APRILIA – “QUESTO TERRITORIO NON E’ PIU’ DI PREGIO?”

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VEDUTA CALISSONI

Viaggio nel territorio nord di Aprilia, tappa finale la tenuta Calissoni-Bulgari, dove sono decadute le norme di salvaguardia della Campagna Romana

Intervista alla signora Francesca Calissoni Bulgari: “I turisti non verranno qui a vedere la campagna romana, ma discariche, termovalorizzatori, pannelli solari, biogas e chissà cos’altro”

Francesca Calissoni Bulgari, amministratore Tenuta Calissoni Bulgari
IL SENATORE CLAAUDIO FAZZONE

VEDUTA CALISSONI

di Riccardo Toffoli

“La Provincia di Latina è molto ampia. La mia domanda è semplice: non esiste in tutto questo territorio un terreno lontano dai centri abitativi? Non esiste una vecchia fabbrica dismessa? Tutto su Aprilia? C’è una relazione di 70 pagine dei Beni Culturali sulla Campagna Romana, in questo territorio di pregio dal punto di vista paesaggistico e archeologico. Cos’è successo ora? Non è più di pregio?”.

È venerdì 4 aprile, mattinata. Il sole splende dopo diversi giorni di pioggia. Abbiamo appuntamento con Francesca Calissoni Bulgari, amministratrice della vasta tenuta di via Riserva Nuova, che il padre Franco e la madre Anna Bulgari hanno iniziato a fondare nel lontano 1956. Prendiamo la macchina, via Pontina, uscita via Riserva Nuova. La percorriamo. Il paesaggio è incredibile in questa giornata di sole. Non puoi scostare lo sguardo dalle bellissime collinette di tufo, alle volte costoni tagliati, anche per opera umana, ma rinaturalizzati che scendono nelle verdeggianti strette vallate nate spontaneamente lungo gli argini dei fossi. È un incanto. Per certi versi, sembra di stare in Toscana, nelle crete senesi. Con meno pretenziosità per carità. Alle volte ci si distrae dalla guida per ammirare qualcosa di nuovo che, nonostante lo percorri da quando sei nato, affiora dopo il maltempo, qualche colore della natura che cambia con le stagioni: sfumature di verde, di marrone, di giallo intenso. La strada si snoda tra curve, sale e scende sulle collinette. Più avanti, in parallelo corre via Fossignano, c’è Il Rimessone, chiamato così perché vi fu scoperto un deposito di oggetti dell’età del Bronzo. Ma la zona è ricca di siti di interesse archeologico. C’è il castrum verposae, un territorio di insediamenti dell’età latina e rutula riadattati nel periodo medievale. Poi ci sono le grotte usate nel fronte della seconda guerra mondiale dopo lo sbarco di Anzio.

UNA TERRA “AL FEMMINILE”

