di Lorenzo Lauretani
Inaugurata il 26 Giugno, una mostra di arte contemporanea dal titolo “Forma”, ospitata all’interno della sala “Manzù” del complesso bibliotecario di Largo Marconi ad Aprilia.
L’esposizione, che rimarrà aperta al pubblico fino al 30 Giugno, propone le opere di artisti provenienti tutti dall’Agro romano e pontino ma ciascuno di loro si è cimentato in tecniche e stili diversi.
Così come gli artisti, accomunati dalla terra natale, anche il tema della rassegna rimanda ai minimi comun denominatori euclidei del piano, della linea e del punto come elementi fondanti qualsiasi processo di generazione artistica.
La mostra ha il merito di suggerire al visitatore, attraverso l’accostamento di stili e pratiche, la complessità patchwork di culture, sensibilità e gusti che hanno sedimentato le proprie tracce nel nostro territorio, nei loro abitanti fino a manifestarsi nei manufatti esposti.
Il tema dell’intreccio di culture e della co-costruzione quotidiana di significati a cui ciascuno di noi quotidianamente e, in parte, inconsapevolmente partecipa, è reso nella prima installazione all’ingresso della sala, dove sui lati di una quadrangolo di metallo dei supporti possono essere connessi dai visitatori con un segmento di corda.
Così gli avventori, pur immersi in uno scenario artistico che spazia dalle atmosfere oniriche del Van Gogh della “Notte Stellata” e dalle suggestioni del Manet del “Bar delle Folies Bergerés” dell’apriliana Erika Mallardi, ai rimandi alla pittura metafisica di Giorgio De Chirico del “Euclide” di Steven Marigo, alle crete minoiche e al puntinismo di Nadia Pace e al tribalismo totemico dell’installazione di Giuliana Bocconcello, rimangono comunque adesi al territorio che li ha evocati e, per osmosi, agli artisti che li hanno realizzati.
Due tra tutti i lavori colpiscono per la riuscita nel compito di aver sintetizzato più degli altri lo spirito che attraversa la mostra: l’”Eneide” di Rosario Luca Salvaggio, allo stesso tempo installazione per la collocazione su un piccolo cumulo di sabbia, manufatto per la tecnica di composizione, scultura per il lavoro di modellamento del ferro, è composto attraverso il riuso di vecchie decorazioni di mobilio e altre placche metalliche prodotte in origine in serie, compiendo all’interno della stessa opera un salto diacronico di almeno un paio di millenni.
Alla stessa maniera l’acrilico su tela di Annalisa Pisano condensa, già nel titolo dell’opera “Villaggio Industriale” e nel tratto dai chiari influssi del Cubismo e dell’Espressionismo, origini e vicissitudini del processo antropizzazione del Lazio meridionale.
La stretta adesione dei lavori esposti con lo stesso territorio è resa sin da subito anche attraverso la scelta del font per i due pannelli introduttivi e della locandina, caratteristici dell’architettura razionalista, con lart collaborazione di Michelangelo Greco.
Una panoramica sobria, quindi, curata dal bravo Gianluca Sensale e promossa da RiGenerazione Apriliana; il vernissage di questo pomeriggio è stata aperta dall’intervento del curatore e dal saluto dell’Assessore alla cultura Elvis Martino oltre alla partecipazione di alcuni tra gli esponenti delle forze politiche locali.
Pochi giorni dunque per ammirare un variegata esposizione di sicuro richiamo.