di Brunetto Frantauzzi (servizio esclusivo del giornalista più spiato d’Italia)
Padre Giovanni Ferrando, allora parroco di Lerma (Al), che Moana l’aveva conosciuta fin da piccola riferì: <<Bambina vivace, ammaliata dalla brama del denaro e dalla fama… in definitiva nel suo animo cercava altre cose…>>.
A chi chiese cosa, si trincerò dietro il segreto del confessionale. Cosa volesse dire veramente rimane un segreto, ma quella frase ingigantisce l’elenco dei dubbi ed infittisce il mistero. Tra i motivi fondamentali tesi a non credere alla morte della Pozzi ci fu quello dello scetticismo dell’opinione pubblica, l’incredulità della gente e la mancata rassegnazione dei suoi fans, oltre al fatto che non fu fornito alcuno straccio di prova sulla sua morte, senza il supporto di documenti, testimonianze certe e sicure. Brunetto Fantauzzi ha esercitato la cultura del dubbio per raccogliere una verità ed ha cercato di sfondare il muro di gomma della omertà, talvolta riuscendoci
Moana diventa un caso e gli effetti del libro di Brunetto Fantauzzi
Il caso oscuro della “scomparsa” di Moana Pozzi (non a caso tra virgolette, perché sul decesso sono invero parecchi 6raho i punti oscuri)divenne il vero e proprio evento editoriale degli anni di fine secolo. E nulla lasciava presagire che sia concluso, anzi, è destinato a fasti ancora maggiori, dato che nuovi aspetti ancora oggi inquietanti stanno per complessificare la rete dei segreti e degli intrecci che si agitano dietro l’allontanamento di Moana Pozzi prima dalle umide e lascive scene degli spettacoli hard e successivamente dal mondo intero. L’Autore delle prime due edizioni del volume “E…VIVA MOANA! GIALLO POLITICO”, ovvero il giornalista e scrittore Brunetto Fantauzzi, anche stavolta tira fuori dal cilindro dei segreti un’altra nuova serie di documenti e di fatti documentali di rilevanza assoluta.
Brunetto Fantauzzi, infatti, giorno dopo l’altro rendeva pubblico un nuovo documento sull’oscuro caso della “scomparsa” di Moana Pozzi. Si trattava di una denuncia presentata da Anna Rosa Moana Pozzi (cioé la famosa attrice Moana Pozzi che tutti conosciamo bene) presentata presso gli uffici della Polizia Giudiziaria di Mornese ( il 21 ottobre 1994 ovvero, ben trentacinque giorni dopo la morte dichiarata presso la Clinica “Hotel de Dieu” di Lione, comunicata poi con altri quattro mesi di ritardo a Roma, la città dove Moana Pozzi era residente. O di altro documento esclusivo;
Su questo punto Fantauzzi è fermo e particolarmente netto: “In questo modo, tutti coloro che avevano frettolosamente scritto che si trattava di “decesso” e non di “scomparsa”, tutti coloro che avevano affermato che si trattava solo di congetture, i parenti della Pozzi che hanno più e più volte ritrattato le proprie dichiarazioni e tutti gli operatori dei media che via via hanno cercato di appropriarsi degli esiti di un successo editoriale realizzato da altri, sono stati smentiti”.
Sbugiardati!
Chi sminuiva, affermando che le indagini erano già “chiuse” mentre il pm romano Attilio Pisani doveva ancora avviare le fasi di polizia giudiziaria è stato smentito. Lo stesso Brunetto Fantauzzi, autore del volume “E… VIVA MOANA! Giallo politico” era stato convocato presso la Procura della Repubblica di Roma dal pm inquirente Attilio Pisani solo per il due novembre 2005 ma chiedeva ulteriore tempo perché venuto in possesso di nuovi e più scottanti documenti che nessun altro giornalista è riuscito ad ottenere. Nella congerie di incongruenze nelle dichiarazioni dei componenti della famiglia di Moana rimane, al momento, l’incerta, confusa ed incompleta documentazione sul decesso, sulla cremazione e su tutte le fasi burocratiche e mediche che riguardano Moana Pozzi.
In quel momento, ed alla luce di tali documenti, si riteneva che il pm potesse finalmente svolgere il proprio compito di inquirente senza lasciarsi certo sviare da alcun programma televisivo o clamore mediatico, basandosi non su congetture ma su documenti e testimonianze dirette.