Sarà il nome “latina” che è già al femminile. La storia del territorio si lega alla “donna” e ne esalta il valore. La madre terra, del resto, si dice. E, così, abbiamo la Dea Cibele, la dea della natura, la “Magna Mater” come la chiamavano i romani, la grande madre. La statua, rivenuta a Spaccasassi, troneggia oggi nella biblioteca comunale di Aprilia. La Mater Matuta, la Madre dell’alba, dell’inizio del giorno, con il santuario di Satricum, ai confini con Latina ispirò tra gli altri Stanislao Nievo. Si vaga col pensiero. Ma, forse allora non è una semplice circostanza vien da pensare, le donne sono anche oggi quelle più legate a questa terra. “Mio marito amava il mare. –ci diceva la signora Inge Manzù in una intervista che le facemmo a Colle Manzù nel 2008- Vivevamo a palazzo Torlonia sull’Appia antica e per raggiungere Tor San Lorenzo passavamo sull’Apriliana. Giacomo volle un colle per noi. Perché diceva che con il tempo, su tutti i colli si sarebbero costruite case ed ebbe ragione. Il colle di Campo del Fico era un deserto. Tranne ai piedi, dei fichi d’India da cui il nome del colle, che sono rimasti al loro posto. E’ per questo che amo ogni filo d’erba di questo giardino e non sopporto che qualcuno tocchi queste piante”. Altra donna eccezionale legata a questa terra: Maria Stefania Ravizza-Garibaldi e ora la sua erede Costanza, ama Carano, il casale e la tenuta che furono di Menotti Garibaldi, primogenito dell’Eroe dei Due Mondi. Tale è stato il radicamento della famiglia, che tutti vollero essere sepolti qui, intorno al sarcofago di Menotti. A prendere le redini della tenuta Calissoni-Bulgari ci sono altre due donne Francesca e Laura. Francesca, altra donna di un brio culturale ed artistico unico, grande lavoratrice, attaccata a questo territorio. Ha saputo, in pochi anni, armonizzare la tenuta ai ritmi del mercato odierno. “Io mi alzo alle 6 e il lavoro non manca mai qui –ci dice- ma amiamo la nostra terra, per noi è un piacere”. Il grande edificio ai lati della fascinosa chiesa dove ultimamente hanno registrato anche scene del film “Miss Fallaci” e che conserva la preziosa vetrata di Duilio Cambellotti, è stato arricchito di preziosi dipinti futuristi, grazie al “fiuto” artistico, ci rivela, della sorella Laura. Tra questi, spicca, oltre ad un Prampolini, un Sibò di Aprilia ai tempi della fondazione. Un valore eccezionale per la memoria del borgo di fondazione che non esiste più, raso al suolo dai bombardamenti bellici. Arte, cultura, paesaggio, prodotti locali è quanto si respira entrando nella tenuta Calissoni-Bulgari. È aria di serenità, tranquillità e pace.

“QUESTO TERRITORIO NON E’ PIU’ DI PREGIO?”

Ci accomodiamo nelle poltrone interne. Davanti i quadri futuristi e una grande stampa esplicativa della vetrata di Cambellotti. Intorno 12mila piante di ulivo, delle specialità più note e apprezzate. “Sono preoccupata per questo territorio, mio padre fece chiudere l’ex discarica di Sant’Apollonia, lo sa?” –ci dice subito. Sul tavolo ci sono gli ultimi progetti, la lettera che ha scritto qualche settimana prima “stiamo perdendo tutti” e ora l’appello al commissario: “è un servitore dello Stato, sono sicura che saprà difendere questo territorio”. “La domanda principale è questa –continua- la provincia di Latina ha un vastissimo territorio. Non esiste un terreno lontano dai nuclei abitativi dove poter realizzare nuovi impianti? Non esiste una vecchia fabbrica abbandonata che si può riutilizzare? E’ possibile impattare ancora su questo territorio? Tutto su Aprilia? Veramente questo territorio non ha più la possibilità di sopportare altro”. Il discorso passa alla Campagna Romana. Com’è noto, nell’ultima conferenza dei servizi sul progetto di un deposito di rifiuti presso Sant’Apollonia, si è venuto a sapere che sono scaduti i termini e sono decadute le norme di salvaguardia, per la mancata approvazione definitiva del vincolo. Vincolo che la stessa Soprintendenza aveva esteso a 4mila ettari del nord Pontino a seguito della proposta del Comune di Aprilia di “appena” 2mila 200. “Io mi rivolgo ai Beni Culturali –ci dice la Signora Francesca- c’è una relazione di 70 pagine sulla Campagna Romana, sul valore di questo territorio dal punto di vista paesaggistico e archeologico. Cos’è successo ora? Non è più di pregio? Bisogna rimettere assolutamente il vincolo della Campagna Romana”. Quindi l’appello al commissario straordinario Paolo D’Attilio. “Ho conosciuto il commissario Paolo D’Attilio, un servitore dello Stato –continua- è serio. Mi rivolgo a lui perché sono convinta che farà di tutto per difendere questo territorio in tutte le sedi possibili ed immaginabili”. “Io sono un imprenditore serio, la nostra tenuta dà lavoro e investiamo –conclude- ci tengo a dire che questa tenuta è aperta a tutta la cittadinanza di Aprilia. Qui vengono a fare manifestazioni sportive, passeggiate, portano i bambini. Si arriva fino al Lago dove si possono vedere gli aironi. Ma dove ad Aprilia si possono vedere gli aironi?”. Se è per questo, è primavera, e purtroppo non si vedono neanche più le rondini. Che sono nel nostro stemma. Sul lago, mentre parliamo, affiora una tartaruga. Sembra paralizzata dal sole, solo qualche piccolo movimento per farsi coccolare dal fresco dell’acqua. Francesca sobbalza. “Lei si rende conto? Erano anni che non si vedevano qui! Credevamo non ce l’avessero fatta. La Forestale ogni tanto viene a mettere nuove specie”. Il lago è circondato di pini che combattono contro la cocciniglia. “Li bombardiamo di coccinelle”-ci dice e poi conclude: “Vede Riccardo, non punto il dito assolutamente contro nessuno per carità, la lettera che ho scritto è significativa. La mia vuole essere solo una difesa del territorio e chissà, forse un giorno, qualcuno ci dirà perché sta succedendo tutto questo”.

