Scattano le norme di salvaguardia su 4 mila ettari del territorio nord di Aprilia. Divieto di impianti impattanti: potrebbe essere uno stop all’ipotesi di discarica
Intervista all’ex assessore all’urbanistica Roberto Boi che ha portato l’atto in Consiglio comunale a dicembre 2023
di Riccardo Toffoli
La Campagna Romana di Aprilia è stata recepita dal Ministero della Cultura, parte la procedura per il riconoscimento ufficiale. Ora 90 giorni di tempo per presentare le osservazioni. Intanto scattano le misure di salvaguardia. L’avviso pubblico è stato pubblicato sull’albo pretorio del Comune di Aprilia il 6 agosto. Estesa per 4mila ettari nel nord di Aprilia, dai 2200 proposti dal Comune di Aprilia, si pone in continuità con la perimetrazione già riconosciuta a ottobre 2017: il fosso di Campoleone e il fosso dell’Acqua Bona, nei Comuni di Pomezia e Ardea. Il Ministero sottolinea: “La rilevante qualità paesaggistica riconducibile ai tratti tipici del paesaggio agrario della Campagna Romana, con vaste zone caratterizzate dall’ampiezza degli scorci panoramici e che, nonostante i vari fenomeni sparsi di urbanizzazione e gli ambiti industriali che la circondano, l’intera area possiede un forte valore identitario con i suoi caratteri agricoli, unitamente a quelli di tipo geologico-idrografico e naturalistico costituiti dagli inconfondibili boschi di macchia mediterranea”. Abbiamo intervistato l’ex assessore all’urbanistica Roberto Boi che ha presentato l’atto per l’approvazione in Consiglio comunale a dicembre 2023. Un lavoro iniziato nel 2018 dall’ex assessore all’urbanistica Omar Ruberti e poi per un certo periodo congelato, successivamente ripreso dal gruppo politico Ama di Dania Zattoni e appunto Roberto Boi.
Intanto diciamo di cosa si tratta. – “Noi abbiamo approvato a dicembre 2023 una delibera di Consiglio comunale nella quale chiedevamo l’avvio del procedimento sia alla Regione che al Ministero per il riconoscimento di una vasta area di Aprilia come campagna romana. Il ministero ha recepito questa nostra esigenza, ha valutato le condizioni di fattibilità del progetto e anzi non solo l’ha recepito ma l’ha ampliato. Il nostro progetto era limitato a 2200 ettari, il Ministero l’ha portato a circa 4 mila ettari. In sostanza viene collegata alla campagna romana, già attualmente riconosciuta, di Adrea e Pomezia e si estende dal confine con Ardea fino a Villagio Verde di La Gogna”.
Quali sono le procedure che porteranno al riconoscimento ufficiale? – “Questo progetto del Ministero, come tutti gli atti pubblici, è soggetto alle osservazioni che privati o enti possono presentare. È importante sottolineare che, come in tutte le procedure urbanistiche, scattano ora le norme di salvaguardia con la pubblicazione. Il Ministero decide in merito alle possibili osservazioni presentate. Dopo di che procede con l’approvazione definitiva con decreto”.
Cosa comportano le norme di salvaguardia? – “Per quanto riguarda le edificazioni e l’esercizio di attività produttive ed altro esiste il piano regolatore del 1971 con la variante speciale di recupero dei nuclei spontanei del 2013. Fino al 6 agosto vigevano queste norme su questi 4mila ettari. Dopo questa pubblicazione, scattano le norme di salvaguardia che sono più restrittive ma non impeditive. Qualcuno ha messo in giro, infatti, delle notizie non vere. Non è un vincolo di inedificabilità assoluta, ma è un vincolo di tutela che presuppone un nulla osta preventivo per qualsiasi tipo di costruzione. Significa che i nuclei che rientrano nei quattro mila ettari e sono Tre Colli, Colle del Sole, Camilleri e Vallelata, possono tranquillamente continuare le costruzioni con l’obbligo del nulla osta preventivo del Ministero. Siccome Aprilia ha la subdelega, significa che in 45 giorni si può rilasciare questo nulla osta. Per chi sta nelle zone agricole, anche loro si potranno continuare costruire fabbricati rurali come stalle, magazzini, ricoveri per animali addirittura anche un certo tipo di ruralità industriale come oleifici, caseifici, molini ecc. Anche per loro però varrà la necessità di avere il nulla osta preventivo. Le norme di questo vincolo impongono necessariamente uno stop ad alcuni insediamenti impattanti che possono modificare il territorio, come cave, grossi sbancamenti, impianti di stoccaggio rifiuti e quant’altro”.
Quindi il terreno dove incide il progetto di discarica rientra nel vincolo della campagna romana? Cosa succederà? – “Scattano le norme di salvaguardia, il progetto diventa incompatibile con le norme di tutela del vincolo”.
