo che non possiamo portare ad Arera due differenti proposte”. Il 30 ottobre la conferenza dei sindaci ha preso atto della nuova proposta del gestore del servizio idrico, arrivato giusto all’ultimo minuto per scongiurare l’applicazione della tariffa minima (10% in meno dell’attuale) e ha deciso di rinviare la discussione per valutare le carte. Il presidente della provincia Gerardo Stefanelli ci dice senza mezzi termini: “Io sono un Sindaco, ma penso di esprimere una posizione condivisa da tutti. Per noi l’aumento della tariffa deve rientrare nel 3,5%, ossia nell’ipotesi di Arera a seguito degli adeguamenti tecnici dovuti all’aumento dei costi di energia e quant’altro. Sappiamo anche che non possiamo portare ad Arera due proposte contrastanti, quella dei Sindaci e quella del gestore. Perché Arera potrebbe anche accogliere la proposta del gestore. Quindi l’obiettivo comune è arrivare ad una proposta unica. Ci aspettano pertanto due settimane di mediazione”.
IL PRIMO PIANO INDUSTRIALE: 9,5% DI AUMENTO NEL TRIENNIO
Ai primi di luglio Acqualatina, gestore del servizio idrico, forte del nuovo socio privato Italgas, ha presentato ai Sindaci e all’Egato4 un piano industriale che a fronte di investimenti per circa 350 milioni di euro avrebbe aumentato la tariffa dell’acqua del 9,5% nel triennio. La proposta non è affatto piaciuta né all’ufficio di presidenza e nemmeno ai Sindaci che, invece, si sono subito barricati sul 3,5%, ossia sull’ipotesi di aumento previsto da Arera, l’autorità di regolazione per energia, reti ed ambiente. L’ipotesi di aumento è dovuta all’adeguamento della tariffa ai costi dell’energia. Sul piatto infatti ci sono anche i soldi del Pnrr, attualmente in corso (alcuni anche completati) per un importo totale di circa 54 milioni di euro, metà dei quali servono per la manutenzione delle reti idriche, con la sostituzione di quelle più ammalorate per contenere le perdite. Lavori assolutamente necessari per una rete idrica che, per fare un gioco di parole, fa acqua da tutte le parti. Grazie agli investimenti del Pnrr è stimato un recupero idrico di 10,6 mm3 l’anno per interventi su 120 km di condotte. Il 10 luglio i sindaci e i presidenti della provincia (ricordiamo che ne fanno parte anche la provincia di Frosinone e la Città Metropolitana di Roma, assenti alla seduta) hanno approvato all’unanimità una delibera nella quale hanno preso atto dei calcoli effettuali dalla segreteria tecnico-operativa dell’ambito diretta dall’ingegner Umberto Bernola. E pertanto hanno messo nero su bianco: “Il recupero dei maggiori costi sostenuti entro il sessennio regolatorio è assicurato applicando un incremento del moltiplicatore tariffario massimo del 3,5% all’anno sul periodo 2024-2029”. I sindaci hanno bollato come “insostenibile” il piano di investimenti proposto dal gestore in riferimento ovviamente all’incremento tariffario a carico degli utenti finali già a partire dall’anno 2024. L’aumento quindi, sarebbe anche retroattivo. Inoltre diversi Sindaci hanno posto l’accento sulla morosità che in generale nella provincia di Latina si attesta al 13% e Aprilia sicuramente non sarà più virtuosa. Se si riesce a far pagare tutti, si paga tutti di meno –hanno detto i Sindaci. Ma questo è un concetto che vale per tutte le tasse e le tariffe, anche quando si parla di quelle cittadine. Perché poi succede che a pagare sono sempre gli stessi. La delibera, infine, imponeva al gestore la data del 31 luglio per la consegna della documentazione necessaria all’approvazione della tariffa e faceva slittare al 31 ottobre la data di approvazione definitiva.
“NON E’ ARRIVATO NIENTE”: L’IPOTESI DI APPLICAZIONE DELLA TARIFFA MINIMA
Ma dal gestore non è arrivato niente. “Dal gestore –ci spiega il presidente della provincia Gerardo Stefanelli- non è però arrivato niente. E così è stata convocata una seduta della conferenza dei sindaci per il 30 ottobre nella quale, in mancanza dei dati che avrebbe dovuto comunicare il gestore, sarebbe stata discussa e portata in votazione la proposta della tariffa minima, ossia il 10% in meno di quella attuale”. Insomma sarebbe stato un grande respiro di sollievo per tutti i cittadini, ma avrebbe creato una falla economica nella gestione del servizio. Il 29 sera, all’ultimo minuto, il gestore ha così inviato un nuovo piano di investimenti che, seppur viene incontro alle richieste dei Sindaci, non è ancora ritenuto condivisibile.
IL NUOVO PIANO DI INVESTIMENTI: AUMENTO DEL 6%
Il nuovo piano di investimenti presentato dal gestore ai Sindaci prevede un aumento della tariffa del 6% nel triennio, sempre a partire da gennaio 2024 e una riduzione degli investimenti di 40milioni di euro rispetto al primo piano industriale. Il nuovo piano industriale non solo ha di fatto bloccato la proposta della conferenza dei sindaci di applicare la tariffa minima (con una riduzione del 10% di quella attuale) ma ha di fatto messo in condizione i Sindaci di rinviare la seduta. “La nuova proposta con la documentazione prodotta –ci continua il presidente della provincia Gerardo Stefanelli- dovrà essere vagliata dagli uffici e dai Sindaci. Quindi la seduta è stata aggiornata”.
GLI SCENARI
Ci sono circa due settimane di tempo per arrivare ad una definizione unica della tariffa. Attualmente quindi ci sono due proposte: i Sindaci vorrebbero un aumento al 3,5% in linea con i calcoli di Arera per gli adeguamenti tecnici, il gestore lo vuole portare al 6% per finanziare una buona parte degli investimenti. Se continua lo scontro tra la conferenza dei sindaci e il gestore, le due proposte verrebbero inviate ad Arera che poi deciderà in merito autonomamente. E non è escluso che possa propendere per la proposta del gestore il quale, a sua volta, potrebbe anche inviare il primo piano industriale con un aumento della tariffa al 9,5%. “Ognuno deve fare la propria parte –ci continua il presidente della provincia Stefanelli- secondo noi ora serve una mediazione. Bisogna evitare di andare in scontro con il gestore per non arrivare davanti ad Arera con due ipotesi di tariffa diverse”.
APRILIA ASSENTE
Sia il 10 luglio sia nella conferenza del 30 ottobre, Aprilia era assente.