 

LA LETTERA DI FRANCESCA CALISSONI BULGARI “STIAMO PERDENDO TUTTI”

Benvenuti ad Aprilia, futura discarica di Roma e Latina. Aprilia gemellata con le discariche. Aprilia: i turisti verranno ad ammirare non la campagna romana ma discariche, termovalorizzatori, pannelli solari, biogas e chissà quale altra schifezza.
La mia famiglia da 70 anni ha come missione la valorizzazione e la salvaguardia del territorio di Aprilia. Cominciò mio padre, comprando i terreni che oggi sono uliveto e oasi naturale. Ci mise impegno, passione, competenza agronomica: voleva lasciare ai posteri qualcosa di unico e di incontaminato. Lottò contro speculazioni di ogni tipo fino a far chiudere la discarica abusiva di Sant’Apollonia, che era completamente fuori controllo, per salvaguardare le falde acquifere. Contemporaneamente s’impegnò a migliorare le difficili condizioni della comunità: fece sistemare le strade e portare l’energia elettrica a Campo di Carne (frazione di Aprilia LT) e le linee telefoniche; come presidente del Consorzio di Bonifica di Ardea vincolò 60.000 ettari a terreno agricolo sventando la dilagante cementificazione.
Noi due figlie, Laura e Francesca, abbiamo raccolto il testimone e negli anni ci siamo impegnate per fare di questo terreno un polmone verde incontaminato, un’oasi naturale, dove rari esemplari di fauna e flora sono a disposizione dei visitatori. Per la prima volta un territorio privo di attrattive originali è diventato un punto di riferimento per gli amanti del verde, dell’aria pulita, della natura. La Tenuta Calissoni Bulgari è molto visitata dalle famiglie, soprattutto dai bambini che finalmente vedono quello che per loro esisterebbe solo in tv o sul telefonino.
Questo esemplare modello di eco-sistema è oggi a rischio, accerchiato da interessi economici che ignorano l’ambiente e, anzi, non si preoccupano delle conseguenze di aprire una discarica adiacente alla vecchia discarica che inquina da mezzo secolo il territorio.
Ma avevamo un sogno: mettere sotto tutela dei Beni Culturali 4.000 ettari di campagna romana e avremmo salvato il salvabile. Oggi questo sogno si sta infrangendo e non abbiamo armi per combattere … Ma questa è l’Italia dove tutto è permesso e niente è garantito.
Stiamo perdendo tutti: la dignità, il valore delle nostre case, il valore delle nostre aziende, il valore dei nostri campi coltivati egregiamente da persone accorte e competenti.
Chissà se prevarrà il buon senso e si fermerà la scure che si sta abbattendo su di noi.

Stiamo perdendo tutti. 

Francesca Calissoni Bulgari, amministratore Tenuta Calissoni Bulgari

 

La lettera dell’ex Ministro all’Ambiente Corrado Clini, inviataci in redazione

“SEMBRA DI ESSERE TORNATI INDIETRO DI ALMENO 40 ANNI”

“Norme europee e nazionali dal 2018 hanno stabilito la priorità del riciclaggio e recupero dei rifiuti urbani contestualmente alla progressiva eliminazione delle discariche”

 