Altri grandi impianti come i fotovoltaici? – “Ci sarà uno stop. In questi ultimi due anni in città sono arrivate molte richieste di impianti, tra l’altro molto impattanti e grandi. Nessuno è contro la produzione di energia da rinnovabili però, come per tutte le cose, ci vuole la giusta misura. Aprilia era diventata il contenitore di richieste di tutta una serie di impianti. Con questo vincolo questo tipo di impianti sono notevolmente ridimensionati”.
In un comunicato stampa avete espresso come gruppo politico Ama soddisfazione perché in un anno avete approvato questo progetto. Come siete riusciti? – “Siamo riusciti a farlo perché c’è una volontà e una passione per il territorio. Molti apriliani non sanno che cosa abbiamo in queste campagne apriliane. Questi 4 mila ettari hanno una natura incontaminata e bella da gustare. Questo territorio già nelle mappe antiche rientrava nell’agro romano, ben distinto dall’agro pontino. È proprio la morfologia del terreno che differenzia i due ambienti. Ha anche una storicità. Vorrei ringraziare la dottoressa Daniela Quadrino, l’architetto Daniele Carfagna e il soprintendente Alessandro Betori per la sensibilità che hanno mostrato. Insieme a loro e all’ex vicesindaco Vittorio Marchitti abbiamo fatto diversi sopralluoghi per le campagne e si sono innamorati del nostro territorio. Non va dimenticato chi ha avuto l’idea, quindi Omar Ruberti con il suo gruppo politico. Vorrei ringraziare tutti i consiglieri comunali e il mio gruppo Ama, con Dania Zattoni che hanno sostenuto il progetto”.
Dopo il riconoscimento ci sarà però molto da lavorare perché questo territorio non rimanga solo sulla carta ma sia valorizzato anche dal punto di vista turistico. – “Aprilia può avere uno sviluppo molto interessante. Ha dei siti archeologici importantissimi. La creazione di un museo può riportare a casa quello che è stato scavato. Ma molto sta anche sotto terra. Abbiamo anche il tesoro delle acque minerali e l’idea di un parco archeologico collegato che potrebbe veramente attrarre turismo sul nostro territorio”.
LA VIA APPIA E’ STATA ISCRITTA NELLA LISTA DEL PATRIMONIO MONDIALE DELL’UNESCO MA MANCA IL TRATTO DEL NORD DELLA PROVINCIA – Il sito “Via Appia. Regina viarum” è stato iscritto lo scorso 27 luglio nella Lista del Patrimonio Mondiale UNESCO, durante la 46a sessione del Comitato del Patrimonio Mondiale, in corso di svolgimento a New Delhi in India. Tracciata per esigenze militari dal censore Appio Claudio nel 321 a. C. per collegare Roma a Capua e successivamente estesa fino a Brindisi, l’Appia divenne subito strada di grande comunicazione commerciale e di primarie trasmissioni culturali, in quanto concepita fin dall’inizio come via publica, percorribile gratuitamente da tutti perché realizzata su terreni espropriati allo scopo dallo Stato romano. La strada fu ampliata nel corso del tempo, per questo il sito Patrimonio Mondiale comprende anche la variante al tracciato originale, fatta costruire da Traiano nel 109 d.C.“La via Appia costituisce la testimonianza eccezionale di una tradizione culturale o di una civiltà vivente o scomparsa in quanto modello per la viabilità dell’epoca, che contribuì alla diffusione della civiltà urbana e all’unificazione culturale di tutte le genti del mondo romano. –ha scritto l’Unesco- La via fu la prima delle grandi strade che attraversavano l’impero, costruita con tecniche ingegneristiche innovative, e costituisce un esempio straordinario di una tipologia edilizia, di un insieme architettonico o tecnologico capace di illustrare una fase significativa nella storia umana”. Manca però il tracciato che rientra nell’area nord della provincia. Sono attualmente 13 i Comuni pontini rientranti nel patrimonio Unesco ma mancano all’appello i Comuni di Cisterna di Latina, Latina, Norma, Sermoneta, Sezze, Pontinia e Terracina. Il presidente della provincia Gerardo Stefanelli ha immediatamente scritto al Ministro Sangiuliano e alla fine di agosto è arrivata la lettera di risposta. Il Servizio Unesco del MiC ha confermato la sua disponibilità a studiare con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, in concerto con tutte le Amministrazioni coinvolte, le modalità con le quali raggiungere, nel minor tempo possibile, l’iscrizione dell’intero tratto nella Lista del Patrimonio Unesco. A settembre dovrebbe tenersi già la prima riunione. Con l’iscrizione della via Appia, l’Italia raggiunge il numero di 60 siti iscritti nella prestigiosa Lista del Patrimonio Mondiale, della quale continua a detenere il primato.