Ci sbagliavamo!.
La distruzione del corpo della Pozzi (cremazione) sarebbe avvenuta il 19 settembre 1994 a Lione. Nella città francese l’attrice si era recata nell’estate di quell’anno per curare in una clinica locale i problemi al fegato che l’avrebbero condotta alla morte il 15 settembre del 1994, all’età di 33 anni. Strano però che la certificazione medica della Clinica “Hotel de Dieu” di Lione, attestante il decesso datato 15 settembre, senza chiarirne le motivazioni mediche che hanno condotto alla morte, sia giunto a Roma – la città dove la Pozzi risiedeva- presso gli uffici competenti del Comune, solo 2 mesi dopo, oltre ogni soglia di lentezza burocratica. I medici che attestarono quel decesso oggi non sono più in quell’ospedale; a video presso i computer dell’ospedale di Lione – non risulta più niente e non si interrogano né quei medici che attestarono in modo così incompleto quel decesso né ci si interroga sul perché dopo soli 11 anni non vi sia traccia alcuna di una degenza, delle motivazioni di quel ricovero e che cosa condusse al decesso. In un documentario televisivo si sente dire che Moana Pozzi guardava verso un parco verde (come riferito da Simone Pozzi il quale però ha anche affermato più volte di non aver avuto in quel periodo contatti diretti con Moana Pozzi ma di averli avuti solo via telefono) ed in video si vede tutt’altro; persino Ilona Staller e Riccardo Schicchi sono stati cauti nel rilasciare le proprie dichiarazioni.
Bisogna chiarire che vi è stata una indagine della Magistratura italiana e si auspicava fosse ben difficile che un pm inquirente si accontentasse di quel che affermano persone che hanno sempre ritrattato le proprie affermazioni e che si accontentasse di sentirsi dire che quei medici francesi sono al lavoro in altri ospedali, che a video presso i terminali pc della Clinica “Hotel de Dieu” di Lione non risulta più niente e che un solo rigo di testo, peraltro incompleto, attesti ufficialmente la cremazione di chicchessia. L’autore del volume “E… VIVA MOANA!”, Brunetto Fantauzzi, ha solo mostrato quel che deve fare un giornalista, ovvero esercitare l’arte del dubbio e non essere assertivo a sproposito dato che, indagine ancora in corso in quel momento, con un intervento “pesante” come quello di un programma tv di prima serata, si potesse persino prefigurare il reato di inquinamento delle prove. Allo stesso tempo, Fantauzzi aveva già anticipato che nella terza edizione del suo volume (le prime due sono andate esaurite in breve tempo) ovvero quella attuale, avrebbe illustrato altri aspetti inquietanti sulla questione complessa della “scomparsa” di Moana Pozzi.
I servizi segreti, già. Alcuni hanno ritenuto che Brunetto Fantauzzi stesse esagerando. La terza edizione lo prova con una valanga di fatti e circostanze.
I vantaggi economici che ne traggono i giornalisti, già. E che dire, allora, dei ben più evidenti vantaggi che ne ha tratto finora e ne trae la famiglia da un patrimonio che non ha mai smesso di movimentarsi e di accumularsi?
I dubbi ci sono e sono legittimi, oltre che numerosi. Le prime due edizioni del volume di Fantauzzi hanno attirato l’interesse di tutta la stampa italiana, quotidiani, settimanali e mensili. Ma hanno attirato anche l’interesse della stampa straniera: i segreti e le conoscenze nel mondo del potere di una diva a luci rosse hanno fatto versare fiumi di inchiostro anche in Turchia, Bulgaria, Ungheria, Inghilterra, Francia, Spagna, Grecia, Australia fino a raggiungere le pagine del quotidiano statunitense “Times”, di “The Indipendent” ed i programmi tv di maggiore audience (il Tg di Fede, “Lucignolo” che ha conseguito, col libro di Fantauzzi, il suo maggior picco di ascolti la scorsa estate, nella sua ultima puntata, “Le Iene”, “La Vita in Diretta”, “Chi l’ha Visto?”, uno special del TG2). Ma l’elenco delle testate è lunghissimo ed appare in Appendice, in questa terza edizione del volume di Fantauzzi
Ma oggi appaiono alcune coincidenze strane.
Perché proprio allora appare sulle scene Beppe Grillo quando stava per sparire Bettino Craxi?
Moana Pozzi è scomparsa molto giovane