Ho letto l’appassionato intervento di Francesca Calissoni Bulgari sui rischi di ulteriore degrado di un territorio al quale, secondo quanto affermato dal Ministero dei Beni Culturali nell’agosto del 2024, dovrebbe essere esteso il vincolo paesaggistico della “Campagna Romana” anche per tutelare maggiormente un’area già compromessa dalla presenza di discariche non bonificate e cave. A quanto pare, invece di essere protetta l’area sarebbe destinata alla realizzazione di una discarica ai confini di un sito “orfano”, ovvero di una discarica abusiva contaminata inclusa dal 2012 dalla Regione Lazio tra le aree per le quali era necessaria una bonifica urgente. Per quanto ho potuto sapere la bonifica non è mai partita, mentre è molto concreto il rischio di non utilizzare il finanziamento di 14 milioni di euro destinati dalla Regione per il completamento della bonifica entro giugno 2026. Sembra di essere tornati indietro di almeno 40 anni, quando nella metà degli anni 80’ dell’altro secolo la bonifica delle discariche abusive era un’urgenza nazionale già allora sanzionata dalla Commissione Europea.

 La prima domanda: perché non viene bonificato il sito orfano? Ma sembra anche di essere tornati indietro di almeno 10 anni, ovvero prima della approvazione delle norme europee e nazionali che dal 2018 hanno stabilito la priorità del riciclaggio e recupero dei rifiuti urbani contestualmente alla progressiva eliminazione delle discariche. Va detto che il riciclaggio e recupero dei rifiuti non è una tanto “buona azione ambientale”, quanto un’urgenza economica dell’Europa per il recupero di materia in un contesto geopolitico molto precario.

Il decreto legislativo 121/2020, che ha recepito le direttive europee, ha stabilito in particolare che

-dal 2030 sarà vietato lo smaltimento in discarica di tutti i rifiuti idonei al riciclaggio o al recupero, in particolare i rifiuti urbani,

-entro il 2029, le Regioni dovranno adeguare la pianificazione di settore e tutti gli atti autorizzativi,

-entro il 2035 il quantitativo massimo dei rifiuti non riciclabili da collocare in discarica non può essere superiore al 10% del totale in peso dei rifiuti urbani.

La seconda domanda: perché costruire oggi una discarica che avrà un tempo brevissimo di gestione, e non dare priorità alla filiera industriale del riciclaggio e del recupero?

Sembra infine emergere un conflitto tra la visione “protezionistica” del Ministero dei Beni Culturali e l’urgenza della Regione Lazio di smaltire i rifiuti invece che trasferirli con alti costi in altre Regioni e all’estero. Se valutiamo da un punto di vista economico la giusta esigenza della Regione Lazio e la visione “protezionistica” del Ministero dei Beni Culturali, possiamo concludere che o il conferimento in discarica dei rifiuti urbani non è la soluzione più economica e la risposta più urgente, considerata la disponibilità attuale di tecnologie per il riciclaggio e recupero che possono essere installate in zone industriali, e che comportano evidenti vantaggi ambientali e costi anche inferiori del 50% rispetto alle discariche; o la compromissione di un’area già utilizzata per attività agro industriali di pregio determina un danno economico, e soprattutto mette a rischio lo sviluppo futuro di attività agricole e turistiche ad alta redditività.

La terza domanda: perché non viene ricercata la soluzione più vantaggiosa per lo sviluppo del territorio e la gestione sostenibile del riciclaggio e recupero dei rifiuti?

Corrado Clini, già Ministro dell’Ambiente

 

Lo chiede il senatore Fi, Presidente della Commissione Ambiente del Senato, Claudio Fazzone che afferma: “Anche se decadono le norme di salvaguardia, la dichiarazione di notevole interesse permane sine die”

CAMPAGNA ROMANA: “ISPEZIONE PER VERIFICARE IL CORRETTO ADEMPIMENTO DEGLI OBBLIGHI D’UFFICIO”

Presentata interrogazione orale ai Ministri Giuli e Pichetto Fratin. Fazzone traccia anche le linee d’intervento della Soprintendenza

Il senatore Claudio Fazzone, big pontino di Forza Italia e presidente della Commissione Ambiente del Senato, presenta un’interrogazione orale Ministri della Cultura, dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.
Riportiamo l’interrogazione integrale.

