IL COVID, CON LE SUE ZONE, DISTRUGGE I RISTORANTI DEI CASTELLI ROMANI

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di Lorena Fantauzzi

L’economia castellana ed il suo indotto, che si reggeva per lo più sui ristoranti è finita! Sono finiti i tempi in cui i famosi ristoranti che si appoggiavano anche alle dependance estive o invernali dei più famosi ristoranti di Roma e sono finiti i tempi belli del miracolo economico della cucina castellana anche decantata da famose canzoni. Dagli stornelli rinomati in tutto il Mondo da Petrolini a Silvestri con l’orecchiabile refrain di Nannì Nannì  della “Gita a li Castelli” ai brani più impegnativi di “Arrivederci Roma” cantata da Renato Ranucci alias Renato Rascel, oggi invece registra il De Profundis della cucina castellana come titolato da un quotidiano romano che ha scritto “Ristoranti allo stremo”.

Più che allo stremo molti ristoranti, bettole, taverne ed tavole calde ma anche ristoranti  famosi addirittura chiusi. Comunque oggi lo screenshot della cucina è drammatica ma soprattutto per la chiusura pomeridiana e serale in cui si parla di “vero e proprio mortorio “. Oggi, sia perché gli esercenti non hanno saputo reinventarsi un vero e proprio ruolo e del Covid ne fanno un alibi e delle zone rosse, arancioni e o variopinte ma sicuramente penalizzanti in cui additano forti accuse ai governanti, battono la fiacca, se non addirittura  non riescono quando aprono a coprire le spese.

Da Genzano ad Albano passando per Marino, Grottaferrata e Frascati è tutto un pianto! Uccisi dal governo, i ristoratori sono allibiti e che non riescono a pianificare neppure il loro lavoro minimale, falcidiato anche da defezioni dei clienti oltre che da un Governo che non sa tutelare l’economia minimale.                                                                                      E questi esercenti, quando aprono, non riescono a sostenere le spese!