“L’intuizione de Il Giornale del Lazio fu illuminante e, possiamo dire oggi, di successo”
Erano gli anni d’oro del socialismo in Italia: “Ad Aprilia si lottava contro l’abusivismo e per trovare aule scolastiche con una macchina amministrativa rimasta al piccolo borgo”
di Riccardo Toffoli
Il Giornale del Lazio compie 40 anni. Un anniversario importante per periodici locali che vivono dei soli contributi degli sponsor, della passione di chi scrive, di chi vi opera e di chi lo dirige. Che, soprattutto, non vivono di sovvenzioni pubbliche. C’è chi dice che il Giornale del Lazio sia un giornale “fazioso”. È vero. Penso di esprimere anche il pensiero del nostro direttore ed editore Bruno Jorillo: siamo di parte. Dall’esclusiva parte dei cittadini. Su quello non c’è alcun dubbio. Il Giornale del Lazio non solo non prende sovvenzioni pubbliche ma tratta tutti gli sponsor alla pari: tutti uguali, nessuno si può permettere di imporre niente agli altri e a nessuno. La forza del Giornale del Lazio è in questo: nella sua indipendenza e nella sua squadra, unita e compatta, alla pari. Tutti conoscono il direttore Bruno Jorillo e sappiamo tutti che, neanche nelle più grandi testate nazionali, gli editori vivono ormai solo con l’editoria pura. Jorillo però, ha avuto il coraggio non solo di continuare a scommettere nel giornale e nell’informazione locale, ma anche nel teatro che oggi dà una programmazione ricchissima alla città. E anche il teatro, si sa, per vivere ha bisogno della sua indipendenza. Con Jorillo abbiamo, quindi, voluto ripercorrere questi 40 anni di informazione locale attraverso il racconto dei sindaci che si sono succeduti alla guida della città in tutti questi anni. Alcuni non ci sono più: ricordiamo Pasquale Gallo, Luigi Meddi e Domenico D’Alessio. Con tutti loro il rapporto è stato rispettoso dei ruoli. Perché come Il Giornale del Lazio è sempre stato dalla parte dei cittadini, così anche i Sindaci dovrebbero esserlo. A differenza di un giornale, il Sindaco è eletto con i loro voti e il rispetto si deve sempre a quei voti, espressione del mandato dei cittadini. “Ehi sindaco? Attento. Non è questo che hai promesso ai cittadini. Non è questo che vogliono i cittadini” – è quello che fa un giornale quando, per tanti motivi, il “contratto” tra elettori e istituzioni viene meno ad esempio. E il “pungolo” dell’informazione locale serve anche ai Sindaci per rispolverare le promesse fatte in campagna elettorale, ma anche per ritrovare l’orecchio, se si è perso, alle istanze dei cittadini.
Quando è nato Il Giornale del Lazio correva l’anno 1984 ed era sindaco Modestino De Marinis. Nato a Monopoli il 30 luglio del 1933, oggi va per i 91 anni. Una persona che non dimostra affatto la sua età. Sempre elegante, con il suo garbo e la naturale disposizione ad ascoltarti che lo hanno contraddistinto sempre e gli hanno permesso una bella carriera politica in città. Oggi Modestino De Marinis è un sereno pensionato che continua a svolgere il proprio lavoro di pediatra. “Sono forse il pediatra più anziano ancora operativo della provincia di Latina e dell’ordine” – ci dice sorridendo con orgoglio. Quando parla del suo lavoro, ancora gli brillano gli occhi di passione. Ogni tanto fa lunghe passeggiate sul litorale. Lo dicono sempre i medici: lo iodio fa bene e camminare pure. Alle volte, con la scusa, va a trovare il suo caro amico Giuseppe Siragusa. Abbandonati i tempi di scontro, quando come Psi lo mise in minoranza per formare la giunta Meddi degli anni ’90 (da tanti chiamata “giunta macedonia” perché aveva di tutto e di più ma che è ricordata dagli apriliani con positività), Pino e Modestino sono ormai amici. E alla domanda: ma rimetteresti in minoranza la Dc togliendo a Siragusa la possibilità di diventare sindaco di una maggioranza Dc-Psi? Oggi De Marinis risponde: “Oggi dico di no. Ma all’epoca il Psi era molto vivo e ho sentito le pressioni del grande amico e compagno socialista Luigi Podestà”. Ma si sa, la gioventù ha il coraggio di fare cose impensabili e qualche follia, ogni tanto, fa bene. Anche solo per smuovere un po’.
