Arrivano le carte del progetto della nuova discarica di Ecosicura
UN INVASO DA UN MILIONE E 350 MILA M3 VICINO AD UNA ZONA DI ALTERAZIONE IDROTERMALE
Nel piano paesaggistico regionale l’area viene definitiva come “paesaggio agrario di rilevante valore”
Al lavoro la politica locale, in moto comitati e associazioni
di Riccardo Toffoli
Arrivano le carte della proposta di “discarica” a Colli del Sole: un invaso da un milione 350 mila m3 in un’area vicina ad una zona di alterazione idrotermale e che il piano paesaggistico regionale definisce come: “paesaggio agrario di rilevante valore”. Al Comune di Aprilia le carte del progetto sono arrivate con un mese di ritardo. Il braccio di ferro con la Regione Lazio si è acuito nell’ultima settimana di gennaio quando la Regione ha dichiarato ad un giornale di informazione locale che aveva inviato tutti gli atti al Comune, salvo poi dover rettificare al sindaco Antonio Terra che li aveva da poco firmati per l’invio. Il 26 gennaio il pacchetto è arrivato a piazza Bersaglieri, ma incompleto. Con una nota il dirigente ai lavori pubblici Claudio Dello Vicario faceva notare che l’allegato era sbagliato e si riferiva al progetto di realizzazione di un impianto di compostaggio e digestione anaerobica in località Garigliano – Cava di Creta. Un errore che è stato subito corretto. Tempo due giorni e tutta la documentazione poteva già essere visionata da tutti i cittadini persino online presso il sito www.iltuoufficioonline.it del Comune di Aprilia. Intanto un mese è passato. Il 28 dicembre Ecosicura, la società proponente, ha inviato richiesta per la valutazione d’impatto ambientale alla Regione Lazio. Il responsabile del procedimento è l’architetto Fernando Olivieri. Il Comune di Aprilia ha ricevuto gli atti il 27 gennaio. Perché tutta questa attesa? Perché nessun amministratore è andato alla Regione per visionare gli atti? Era appena il 10 ottobre scorso quando veniva pubblicato dalla Regione Lazio il provvedimento con cui il direttore regionale Vito Consoli della direzione valutazione ambientale dava parere negativo alla valutazione di impatto ambientale del progetto di discarica della Paguro. Finiva così per molti cittadini (e per diversi politici locali) un vero e proprio “incubo”, durato oltre un anno. Neanche tre mesi di tempo e ora piomba come un macigno, a ridosso della campagna elettorale, un’altra richiesta di discarica. Ecosicura, la società proponente, fa riferimento a Vincenzo Fiorillo che fino al 2008 è stato consigliere della “Systema Ambiente” srl con a capo Manlio Ferroni, uno degli imprenditori più importanti nel settore dei rifiuti romano, e una quota, pari a circa il 30% della società, era detenuta dalla Formica Ambiente srl, azienda subentrata alla “Ines Sud” nella gestione della megadiscarica di Brindisi tra i cui soci vi era appunto Fiorillo. In base alla visura sulla camera di commercio, emerge che la Ecosicura ha un capitale sociale di 10 mila euro, ha sede legale in via Groenlandia a Roma, è stata costituita a giugno del 2017, ha due soci (Fiorello Fabrizio per un 40% e Fiorillo Vincenzo per il restante 60%) e che l’amministratore unico è Vincenzo Fiorillo. In base al progetto, in verità, non si tratterebbe proprio di una “discarica”. Il sito sarebbe dedicato ad “accettare esclusivamente residui innocui ed inerti prodotti dagli impianti di trattamento e valorizzazione presenti sul territorio regionale e oltre, e chiudere razionalmente il ciclo dei rifiuti superando le aborrite discariche. Le indicazioni Comunitarie e Nazionali, individuano la soluzione ai problemi di smaltimento dei residui nell’applicazione di un sistema di gestione integrata che, nonostante preveda di ridurre i residui prodotti sul territorio attraverso la raccolta differenziata, il riciclaggio e la valorizzazione, dall’altro necessita l’individuazione di un corretto sistema di smaltimento finale per la (seppur minima) frazione di scarto delle lavorazioni a cui detti residui sono sottoposti. Il brevetto D.R.in, progettato e gestito in base ai più rigidi criteri di sicurezza ambientale, in quest’ottica permette di chiudere il cerchio di una siffatta “economia circolare”, superando il concetto tradizionale di discarica ed assicurando un idoneo deposito finale a quanto non più tecnicamente ed economicamente recuperabile dal trattamento industriale dei rifiuti solidi urbani delle raccolte differenziate, speciali ed assimilabili e garantendo la massima affidabilità e i minimi impatti a vantaggio dell’ambiente e delle cittadinanze coinvolte assicurata attraverso un sistema di verifica all’atto del conferimento dei prodotti. Questa soluzione consentirà inoltre, una volta terminate le attività di deposito, di