“Il vincolo della “campagna romana” viene imposto ai sensi del decreto legislativo n. 42 del 2004, e rappresenta la naturale prosecuzione del vincolo esistente sul territorio di Ardea ma limitato sino al confine politico tra Ardea ed Aprilia, mentre storicamente, archeologicamente, morfologicamente e paesaggisticamente il territorio da tutelare arriva ben oltre il confine comunale estendendosi quasi a ridosso del comune di Nettuno. Tale porzione di territorio è conosciuta come agro romano (ben distinto dall’agro pontino);

la prassi per la definizione del vincolo consiste nel proporre il bene da tutelare alla Regione o al Ministero della cultura, che richiedono all’ente locale (Comune) di pubblicare la dichiarazione di notevole interesse pubblico, dal primo giorno di pubblicazione scattano le norme di salvaguardia che impongono il rispetto delle norme più restrittive per tutelare il bene; chiunque, con la pubblicazione, ha 120 giorni di tempo per presentare osservazioni, la Sovrintendenza (soggetto attuatore) ha 90 giorni per rispondere alle osservazioni e pubblicare il decreto che perfeziona e conclude l’iter con imposizione del vincolo vero e proprio; nel caso in cui decorra tale termine senza pubblicazione del decreto, decadono le norme di salvaguardia ma la dichiarazione di notevole interesse permane sine die;

nel 2016 la società Paguro S.r.l. ha presentato un progetto per realizzare una discarica in località La Cogna in via Savuto, il progetto viene respinto per le caratteristiche paesaggistiche della zona ed il non rispetto delle distanze dai nuclei abitati La Cogna e Fossignano, di cui alla delibera di Giunta regionale n. 622/2012 variante di recupero della Regione Lazio;

nel 2018, il Comune di Aprilia ha avviato lo studio per proporre l’apposizione del vincolo su una porzione di territorio ricchissima archeologicamente e paesaggisticamente, studio mai concretizzato con atti pubblici e mai approdato nell’allora Consiglio comunale presumibilmente perché le norme di tutela risultavano ostative ad alcune tipologie di impianti altamente impattanti come discariche, cave e grandi impianti fotovoltaici, che da alcuni anni vengono proposti sul territorio, già vessato da numerosi impianti di trattamento rifiuti in violazione del “principio di omogeneità territoriale”;

nel 2022 è stato quindi presentato un nuovo progetto a nome della Frales S.r.l., della stessa galassia cui faceva riferimento la Paguro S.r.l., per la realizzazione di una discarica finale nella località conosciuta come Sant’Apollonia posta a meno di 400 metri dal progetto Paguro del 2016 e dunque in zona avente le medesime caratteristiche; il Consiglio comunale dell’epoca propone e approva una serie di osservazioni da presentare alla Regione Lazio; tale area infatti, oltre a rappresentare una bellezza paesaggistica ed archeologica, si trova a ridosso dei nuclei residenziali di La Cogna e Fossignano (a circa 400 metri rispetto ai minimi 1.000 metri previsti dalla stessa norma regionale); si trova inoltre alla confluenza di due importanti sorgenti lineari sotterranee che alimentano i pozzi idrici delle zone di La Cogna, Tor San Lorenzo ed altri nuclei. Ed ancora, l’area si trova accanto ad una discarica già operante fino al 1988 e per la quale sono stanziati circa 14 milioni di euro del PNRR per la bonifica integrale dei “siti orfani”, che rischiano di non essere impiegati per inerzia del soggetto attuatore, Regione Lazio, come previsto dal decreto ministeriale 4 agosto 2022, nonostante le molteplici criticità segnalate dal Comune di Aprilia (soggetto attuatore esterno) sin dal 2023, con tanto di note protocollate, in merito all’indisponibilità dei privati proprietari delle aree da sottoporre a bonifica, tra cui la stessa Frales, di sottoscrivere lo schema di accordo così come richiesto dal soggetto attuatore Regione;

