Roberta Ragusa: il countdown è vicino, sul marito la spada di Damocle

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di Antonella Bonaffini

 

Parte il conto alla rovescia per il processo che il 10 Luglio 2019 vedrà ancora Antonio Logli, sul banco degli imputati. Un processo, che da quella benedetta notte tra il 12 ed il 13 gennaio del 2012, scuote l’opinione pubblica. Antonio Logli, era stato condannato a 20 anni in primo grado. La pena, aveva trovato piena conferma anche nel secondo grado di giudizio. E l‘ Italia si era spaccata, perché Roberta, avrebbe potuto essere la madre o la moglie di tutti. Roberta stravede per i suoi due bambini ma da tempo, le cose con il marito Antonio non vanno. Lui, sembra essere distratto da qualcosa, o forse, semplicemente da qualcuno, Sara, la ragazza di cui Roberta si fida e che avvicina alla sua famiglia affidandole il suo bene più prezioso, i due figli. Quella notte, quella maledettissima notte, Roberta scopre che Sara è l’amante del marito. Stava scrivendo la lista della spesa Roberta. Qualcosa, deve averla sconvolta, perché la sua calligrafia appare improvvisamente alterata. Ma cosa accadde realmente quel 12 gennaio del 2012 ? Loris Gozi, ritenuto a tutti gli effetti per i giudici un teste fondamentale, abita vicino alla casa dove vive la famiglia Logli. Quest’ultimo avrebbe rivelato agli inquirenti che Antonio Logli, la mattina del 14 gennaio, si recò a casa sua con una foto della moglie per chiedergli se lui l’avesse vista. Fino a qui si potrebbe credere si sia trattato di un’ innocente domanda. Peccato che in realtà Gozi abbia sempre sostenuto che Logli si recò da lui perché lo aveva incrociato proprio mentre stava litigando animatamente per strada con la moglie Roberta, la sera tra il 13 e il 14 gennaio. Che fine ha fatto allora Roberta? Di recente, una strana lettera anonima invitava i giudici ad indagare sulla morte di un custode del cimitero di Pisa, il cui forno crematorio, in disuso da tempo, registrò un anomalo consumo, consumo che sarebbe stato certificato dall’emissione di una dettagliata bolletta. Il fatto che la famiglia Logli non dimostrò mai, fatta eccezione per il figlio allora minorenne, grande interesse nel ricercar Roberta, denota da sempre una sola convinzione. Roberta non sarebbe tornata. Ed infatti, Logli non ritenne opportuno interrompere la sua relazione con l’amante Sara, che addirittura, dopo qualche mese venne invitata a vivere nella casa famigliare. La convinzione dei giudici è quella che sia stato proprio Antonio Logli ad uccidere la moglie, per motivazioni riconducibili ad un aspetto economico, e poi ancora, a distruggerne il cadavere. False testimonianze avvistano Roberta in Costa Smeralda ma è la stessa madre di Logli, interrogata, a riferire sin da subito agli inquirenti che Roberta era una persona attenta, metodica ma soprattutto, innamorata di quei figli che non avrebbe mai lasciato, escludendo categoricamente l’ipotesi di un allontanamento di tipo volontario. Troppe le ricostruzioni minuziose consumatesi al di dentro di questa vicenda, e che ad oggi, portano sempre nella stessa direzione. E’ infatti improbabile che dopo sette anni, sette lunghi anni, Roberta Ragusa, la mamma dagli occhi nostalgici, possa fare ritorno nella sua casa. L’augurio che a questa sfortunata donna forse si potrebbe fare, è che la verità possa dignitosamente avvolgere la sua memoria e che la sua anima, possa finalmente trovar pace. Perché a parer di molti, il corpo, quello non sarà mai ritrovato poiché forse, ed utilizzo il termine forse, chi avrebbe potuto dire, ha prima taciuto, decidendo poi di portar con se la verità. Rimane da spiegare lo strano ritrovamento di un lingotto d’oro nella casa di un custode di un cimitero. noto in paese per i suoi problemi economici, ma siamo certi che in fase processuale tutto troverà una logica spiegazione. O almeno, questo è quello che ingenuamente, noi che nella giustizia crediamo, ci vogliamo disperatamente augurare.