riportare l’area interessata al suo aspetto originario attraverso il ripristino morfologico ed ambientale del sito permettendone così la perfetta integrazione paesaggistica anche attraverso la piantumazione di specie arboree autoctone per la realizzazione di un bosco”. Questo si legge nella relazione tecnica del progetto. In pratica il sito ospiterebbe una vasca impermeabile che raccoglierebbe ciò che non è recuperabile dagli impianti di trattamento: i “residui” appunto. Non si pensi quindi alla “discarica” come la intendiamo noi, dove vanno a finire i rifiuti indifferenziati delle nostre cucine. Il lotto di interesse ha una superficie totale di 253.000 mq. L’impianto, compreso dei servizi necessari, occuperà una superficie di 96.400 mq, di cui la vasca occuperà circa 80.000 mq. Lungo tutto l’invaso verrà realizzata una strada di servizio, non asfaltata, della larghezza di circa 8 m. Il sito sarà dotato di un doppio accesso: quello principale, realizzato a nord, e quello di servizio, realizzato a sud, del lotto di interesse. L’accesso nord permetterà il transito dei mezzi provenienti da Via Ardeatina, attraverso il congiungimento del sito con Via della Pescarella e da questo i mezzi conferitori accederanno e usciranno dall’area di deposito. Questo accesso prevede il transito dei mezzi al di sopra di un ponte ferroviario che per tipologia e caratteristiche garantisce un carico mobile non superiore a 50 tonnellate. Il secondo ingresso sarà invece realizzato a sud dell’area di interesse e permetterà l’accesso da Via della Scaletta. Il sito è a Colli del Sole, a sud della linea ferroviaria Roma-Formia-Napoli. Il terreno, in base alla relazione geologica, è ricco di pozzolane, pozzolanelle e tufo. Vicino è presente una zona di alterazione idrotermale che però è da approfondire. Comunque questa condizione è un punto considerato molto debole per il progetto. C’è anche presenza dei due fossi che delimitano l’area in esame: il Fosso dell’Acquabuona a sudest e il Fosso di Campoleone a nordovest. Altro punto ritenuto debole è la definizione della zona nel Piano Territoriale Paesaggistico Regionale (PTPR) adottato dalla Giunta Regionale con atti n. 556 del 25 luglio 2007 e n. 1025 del 21 dicembre 2007. Il piano definisce l’area in esame come “paesaggio agrario di rilevante valore”, ed in parte come area soggetta a vincolo della fascia di rispetto dei corsi d’acqua e fascia di rispetto aree boscate. Sono tutti dettagli tecnici che associazioni, comitati e amministrazioni stanno già valutando per presentare i loro pareri nella conferenza dei servizi. Intanto la politica si è mossa. Dopo l’approvazione in Consiglio comunale di una mozione contraria al progetto, il Consigliere Provinciale Pasquale De Maio, facente parte della maggioranza civica che sostiene il Sindaco Antonio Terra (in qualità di capogruppo del Forum per Aprilia) ha presentato una mozione simile in Consiglio provinciale. La mozione impegna la Provincia di Latina ad esprimere contrarietà al progetto in tutte le sedi in cui questo sarà preso in esame, nonché valutare, in presenza di fondate ragioni di fatto e di diritto, l’impugnazione degli atti autorizzativi della discarica. “L’eventuale realizzazione dell’invaso –ha detto il sindaco di Aprilia Antonio Terra- comprometterebbe in modo irreversibile l’area interessata, nonché pregiudicherebbe ulteriormente l’ambiente naturale della città e dei Comuni limitrofi. Essendo poi il territorio di Aprilia già ampiamente interessato da siti ed impianti di lavorazione dei rifiuti, e deturpato dal grave fenomeno delle discariche abusive in attesa di bonifica, la notizia dell’eventuale realizzazione di una nuova discarica ha allarmato notevolmente l’intera cittadinanza”.