Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa del M5S di ARDEA che ribatte quanto sotto riportato dall’ex valente vice sindaco Ugo Bonaccorso  sulla questione dei terreni di uso civico dei 706 ettari delle Salzare

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Ugo Bonaccorso ex vice sindaco del M5S.
Ugo Bonaccorso ex vice sindaco del M5S.

Riceviamo e pubblichiamo un comunicato stampa del M5S di ARDEA che ribatte quanto sotto riportato dall’ex valente vice sindaco Ugo Bonaccorso  sulla questione dei terreni di uso civico dei 706 ettari delle Salzare, dove esistono attività industriali, artigianali, commerciali e civili abitazioni di vario titolo con gestori di diverse nazionalità italiani compresi che operano in manufatti senza alcuna “regolarità urbanistica, e di proprietà”. Il gruppo ardeatino del M5S di Ardea con novizia di particolari, confortato da atti giuridici, articoli di legge, smentisce quanto scritto dallo stesso sindaco tra l’altro non del settore ma confortato da un tecnico del M5S. (Cicero protomo sua). I tecnici del M5S, rimarcano che quanto    riportato a firma del sindaco Cremonini, non è nella normativa di legge e quindi non fattibile per legge, ma ha solo lo scopo di illudere i cittadini per ritornarci sopra durante le campagne elettorali, racimolando con false promesse irrealizzabili voti elettorali, tanto che chi perde le elezioni grida (erroneamente) allo “scambio” di voti.  (pensar male è peccato ma qualche volta ci si indovina, diceva il buon Andreotti, e se lo diceva lui…….). Non dimentichiamoci che c’è una grande inchiesta giudiziaria sulle “residenze facili” rilasciate dal comune di Ardea inchiesta capitanata della Guardia di Finanza sotto l’alto controllo della Procura della Repubblica di Velletri, dove hanno brillantemente collaborato un paio di agenti della polizia municipale del comando di ARDEA. Esiste un carteggio dell’inchiesta, non solo di oltre tredicimila pagine tra intercettazioni telefoniche, verbali dattiloscritti e foto che porteranno chi sa a quali sviluppi ma di certo ha già portato agli arresti una dipendente dell’ufficio anagrafe.  Illudere i cittadini delle Salzare potrebbe  diventare un problema di ordine pubblico specialmente perché si illudono gli occupanti che non hanno titolo su quei terreni dove hanno investito milioni di lire e successivamente di euro. Aree cedute dietro compenso da eredi degli assegnatari o in passato dagli stessi assegnatari agricoltori, terreni due ettari a monte e uno a valle (zona acquitrinosa di li il pomodoro PANTANO) avuti soltanto per lavorarlo dietro un compenso mensile monetario o in controvalore di granaglie. Del resto tante strutture edili che insistono sui 706 ettari sono passate di mano e senza alcun rogito notarile (e questa la dice lunga)  nessuna delle strutture ha la titolarità di esistere in quanto se pur qualcuno ha presentato richiesta di condono edilizio  non rilasciano il permesso a costruire in sanatoria, e ancor meno licenze commerciali ma restano aperte tutte con il silenzio assenso, strano no? Inoltre gli occupanti non pagano alcun canone per l’occupazione di quelle terre. Il M5S per dovere di cronaca riportiamo le loro teorie che si appoggiano ad articoli di legge, notando che è l’unico concetto legale che fin d’ora esprimono questi tecnici e  politici seguaci di Grillo che sotto riportiamo integralmente come ricopiato dalla pagina  Facebook, dell’ex vicesindaco Ugo Bonaccorso.

“La telenovela dei 706 ettari continua … regia a cura del Sindaco Cremonini
12 Set 2024
M5S Ardea

La lunga e tortuosa vicenda dei 706 ettari di Ardea si arricchisce di un nuovo capitolo.

Ad illustrarlo è il Sindaco Cremonini che dopo aver invocato l’intervento anche dell’esercito, ora vuole risolvere il problema sanando alcune attività commerciali presenti nell’area. Tra un dileggio e l’altro, definendo “chiacchiere da bar” e “frasi sconnesse” precise osservazioni fatte dai cittadini, il sindaco fa sfoggio della sua “preparazione”, citando l’articolo 31 della Legge 28 febbraio 1985, n. 47 (c.d. condono edilizio) : ” Possono, su loro richiesta, conseguire la concessione o la autorizzazione in sanatoria i proprietari di costruzioni e di altre opere (…) Alla richiesta di sanatoria ed agli adempimenti relativi possono altresì provvedere coloro che hanno titolo, ai sensi della legge 28 gennaio 1977, n. 10…”. Citando l’articolo 31 della legge 47/85 il sindaco (non sappiamo quanto per ignoranza o perché mal consigliato) lascia intendere che il “titolo” è aver richiesto la sanatoria nei termini previsti. E’ chiaro che il “titolo” è l’atto di proprietà del terreno o una concessione pubblica onerosa, ciò che legittima la costruzione di un immobile. Tanto che proprio la Legge 28 gennaio 1977, n. 10, all’articolo 4 recita ” Per gli immobili di proprietà dello Stato la concessione e’ data a coloro che siano muniti di titolo, rilasciato dai competenti organi dell’amministrazione, al godimento del bene”. Ma è l’articolo 32 della L.47/85 (che il sindaco si guarda bene dal citare) che al comma 5 dispone “Per le opere eseguite da terzi su aree di proprietà di enti pubblici territoriali, in assenza di un titolo che abiliti al godimento del suolo, il rilascio della concessione o dell’autorizzazione in sanatoria è subordinato anche alla disponibilità dell’ente proprietario a concedere onerosamente, alle condizioni previste dalle leggi statali o regionali vigenti, l’uso del suolo su cui insiste la costruzione. La disponibilità all’uso del suolo, anche se gravato di usi civici, viene espressa dallo Stato o dagli enti pubblici territoriali proprietari entro il termine di centottanta giorni dalla richiesta.”. Inoltre precisa che “La richiesta di disponibilità all’uso del suolo deve essere limitata alla superficie occupata dalle costruzioni oggetto della sanatoria e alle pertinenze strettamente necessarie, con un massimo di tre volte rispetto all’area coperta dal fabbricato.” Che “… il valore è stabilito dalla filiale dell’Agenzia del demanio competente per territorio per gli immobili oggetto di sanatoria (…) con riguardo al valore del terreno come risultava all’epoca della costruzione…” E per finire “L’atto di disponibilità, regolato con convenzione di cessione del diritto di superficie per una durata massima di anni sessanta, è stabilito dall’ente proprietario non oltre sei mesi dal versamento dell’importo come sopra determinato”.
Si comprende come il sindaco riesca a fare una cattiva informazione perché, nella migliore delle ipotesi, sta illudendo i proprietari delle attività, che pagando “quattro spicci” dell’uso civico, si possano definire i condoni inevasi.
Ma soprattutto dimentica (o fa finta di dimenticare) che i 706 ettari sono gravati da uso civico, quindi un bene collettivo : nessuna richiesta inoltrata al demanio e nessun euro pagato per il terreno dove ricadono le attività e le abitazioni.
Un’ultima considerazione : il sindaco dichiara che il comune è in ritardo, un chiedere scusa, quasi che la colpa del mancato rilascio delle concessioni in sanatoria sia da addebitare al comune e non a chi ha edificato abusivamente su terreno della collettività.
Il comune non è in ritardo : non poteva rilasciare le concessioni in sanatoria finché i richiedenti non avessero documentato la disponibilità del terreno stesso.  M5S Ardea