Parroco e viceparroco: “Siamo per una chiesa aperta a tutti dove ognuno si deve sentire bene”
di Riccardo Toffoli
Si chiamano Cristobal Josè Galdeanu Fernandez e Luis Maria Perez Elustondo e sono i nuovi sacerdoti che guideranno la comunità pastorale della parrocchia dei Ss Pietro e Paolo di Aprilia. Li abbiamo conosciuti venerdì 30 settembre mentre erano all’opera per sistemare molte aree della parrocchia che erano state chiuse dopo il trasferimento dell’ex parroco don Lorenzo Fabi. Non presenteremo la loro foto e noi abbiamo rispettato la loro scelta e ne abbiamo anche condiviso l’intento: quello di non essere subito individuati come sacerdoti, un modo per stare più a contatto con le persone. E l’intento risiede tutto nella loro missione “verso una chiesa sinodale”, una parrocchia aperta a tutti e per tutti. Don Josè e don Luis provengono dalla fraternità sacerdotale argentina Ramon Panè. “Si tratta di una fraternità –ci spiega il parroco Don Josè- che ha spirito missionario. Noi andiamo a fare servizio sacerdotale nelle diocesi che hanno più bisogno. Si occupa di educazione e formazione dei laici”. È una fraternità religiosa relativamente recente, nasce nel 2001 e oggi raccoglie circa 60 religiosi. “Prestiamo servizio quasi tutti in America Latina –ci spiegano- e pochi sono quelli come noi che veniamo in Europa”. Hanno veramente girato il mondo. Oltre che in Argentina, hanno prestato servizio sacerdotale in Messico, in Honduras, in Spagna e in Italia. Conoscono e parlano perfettamente italiano. Don Josè ha conosciuto Don Luis durante il servizio sacerdotale a Genova. Don Luis all’epoca era diacono. Don Josè invece ha studiato a Roma nell’Università Pontificia Lateranense. Don Luis ha poi preso i voti a Roma nella parrocchia di Santa Maria della Speranza di cui è titolare il cardinale Oscar Rodriguez Maradiaga che è il presidente della fraternità. A Genova Don Luis e Don Josè sono stati sette anni, poi sono andati in Spagna a Madrid dove hanno prestato il loro servizio sacerdotale per circa otto anni. “Da Madrid siamo venuti ad Albano –ci dicono- conoscevamo Albano ma non conoscevamo Aprilia e non conosciamo ancora questa realtà”. Sono stati chiamati dall’attuale Vescovo di Albano Vincenzo Viva. “Il Vescovo conosce la nostra fraternità –ci spiega Don Josè- e abbiamo avuto un incontro con lui nel quale ha comunicato la necessità di un aiuto sulla diocesi. E ci siamo messi a disposizione”. La storia si ripete. Erano gli anni del boom economico, Aprilia usciva dalla guerra e stava subendo, grazie ai finanziamenti della Cassa del Mezzogiorno, uno sviluppo demografico ed economico esponenziale. Sul territorio mancavano sacerdoti. L’allora Vescovo di Albano Raffaele Macario chiese aiuto tra gli altri, al Vescovo di Vittorio Veneto Giuseppe Zaffonato che rispose positivamente. I sacerdoti dell’istituto San Raffaele hanno veramente fatto storia ad Aprilia, facendo tante attività e svolgendo ottimamente la loro missione pastorale. Ora tocca ai fratelli di Ramon Panè a portare una ventata di novità e di freschezza dovuta alla loro grande esperienza vissuta in giro per il mondo. “La città ci ha fatto una bellissima impressione –hanno detto- è una città giovane e, per questo, molto viva. Abbiamo trovato qui tante famiglie e tanti bambini, cosa che non avviene in altre parti d’Italia. La realtà che abbiamo vissuto a Genova ad esempio è stata molto diversa. Abbiamo trovato una comunità accogliente. In genere i romani sono accoglienti. La parrocchia inoltre è molto attiva e organizza numerose attività”. Sicuramente innovativo e fresco l’obiettivo della loro missione che per loro rimane la “chiesa sinodale”. “La nostra priorità qui –hanno le idee chiarissime in merito- è avviare un processo per la parrocchia che porti ad una Chiesa Sinodale. Non sarà semplice e neanche breve. È un cammino da seguire. Questo cammino si deve fare tutti insieme e, per questo, bisogna dialogare molto. La parrocchia sarà aperta a tutti perché tutti nella parrocchia devono sentirsi bene, come in una famiglia”. La comunità dei Ss Pietro e Paolo è sempre stata viva. Il grande parroco Don Angelo Zanardo che tanto bene fece alla città proveniva proprio dalla comunità sacerdotale di Casa San Raffaele. Poi il testimone passò a Don Secondo e quindi a Don Lorenzo Fabi, entrambi ricordati con molto affetto. Anche loro erano per una chiesa aperta, viva, piena di iniziative religiose ma anche sociali. Quindi Don Salvatore che ha retto la parrocchia in questi anni di pandemia. Ai nuovi sacerdoti va un grande in bocca al lupo da parte della Redazione de Il Giornale del Lazio.