APRILIA – 50 ANNI DI CARRIERA PER MASSIMILIANO DRISALDI

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Un’esposizione a Latina allo Spazio Comel ha messo in mostra tutti questi anni di intensa attività artistica

Incisore tra i più fortunati e apprezzati in Italia ha dedicato la maggior parte della sua opera all’agro pontino e alle città di fondazione

di

di Riccardo Toffoli

50 anni di carriera lo hanno portato ad esporre ovunque. Massimiliano Drisaldi è famoso per le sue incisioni. Bellissime. Hanno fatto il giro del mondo. La sua intensa attività artistica è ufficialmente iniziata nel marzo del 1975 e quest’anno l’artista festeggia ben 50 anni di carriera, un po’ di anni in più ma sempre la stessa passione. Ha inaugurato quest’anno alla grande: una mostra interamente dedicata alle sue produzioni, con una mostra che ripercorre tutto il suo lavoro con particolari inediti mai esposti finora. “Omaggio ad un maestro” è il titolo dell’esposizione che si è tenuta dal 18 al 26 gennaio scorso presso lo Spazio Comel Arte contemporanea di Latina, con una video-intervista e testo critico di Massimiliano Vittori con cui ha collaborato per tanti anni alla ricerca degli angoli più o meno conosciuti dell’agro pontino. “Di solito –ci dice Massimiliano Drisaldi- le mie esposizioni sono a carattere tematico. Questa volta è stata scelta un’impostazione diversa, una visione retrospettiva di questi 50 anni di attività”. La mostra è stata curata da Massimiliano Vittori e Claudio Paradiso in collaborazione con Maria Gabriella e Adriano Mazzola. Nella sua lunga carriera Massimiliano Drisaldi ha realizzato circa 350 lastre e innumerevoli dipinti, in una prima fase di carriera ad olio e poi con la tecnica dell’acrilico passando anche per la tecnica dell’acquarello ad incisione. Lo abbiamo incontrato nel suo studio in via Giovanni XXIII dove ancora opera per farci raccontare qualcosa in più.

UNA VOCAZIONE DA BAMBINO

Oggi Massimiliano Drisaldi ha 86 anni. È nato nel 1939 a Roma. Ci accoglie nel suo studio, uno scrigno veramente prezioso di storia, di arte, di bellezza. Non nega gli acciacchi dell’età ma quando il discorso arriva all’arte, gli occhi brillano e la passione è la stessa di 50 anni fa. “Papà e zio facevano dei profili –ci racconta- e io da piccolo imitavo. Facevo scarabocchi e ho scoperto così la mia passione per l’arte”. Papà Ettore era ufficiale giudiziario a Roma, era socialista. Anni grigi e bui, ma i ricordi nonostante Massimiliano fosse ancora molto piccolo, sono ancora vivi. “Papà reagì ad un coro di fascisti che gridavano: con Matteotti ci facciamo i salsicciotti –ricorda- e venne imprigionato. Poi lo impiegarono nelle ferrovie, alla stazione di Ostia”. Qui i ricordi si fondono con quelli del fratello. “Papà divenne partigiano, ho ancora la sua tessera. –ricorda- era il comandante di quel gruppo che operava proprio lì. Presso la stazione ferroviaria ne nascondeva tanti. Una volta, a causa della morte di un tedesco, vennero a casa e per tenere a bada i tedeschi, papà indossò la divisa di ferroviere. Rischiò tantissimo. Oggi le sue imprese le ritrovo sui libri di storia. Poi la stazione venne bombardata e noi andammo da nonna a Roma. Non rimase più nulla dei nostri affetti, persino i rubinetti furono trafugati perché in ottone”.