nel dicembre 2023 la nuova amministrazione comunale ha deliberato di avviare il procedimento per dichiarare di notevole interesse pubblico i beni paesaggistici, archeologici e geomorfologici della campagna romana per un territorio complessivo di circa 2.200 ettari; appresa la proposta, la Sovrintendenza si è dichiarata ben disposta a recepire il progetto e ha rimandato per la pubblicazione al Comune di Aprilia un nuovo progetto esteso fino a ben 4.000 ettari, suffragato da diversi sopralluoghi dei sovrintendenti che evidentemente hanno constatato la bontà e il valore della proposta avanzata;

nel 2024, nelle sedute di conferenza dei servizi per il provvedimento autorizzativo unico regionale relativo alla proposta di nuova discarica del 2022 proposta dalla Frales, il nuovo procedimento del vincolo della “campagna romana” è stato osteggiato dall’area ciclo rifiuti della Regione che con una missiva indirizzata alla Sovrintendenza ha chiesto l’esclusione dell’area di progetto della discarica dal vincolo, ignorando completamente l’alto valore attribuito dalla Sovrintendenza alla zona. Nella parte iniziale della seconda seduta di conferenza dei servizi, il delegato della Sovrintendenza ha dichiarato di essere contrario al progetto di discarica e ha preannunciato il parere negativo;

nel 2025, durante la seconda parte della seconda conferenza di servizi del medesimo provvedimento, lo stesso delegato della Sovrintendenza, inspiegabilmente, ha dichiarato essere venute meno le norme di salvaguardia e è stato messo a verbale che, essendo venuto meno tale vincolo, nulla osta da parte della Sovrintendenza per inesistenza di vincoli culturali e paesaggistici;

con la pubblicazione sono state imposte le norme di salvaguardia più restrittive rispetto a quelle del piano regolatore generale, e dunque sono diventati improcedibili progetti altamente impattanti quali discariche, cave ed impianti fotovoltaici;

la decadenza delle norme di salvaguardia è avvenuta solo ed esclusivamente per responsabilità della Sovrintendenza a causa del mancato rispetto dei termini di risposta alle osservazioni, visto che l’unico adempimento normativo a carico del Comune di Aprilia era inerente alla pubblicazione sul proprio albo pretorio, adempimento perfettamente espletato;

la Sovrintendenza ha assunto un atteggiamento diametralmente opposto rispetto all’origine, quasi a volersi liberare del fardello ricorrendo ad un cavillo burocratico;

sono decadute le norme di salvaguardia ma la dichiarazione di notevole interesse pubblico è integra e rimane intatto il prevalente interesse di tutela del bene;

la Sovrintendenza, per non tradire la propria missione sottolineata dalla sentenza n. 13/2017 del Consiglio di Stato in adunanza plenaria, ha due possibilità: a) chiudere velocemente il procedimento (articolato nell’autorizzazione di dette opere, dalla chiusura del parere VIA, alla successiva procedura AIA, al definitivo provvedimento unico di autorizzazione, con la pubblicazione del decreto, anche se le norme di salvaguardia sono decadute; b) riproporre la pubblicazione del vincolo;

in sede di ulteriore conferenza dei servizi del richiamato provvedimento unico la Sovrintendenza può riferirsi all’applicazione della procedura dell’art. 150, comma 1, del decreto legislativo n. 42 del 2004 che prevede l’inibizione di lavori o autorizzazioni che possano recare pregiudizio al paesaggio dichiarato di notevole interesse pubblico;

il Ministro della cultura, nel rispetto della normativa vigente, e nello specifico del codice dei beni culturali, è tenuto ad esercitare i poteri di controllo e vigilanza assegnatigli e ad intervenire tempestivamente al fine di garantire la corretta tutela paesaggistica dell’area interessata;

il Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica è responsabile del rispetto del PNRR, in questo caso relativo alla missione 2, componente 4, investimento 3.4, al fine di condurre a buon esito la bonifica dei “siti orfani”, per la salvaguardia della salute dei cittadini e dell’ambiente,

si chiede di sapere:

quali strumenti di controllo e vigilanza intendano adottare i Ministri in indirizzo e, più in particolare, se intendano procedere all’invio di un’ispezione per l’accertamento dei fatti esposti, finalizzata a verificare il corretto adempimento degli obblighi di ufficio;

se ritengano di sollecitare le autorità amministrative indipendenti di settore ad esercitare le verifiche di propria competenza”.

Claudio Fazzone, Senatore Fi