di Antonella Bonaffini
Il professor Ciro Campanella, eccellenza mondiale di cardiochirurgia, consapevole del pericolo, ha fatto appena in tempo a lasciare Tirana, per rientrare nel nostro paese e ricongiungersi alla sua famiglia. Abbiamo deciso di sentire il suo di parere e lo abbiamo raggiunto per poterlo intervistare. L’ espressione della persona che ho di fronte, sebbene lo sguardo sia limpido, trasuda tutta la preoccupazione che un uomo di scienza, davanti ad un fenomeno come quello che stiamo vivendo, non potrebbe non avere. Sono pochi i casi che nel suo di ambito, Ciro Campanella non è stato capace di risolvere.
– Professore, come spiega una percentuale cosi alta dei contagi in Lombardia?
– Per spiegare un’ incidenza cosi alta in Lombardia bisogna attendere innanzitutto gli esami epidemiologici delle vie del contagio. Solitamente in aree con un’alta concentrazione di cittadini, impegnati in lavoro di fabbrica, di uffici, con la presenza di metropolitane, il contagio trova purtroppo un fertile terreno. Ma la mia è una considerazione da osservatore. Nessuno può al momento sapere perché si siano sviluppati focolai cosi intensi in alcune città, invece che in altre.
– Le misure restrittive che il governo ha adottato, crede riusciranno ad arginare il virus o bisogna fare dell’altro?
– Bisogna vivere in isolamento, è una parola bruttissima da dirsi, figuriamoci da rispettare ma oggi si rende purtroppo necessaria. Bisogna mantenere il nostro sistema immunitario in forma, facendo una dieta sana. Le misure adottate dal governo sono del tutto ragionevoli e seguono protocolli che, sebbene discutibili, sono riconosciuti a livello internazionale. Ovviamente sono anche opinabili, tanto è vero che l’Inghilterra ha deciso di seguire un iter diverso, dettato dalla tempistica del contagio in cui loro si trovano. In questo momento loro, sono dove eravamo noi quattro settimane fa.
– Professore, quale è il suo monito per il nostro Paese?
– Non si può dire cosa accadrà in un prossimo futuro ma si devono assolutamente rispettare le regole dettate dall’autorità e formulate in accordanza con protocolli approvati dalla OMS. Rimanere in casa, darà sicuramente ossigeno ai medici impegnati e margini maggiori alle terapie intensive, che in questo momento sono al collasso.
– Professore riusciremo ad affrontare l’emergenza sanitaria creatasi nel nostro Paese? Non crede che improvvisare ospedali possa rivelarsi pericoloso, e se la risposta fosse affermativa, come ne usciamo?
– In questo momento non potremmo fare diversamente. I contagiati sono troppi e le strutture sono sul punto di implodere. Corriamo il rischio non possano più accettare altri pazienti. Dobbiamo solo augurarci che il numero dei contagiati diminuisca, al momento non vedo altre soluzioni.
E noi, facendo tesoro di quanto il Professor Campanella ci ha appena riferito, invochiamo il rispetto di regole che dovranno diventare il nostro Vangelo, perché per chi non lo avesse ancora capito, questa è una guerra che porterà con se effetti catastrofici. Siamo in guerra e siamo disarmati! Rimanete in casa, riscoprite quei valori che da troppo tempo erano forse stati dimenticati, ricongiungetevi coi vostri cari, persino con voi stessi. E se vi riesce, trovate anche il tempo per pregare.