Una terra dei cachi ?

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di Antonella Bonaffini

Che il Governo Conte alla fine non avrebbe trovato i numeri per rimanere in parlamento non era poi così prevedibile. Per giorni si era discusso di quei ” responsabili” che mossi da spirito di maturità avrebbero dovuto inghiottire, prima ancora che il loro simbolo le loro stesse ideologie, pur di rimaner al comando. Eppure alla fine, quei numeri non erano usciti lo stesso, portando il presidente Mattarella ad arrendersi ed a nominare la figura di Mario Draghi, uomo che sicuramente restituirà credibilità al nostro paese, dinanzi ad un Europa che di spettacoli ne ha visti parecchi e che adesso, fiduciosa, guarda alla figura rasserenante del nuovo Presidente del Consiglio. Un Governo che metterà insieme forze politiche opposte, che ha visto Beppe Grillo precipitarsi a Roma per placare i dissidi interni al Movimento e che vede Giorgia Meloni non votare la fiducia al governo, al contrario di Berlusconi e Salvini che decidono invece di andare avanti. E riaffiora il toto ministri, in un clima che stranamente profuma di fiducia. Perché è questa che alla gente mancava, la possibilità di potersi semplicemente fidare, incastrata da tempo in un clima di profonda confusione reso ancor più pesante dalle misure adottate per contenere il virus. Italia si, Italia no, eppure, forse, questa volta ci siamo e qualcosa ci fa ben sperare che una figura del calibro di Mario Draghi ce la possa davvero fare. Il compito che lo attende è arduo ma tutto fa ben pensare che, sfiorato il pericolo, si cerchi davvero di remare tutti in una sola direzione. Perché benché se ne dica, la nostra è una Nazione che merita, perché lo meritano le imprese, perché lo meritano gli Italiani e la loro stessa dignità. Italia si, sempre e comunque…e che Draghi ci assista.