ARDEA BRUCIA, MA RESTA IN VIGORE IL VECCHIO MOTTO? “ME NE FREGO”

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Avv.-Francesco Falco

Dopo gli incendi dei rifiuti del 16 novembre scorso sui 706 ettari del territorio del demanio comunale delle Salzare che per settimane hanno prodotto fumi tossici densi ed acri che hanno ammorbato l’intero territorio rutulo, il 18 gennaio la Asl Roma 6 ha inviato risposta all’avvocato Francesco Falco che il 9 gennaio aveva richiesto i risultati delle analisi dell’aria e del suolo eseguite in occasione di quell’incendio, operando per conto di una sua assistita che vive a poche centinaia di metri dal rogo e che ha subito danni dai fumi tossici. Nella risposta la Asl ha reso noto al richiedente che “non risultano agli atti della scrivente Asl dati sulla qualità dell’aria e del suolo relativi ad accertamenti analitici riconducibili all’evento descritto, come anche comunicato da ARPA Lazio”. Da ciò si deduce che le Analisi non sono mai state effettuate perchè mai richieste dagli uffici ed assessorati competenti sul territorio Ardeatino. Incredibile, che nonostante giorni e giorni di incendi e di fumi neri e malodoranti che si sono sprigionati nel territorio tanto da riportare alla memoria il triste incendio di Pomezia nello stabilimento di accatastamento di rifiuti della Eco X, ad Ardea nessuno dei settori preposti alla salvaguardia della salute dei cittadini e dell’ambiente abbia provveduto a far valutare ufficialmente l’entità del danno ecologico e biologico ai danni della città e della cittadinanza. Intanto nei 706 ettari terra di nessuno dove tutto è permesso, malgrado le numerose indagini (almeno cosi sembra dalla vox populi) di diversi corpi di polizia giudiziaria, gli incendi continuano, i fumi sono ancora attivi  ed i cittadini si chiedono dove siano le telecamere promesse. Sono state installate? Se si, sono state visionate?

LUIGI CENTORE