Modestino De Marinis è nato a Monopoli, in provincia di Bari, da una famiglia di origine avellinese. Il padre era ufficiale dei Carabinieri costretto a spostarsi in base alle missioni dell’Arma a e così, lui dice scherzando, “ogni figlio è nato in posti diversi”. Modestino è unico fratello maschio di tre sorelle. Si laurea in medicina alla Federico II di Napoli nel 1958 e si specializza a Tornino in pediatria nel 1962. “Avevo amici in provincia di Latina. Mi dicevano che Aprilia era una città in forte espansione economica e demografica –ci racconta- non c’era ancora stato il boom economico ma vi erano tutte le premesse. E così conobbi il dottor Giovanni Sirri che nel ’60 aveva aperto la prima casa di cura ad Aprilia. Era in via dei Garofani. È stato un incontro molto positivo perché lui aveva bisogno di collaboratori. Ho lavorato lì in clinica fino all’inaugurazione della nuova sede di via delle Palme”. Correva l’anno 1964 quando la clinica si trasferì di fatto dove è oggi. Modestino De Marinis aprì subito lo studio pediatrico ad Aprilia che è ancora operativo. “Che ricordi di quegli anni! – ci dice- Aprilia era una piccola cittadina. Aveva circa 15mila abitanti. C’erano piccole costruzioni nel centro, nessun palazzo. Il Comune concedeva ancora i lotti per costruirci le case. Con pochi soldi le famiglie realizzavano la loro casa ed erano tutte casette ad un piano. La città era silenziosa durante tutta la mattinata. A mezzogiorno poi uscivano le donne della Simmenthal e la città si riempiva di biciclette. Era uno spettacolo bellissimo che ricordo ancora vivo nella mente. Facevano una sorta di corteo e mettevano allegria per tutto il centro”. Quando De Marinis ha aperto lo studio, ha iniziato anche con la convenzione Inam. “All’epoca l’Inam –ci racconta- permetteva ai pediatri di prendere iscrizioni di bambini da zero a sei anni. In pochi mesi avevo 750 bambini iscritti da me. Era difficile fornire assistenza adeguata e non avevo il tempo di approfondire la visita. E così decisi di optare per lo studio privato”. De Marinis si è sposato nel 1965 con Bruna, all’epoca dipendente dei Monti dei Paschi di Siena. Un matrimonio celebrato ad Assisi e che è stato molto felice. Dall’unione, sono nati Riccardo e Laura.