DALLA SIMMENTHAL AI MONOPOLI

“A differenza dei miei fratelli –ricorda Massimiliano- io non avevo una particolare attitudine per lo studio. I miei mi dissero: vai a fare il corso di aggiustatore meccanico a Testaccio e così ho studiato lì”. Durante l’ultimo anno di studi, arrivarono a scuola gli ingegneri della Simmenthal che stavano appunto realizzando la fabbrica ad Aprilia. Serviva personale qualificato in determinate mansioni. “Presero gli allievi migliori di quell’anno –ci dice- e così sono arrivato ad Aprilia”. Ad Aprilia Massimiliano Drisaldi venne nel 1957. All’inizio andava avanti e indietro Aprilia e Roma. “Io sono nato a Trastevere –ci racconta- venni ad Aprilia che non c’era praticamente nulla. Via delle Margherite era in terra battuta. Qui dove ho casa, adesso è centro urbano, all’epoca era periferia, la strada finiva nella campagna e nei vigneti”. Poi però la vita lo portò definitivamente ad Aprilia. Conobbe la moglie e possiamo dire che Massimiliano Drisaldi oggi rappresenta uno degli apriliani “Doc”, di coloro che Aprilia la vivono nel cuore e che rendono lustro e orgoglio a questa città. Alla Simmenthal ha lavorato per circa nove anni. Poi uscì il bando per i Monopoli di Stato. “Avevo una zia che lavorava ai Monopoli –ci continua Drisaldi- mi chiamò e mi disse: provaci. E così ho fatto. Ho vinto il concorso e sono andato a lavorare per i Monopoli”. Era il 1966.

L’ARTE PRIMA DI TUTTO

Ai Monopoli Massimiliano Drisaldi ha lavorato per 17 anni. “Sono andato in pensione quando ho potuto –ci spiega- per dedicarmi all’arte che è la mia passione e la mia vita”. Nel 1975 inizia ufficialmente la sua carriera artistica, conosciuto e apprezzato ovunque come incisore. La svolta avvenne grazie all’incontro con Carmelo Fodaro con cui non ha smesso mai di collaborare e confrontarsi. Nel suo studio conserva la sua prima incisione in una cartella unica firmata dal prof. Giorgio Muratore, riadattata ad ospitare alcuni dei suoi lavori. Era marzo 1975. Nel 1977 entra di diritto nel catalogo Bolaffi degli artisti, sezione incisori. Il suo sguardo si rivolge presto all’agro pontino, indagando il territorio, i volti dei paesi e la storia. Da qui una carriera intensissima che lo ha portato a realizzare circa 350 lastre, esporre ovunque e una libreria piena di cataloghi. Ha collaborato con scrittori, con editori, con enti, con altri maestri illustri dedicandosi anche all’insegnamento e tenendo corsi presso Palazzo Rivaldi di Roma insieme ai maggiori artisti operanti nel campo dell’incisione tra cui Attardi, Maccari e Vespignani. Nel 1990 è stato uno degli incisori selezionati per rappresentare l’Italia alla “Intergrafik 90”, nona triennale internazionale di grafico della ex Repubblica Democratica Tedesca. Nel 2012 ha vinto la prima edizione del “Premio Comel Vanna Migliorin Arte Contemporanea con l’opera “Inverno” e l’anno successivo gli è stato assegnato il Premio Immagine per l’arte. Da allora il rapporto è stato un crescendo di idee, iniziative e attività.

