di GIANFRANCO COMPAGNO [MOJO] Intervista a Giovanni Piantadosi, presidente Alzheimer Uniti Aprilia – ODV
IL COVID NON FERMA LE ASSOCIAZIONI IN SUPPORTO DI MALATI DI ALZHEIMER Intervista a Giovanni Piantadosi – in questo periodo l’assistenza è diventata domiciliare
di Nicola Gilardi L’emergenza sanitaria legata al Covid sta rendendo la vita difficile a tutti, soprattutto per chi ha una malattia cronica o degenerativa e per le loro famiglie che si trovano a dover sostenere situazioni molto gravose. È il caso dei malati di Alzheimer che in questo periodo si trovano molte strade sbarrate per via dell’impossibilità di sostenere determinate attività di persona. Per capire in che modo la nostra città si sta difendendo da questa situazione abbiamo intervistato Giovanni Piantadosi, presidente di una della associazione storiche di Aprilia che si dedica alle persone affette da questa malattia. Alzheimer Uniti Aprilia – ODV, infatti, opera sul territorio da ben 16 anni e ha tra i suoi obiettivi principali: la realizzazione di interventi finalizzati al sostegno delle persone fragili, a quelle affette dalla malattia di Alzheimer e altre forma di demenza, l’assistenza ai malati e loro familiari, la sensibilizzazione alle problematiche che tale malattia comporta, la proposizione ed il sostegno di modelli innovativi di assistenza per i malati e per i loro familiari, costituzione di gruppi di auto mutuo aiuto, la formazione per sostenere chi si occupa del malato e al loro supporto psicologico. Presso la Casa della salute di Aprilia (poliambulatorio ASL di via Giustiniano), inoltre, si sono attivati i volontari dell’associazione che stanno svolgendo un’azione informativa per le famiglie e per i malati stessi: «L’iniziativa nasce da una richiesta della Asl di Latina alle associazioni del territorio se partecipare a questo tipo di servizio da offrire presso la Casa della salute di Aprilia – racconta Piantadosi -. Noi abbiamo risposto immediatamente di si ed abbiamo distaccato 2 dei nostri giovani volontari». Una presenza quella dei giovani, che ogni anno svolgono attività di volontariato grazie alla collaborazione con le scuole superiori apriliane. «Si tratta di due giovani universitari che non hanno queste problematiche in famiglia, ma provengono da esperienze di scuola-lavoro del Meucci – ha detto il presidente -. Ogni anno facciamo questo tipo di percorso per 100-150 studenti che informiamo e formiamo, anche grazie ad una piccolissima esperienza per anziani fragili». L’esperienza apriliana ha varcato i confini internazionali, tanto che è stato presentato un progetto importante: «In occasione della presentazione al congresso internazionale in Olanda del progetto di Aprilia, è stata proposta la volontà di divenire città amica delle persone con demenza – ha spiegato Giovanni Piantadosi -. Attraverso questo progetto si tenta di cambiare il metodo di accettazione delle persone con demenza, facendo tutta una serie di attività che cercano di trasmettere i bisogni reali delle persone con demenza. Cerchiamo di proporre un cambio di mentalità». Tra le malattie relative alla demenza, l’Alzheimer è tra le più gravi. «Quella dell’Alzheimer è una malattia gravissima – ha detto il presidente -. Si tratta della perdita della memoria, prima a breve termine, poi quella media ed infine quella remota. Penalizza in un modo distruttivo la persona stessa e ancor di più la famiglia. Le famiglie hanno bisogno di un’organizzazione seria che dia risposte certe sul territorio».
Per questo è nata sul territorio, presso l’Ex Cral Simmenthal, il centro che oggi si occupa di tutte le persone con demenza. «Abbiamo inteso questo centro come una struttura dedicate a tutte le persone con demenza, soprattutto l’Alzheimer – ha detto Piantadosi -. Abbiamo una capienza di 20 posti e facciamo una serie di attività che tentano di rallentare quel processo degenerativo della malattia. Sono attività che scientificamente portano ad un lieve recupero del senso di disagio del paziente. Riteniamo che questa sia una di quelle azioni di sistema della quale la famiglia ha bisogno». Un impegno che coinvolge il comune e che in questi mesi ha dovuto modificare il suo metodo di azione: «La Multiservizi che gestisce per conto del comune ha delle persone qualificate. Chi si occupa del centro sono Operatrici Socio Sanitarie, Assistenti Sociali, Psicologi e coordinatori di tutte queste varie attività – ha spiegato il presidente Piantadosi -. Nell’accordo distrettuale esiste la presenza anche di personale sanitario che saltuariamente viene nella nostra struttura. In questa situazione di emergenza covid, recependo quanto è stato emesso dai DPCM abbiamo sensibilizzato l’amministrazione comunale e la Multiservizi affinché i servizi di presenza che erano difficilmente realizzabili fossero trasformati immediatamente in domiciliari.Abbiamo utilizzato le persone che ricevevano tutti i giorni queste persone, affinché andassero tutti i giorni a casa di queste persone, in modo da non spezzare la necessità di svolgere determinate attività». Cambia quindi l’impegno delle associazioni, ma resta ferma la vocazione delle associazioni che si adoperano per le persone affette da malattia sul territorio, modificando le proprie attività, ma restando operative e disponibili, questo è un ottimo segnale per tutti.