Due anni fa, da quando è andato a fuoco un mega capannone dove erano stipati copertoni per auto, nella zona non si respira più e gli ortaggi sono immangiabili. L’incendio fece scalpore perché i fumi tossici e le polveri si sparsero per una vasta area circostante, tanto che per la zona fu dichiarato se pur momentaneo un disastro ambientale, per mesi e mesi le colture non si poterono raccogliere, e neppure dare agli animali, considerando che la zona è a vocazione agricola, i danni furono ingenti ed ancora in via di quantificazione. Gli abitanti delle case circostanti al deposito di pneumatici per tante notti dormirono con il puzzo ed odore acre dei fumi che avevano prodotto i pneumatici andati a fuoco, stipati in mega capannoni industriali. Questa mattina i cittadini della zona si sono rivolti ai giornalisti perché portassero di nuovo all’attenzione pubblica sia delle autorità di polizia che dei politici e della ASL, il disinteresse di una Amministrazione insensibile ai problemi dell’ambiente. Inutile fare l’elenco delle zone del comune di Ardea che sono al limite del disastro ambientale, o se non già in atto, di cui l’amministrazione non si cura e neppure certe istituzioni dello Stato. Da giorni in via di Valle Caia angolo via della Pescarella, che gli abitanti segnalano invano il surriscaldarsi del combusto che sprigionano poi dei fumi tossici ben visibili oltre l’odore acre nell’area. Questa mattina oltre ai giornalisti gli abitanti del posto hanno chiamato anche la Tenenza dei Carabinieri di Ardea competente per territorio per segnalare il fatto e far si che questi potessero redigere un verbale di sopralluogo ed inviarlo successivamente in Procura a Velletri ed alla ASL di Pomezia. Sul posto inviati dal Comandante reggente, è giunta una pattuglia della radiomobile della tenenza che con tanta professionalità ha ispezionato i luoghi, fotografandoli e fotografando anche i fumi che uscivano da sotto i mucchi del combusto ancora non trasferito in siti adeguati per il trattamento. L’area è ancora sottoposta a sequestro giudiziario per cui solo i militi possono accedere per un controllo. Gli stessi tutori dell’ordine hanno verbalizzati anche alcuni artigiani di altre categorie che all’interno dell’area ma non di quella parte dove sono i capannoni andati a fuoco e successivamente posti sotto sequestro stavano smobilitando le attrezzature per trasferirsi altrove considerando, come ci ha detto uno di loro che in quella zona non si può vivere non si respira e i fumi continuano ad uscire da sotto il combusto, fumi che sembrerebbero tossici ma che comunque rendono l’aria irrespirabili. Gli abitanti intervenuti tutti generalizzati sono propensi a ripetere tra qualche settimana la stessa protesta se non si è provveduto a spegnere definitivamente almeno i fumi tossici. Sul posto si è recato anche il geometra Simone Centore consigliere comunale ricandidato nella lista di centrodestra di “ARDEA AL CENTRO – CAMBIAMO CON TOTI”
L.C.