APRILIA – FURTO DI GASOLIO IN VIA DEI GIARDINI: RESIDENTI PREOCCUPATI PER I POZZI

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Non sarebbe la prima volta. “Sentiamo puzza di nafta. Abbiamo paura che il gasolio sia entrato in falda”

L’assessore all’ambiente Marchitti: “Parleremo con i tecnici. Non è arrivata per ora alcuna comunicazione di presenza nella falda”

Assessore Vittorio Marchitti

di Riccardo Toffoli

Furto di gasolio nell’oleodotto Gaeta-Pomezia. I residenti di via dei Giardini: “Siamo preoccupati che le falde siano state contaminate. Una situazione che va avanti da diverso tempo”. È andata a finire su tutti i giornali, compresi quelli nazionali, la scoperta da parte dei Carabinieri del Reparto Territoriale di Aprilia, unitamente a personale della sicurezza dell’ENI, di una lunga tubazione sotterranea abusiva, di ben un chilometro circa, con la quale criminali hanno sottratto gasolio dalla tubazione dell’oleodotto Gaeta-Pomezia che attraversa appunto il territorio apriliano. Lo scavo criminale è stato fatto nel terreno a ridosso di via dei Giardini, poco dopo il curvone che porta alla Nettunense. Le indagini procedono e si ipotizza una banda strutturata perché il sistema riscontrato sarebbe sofisticato. Il personale dell’Eni sta lavorando incessantemente nella zona che è presidiata h24 dalle guardie di sorveglianza privata. Non è la prima volta che succede. “E’ successo diversi anni fa –ci dicono i residenti che ci hanno chiamato preoccupati per la contaminazione delle falde acquifere- lo scavo sarebbe stato dal lato opposto della strada rispetto a quello attuale. Sentiamo sempre puzza di nafta. La nostra preoccupazione è che sia rimasta qualche perdita, non sappiamo, che possa infiltrarsi nelle falde da cui attingono i nostri pozzi”. Non è nemmeno chiaro il quantitativo di gasolio sottratto dalla conduttura. Di certo i residenti che conoscono benissimo la zona, qualche sentore l’avevano avuto nei mesi passati, tanto che siamo stati contattati da loro circa un mese fa perché sentivano puzza di nafta nell’area. “Abbiamo sentito puzza di nafta certamente ma non abbiamo visto chissà cosa. –ci dicono—ci è parso strano però, vedere delle autobotti con scritto latte, quando l’azienda sappiamo che non esiste più. Ma non sappiamo certamente”.

LA PREOCCUPAZIONE PER LA CONTAMINAZIONE DELLE FALDE

La preoccupazione dei residenti è sulla contaminazione delle falde. In quella zona di via dei Giardini non c’è la conduttura che rifornisce acqua pubblica dell’acquedotto. Ogni famiglia che ha una casa o un giardino nel quale coltiva anche l’orto (ma ci sono anche aziende agricole) pescano l’acqua dai pozzi collegati alla falda. “Non la beviamo però usiamo quest’acqua per cucinare e per lavarci”-ci spiegano. Per loro la situazione negli ultimi tempi, non è stata rosea. Ci avevano contattato già ai tempi dell’incendio della Loas perché le ceneri erano cadute proprio sui loro terreni. Le analisi ultime sull’acqua dei pozzi, infine, non li hanno fatti sorridere. Viene evidenziata una forte presenza di colibatteri. “Noi questa situazione la trattiamo con il cloro –ci dicono- ma se c’è nafta, come si fa? Noi dobbiamo sapere perché se c’è stata infiltrazione, non possiamo più utilizzare l’acqua neanche per cucinare e per lavarci fino a che la presenza del carburante non è stata completamente eliminata. Abbiamo anche contattato l’amministrazione comunale per esporre il problema. La prossima settimana preleviamo dei campioni e li faremo analizzare”. Il sindaco ovviamente, con degli elementi certi, potrebbe emettere un’ordinanza di divieto temporaneo dell’utilizzo dell’acqua. “Dobbiamo capire dai tecnici se sono state fatte delle campionature e quali siano i risultati –ci ha commentato l’assessore all’ambiente Vittorio Marchitti- al momento non abbiamo avuto alcuna comunicazione in merito che, nel caso di superamento di alcuni limiti, sarebbe stata doverosa. Nei prossimi giorni ci attiveremo per capire dai tecnici che stanno lavorando lì, qual è l’effettiva situazione. Se intanto, dalle analisi condotte dai residenti, dovesse emergere qualche anomalia, informeremo immediatamente l’Arpa per fare le dovute rilevazioni del caso”.