L’INCISIONE

Lo studio di Massimiliano Drisaldi profuma di arte, di storia, di musica, di poesia. A destra della porta d’ingresso ci sono le incisioni musicali che ascoltava quando era più giovane. Ci sono cd di Enrico Caruso e Maria Callas. “La musica mi ha sempre accompagnato”-ci confessa. Poi ci sono gli scaffali contenenti i suoi cataloghi e i libri, sull’arte, monografie, e tanti volumi di studio del territorio. C’è Annibale Folchi, grande studioso, i volumi di Novecento sull’agro pontino e le città di fondazione per le quali ha realizzato il famoso ciclo di acqueforti. Poi ci sono i suoi lavori, alcuni incorniciati, altri messi in delle cartelle. Quindi ci sono gli strumenti di lavoro che ancora utilizza, nonostante l’età, pieno di passione. “Lo sai perché sia chiama acquaforte?”- mi chiede. E ci inizia a spiegare la tecnica. Una lastra in metallo deve essere “pulita, neanche un graffio”. Poi con una punta si inizia ad incidere. Si cosparge di una vernice protettiva e si immerge nell’acido nitrico. “Si chiama acquaforte proprio per questo –ci dice- perché l’acido sembra acqua, ma è acido. L’acido corrode proprio nelle linee di incisione che vengono diciamo così scavate”. Si ricopre di inchiostro e si pulisce con la carta del giornale. “La carta del giornale ma anche quella degli elenchi telefonici è buona”-ci spiega. Ovviamente rimane l’inchiostro dove ci sono i solchi. Segue una procedura con la carta che si bagna, si strizza e si ammorbidisce in modo da renderla maggiormente assorbente all’inchiostro e si passa al torchio. Ora il torchio è una vera e propria chicca: è stato progettato e realizzato da Massimiliano Drisaldi. “Erano duri quelli di una volta –ci spiega- e spesso si dovevano usare anche i piedi. Io ho questo torchio che ho realizzato da solo ed è morbidissimo, vedi?”. Oltre il laboratorio di incisione c’è una stanza che invece utilizza per dipingere, esposta maggiormente alla luce del sole. Lo abbiamo ripreso proprio qui, mentre sta completando il suo ultimo quadro.

LE ACQUEFORTI DELLE CITTA’ NUOVE, RADICI DEL TEMPO E…..

“Non posso dire che ci sia stato un paesaggio o una storia che mi abbia affasciato più degli altri. Posso però dire che ci sono alcuni lavori tematici di cui sono particolarmente orgoglioso”. Tra questi sicuramente il grandissimo lavoro delle incisioni delle città nuove, sponsorizzato dal Comune di Cagliari. Si tratta di tantissime acqueforti dedicate alle principali città di fondazione degli anni trenta da Littoria a Sabaudia, da Pontinia ad Aprilia per arrivare in Sardegna con Mussolinia e Carbonia. Era nel solco della riscoperta delle città di fondazione, su spinta di Massimiliano Vittori e Giorgio Pellegrini assessore alla cultura del Comune di Cagliari. Alla realizzazione di questa grande carrellata di paesaggi dell’agro pontino e architettura di fondazione, l’artista ha lavorato per ben 20 anni, dal 1984 al 2005. Un qualcosa di unico. Nel catalogo, presentato proprio a Cagliari nel 2005, a cura di Chiara Barbato i paesaggi dell’agro pontino e le città di fondazione sono mostrate attraverso le sue incisioni: particolari, singoli edifici, interna visuale della città. Ogni acquaforte è collegata ad un testo esplicativo. Nel 2017 Massimiliano Drisaldi passa ai “volti”. Si tratta della mostra “Le radici del tempo”, un qualcosa anche qui di unico. Ancora una volta Massimiliano Drisaldi racchiude un lavoro durato oltre 30 anni e porta in esposizione ritratti di anziani segnati dalla vita e dal tempo e radici e arbusti contorti privi di fogliame. Le incisioni sono collegate alle struggenti poesie perché “le radici del tempo trattengono la terra e abbracciano le rocce affinché non diventino polvere anzitempo”. Ogni età ha il suo “senso” naturale: agli anziani con le loro salde radici spetta il compito di non “disperdere” l’eredità dell’esperienza, per evitare che il futuro diventi arido. Per il Giubileo del 2000 ha realizzato una grandissima pala che è stata esposta insieme ai nomi più illustri dell’arte italiana nella chiesa San Marcello di Roma. Di Massimiliano Drisaldi hanno scritto tantissimi letterati, giornalisti e critici illustri. Giusto per citarne qualcuno che non è stato finora menzionato: Stanislao Nievo, Renato Mammucari, Pier Giacomo Sottoriva, Carlo Fabrizio Carli, Sabino Vona, Giorgio Muratore. Ora tocca ad Aprilia celebrare questo importante traguardo di carriera, una città che “sento nel cuore, è la mia città” ci dice e sarà un momento unico per rivivere il suo grande lavoro e una pietra miliare, una “radice”, per lo sviluppo futuro dell’arte in questa città.