Per Modestino De Marinis la carriera politica inizia con il suo arrivo ad Aprilia negli anni ’60. “Ho aderito al Partito Socialista Italiano quando il Psi e il Psdi avevano avviato l’unificazione” –ci dice De Marinis. Era il 1966. “In quel periodo – ci continua- programmavo in base agli impegni. E allora, avevo completato gli studi, avevo trovato il posto di lavoro e così mi sentii libero di manifestare questo mio interesse nella politica e nel sociale. Era l’epoca in cui i partiti avevano le idee e i valori. Oggi l’impostazione politica è completamente diversa. Ricordo di Orlando Di Nicola, con il quale ero in sintonia, di Origlia che era un vero e proprio procacciatore di voti e di Luigi Podestà, Gigi il socialista”. La prima candidatura a consiglio comunale risale al 1970. Nella giunta Vescovi, De Marinis assunse l’incarico di assessore alle finanze. Da allora, venne sempre eletto e ricoprì più volte incarichi in giunta. “in quegli anni un sindaco faceva due campagne –racconta De Marinis- una fuori dal Consiglio per essere eletto. Una volta eletto, doveva fare una seconda campagna dentro il Consiglio per convincere il partito e gli altri consiglieri comunali a votarti. Il sindaco, infatti, non era eletto direttamente dai cittadini come ora, ma veniva eletto dal consiglio comunale. In quel periodo Vescovi aveva avuto qualche problema di salute, e così ci si accordò sul mio nome”. Modestino De Marinis fu sindaco di Aprilia dal 1983 al 1985. “La città viveva una fase di incremento demografico consistente – ci ricorda- Con il censimento del 1981, Aprilia aveva raggiunto i 30 mila abitanti dai 15 mila che risultavano residenti quando sono venuto qui. Molti cittadini costruivano le loro case nelle periferie, molti lo facevano abusivamente. L’abusivismo edilizio era incontenibile e aumentava con l’incremento demografico. La macchina amministrativa era inadeguata. C’era poco personale e le risorse economiche erano scarse. Possiamo dire che di fronte ad un’Aprilia che si stava trasformando in città, c’era una macchina amministrativa del vecchio borgo. Non c’erano neanche i mezzi. Basti pensare che noi avevamo un fontaniere e un elettricista ancora. Così quando sono diventato Sindaco, ho sfruttato il mio buon rapporto con Bettino Craxi. Ottenni una deroga per l’assunzione di 25 nuovi dipendenti comunali. Erano gli anni del Partito Socialista in Italia. Voi immaginate che noi avevamo tutta la filiera, come si dice oggi. C’era Pertini alla presidenza della Repubblica, Craxi alla Presidenza del Consiglio, Landi alla presidenza della Regione Lazio e Ialongo alla presidenza della provincia. Io ad Aprilia. Altro problema importante erano le scuole. Non avevamo edifici comunali per ospitare i plessi scolastici e di volta in volta affittavamo appartamenti che venivano adattati ad aule scolastiche. Questo non era più sostenibile. Non c’era un istituto superiore. Insomma l’amministrazione comunale di quegli anni era tutta rivolta a frenare il fenomeno dell’abusivismo edilizio e a ricercare spazi per le scuole. È mancata la programmazione, questo senza dubbio”. De Marinis ha continuato la sua carriera politica fino al 1990, quando si dimise con la fine del Psi, travolto da Tangentopoli. È stato poi fondatore di Aprilia Domani, la prima lista civica di Aprilia ma, il suo, è stato un appoggio esterno. La vera anima di Aprilia Domani è poi stata Bruno Di Marcantonio. “In quel periodo c’era la necessità di uscire dal clima di Tangentopoli – ci spiega De Marinis- e di stare vicino ai cittadini per fare qualcosa per la città. E’ stata un po’ questa l’esperienza di Aprilia Domani e l’intuizione di Bruno Di Marcantonio è stata sicuramente lungimirante”.
“Il Giornale del Lazio? L’ho visto nascere” – ricorda De Marinis. “Con Ben, il fratello di Bruno, c’era una frequentazione di conoscenza, anche all’interno del partito – continua- Nadia era stata anche eletta in consiglio comunale nel gruppo socialista. Vede il Partito Socialista ha dato ad Aprilia una grande stagione di sindaci che hanno governato fino ad oggi. Parlo di Raffaelli, Meddi, D’Alessio e Terra. Ben in quel periodo aveva la radio che era un punto di riferimento importantissimo non solo per Aprilia ma per tutto il territorio. Il Giornale del Lazio quindi nasce da persone attente ed esperte nel settore della comunicazione. In questi 40 anni di vita, che non sono pochi, ha dimostrato di essere coerente e per questo è durato nel tempo. Io non ho assolutamente un ricordo negativo. Ognuno svolgeva il ruolo per il quale era stato chiamato, con profondo rispetto reciproco. Per l’epoca, il Giornale del Lazio fu un’innovazione importante nell’editoria. Non c’erano periodici di informazione locale. C’erano le pagine locali de Il Messaggero e Il Tempo e si finiva lì. Fu una sfida che, ad oggi, dopo 40 anni si può dire sia stata di successo”.