IL TAR DEL LAZIO SENTENZIA DIFETTO DI GIURISDIZIONE E RIMANDA TUTTO AL GIUDICE ORDINARIO. LA VICENDA COLLEGATA AD UN PROVVEDIMENTO DI CHISURA DELL’AGOSTO 2020 EMESSO DAL COMUNE.
ZOOMARINE PRONTO A CHIEDERE IL RISARCIMENTO DEI DANNI
In riferimento ad alcune notizie comparse in data odierna sugli organi di informazione e relative ad un pronunciamento del Tar Lazio in merito alla definitiva archiviazione del ricorso avanzato da Zoomarine ad impugnativa dell’ordinanza dell’Amministrazione comunale di Pomezia di chiusura del Parco per 5 giorni nell’agosto 2020 per mancato rispetto delle norme anti Covid, gli avvocati di Zoomarine precisano quanto segue:
“Il Comune di Pomezia, oltre a emettere ordinanze palesemente illegittime, ora sbaglia anche a leggere le sentenze. Il Tar del Lazio – con sentenza numero 3701/2021 – ha infatti dichiarato solo il proprio difetto di giurisdizione, alla luce della recentissima sentenza della Cassazione a sezioni unite n. 19664 del 21 settembre 2020 che stabilisce come, per questo tipo di questioni, sia competente solo il giudice ordinario.
Vale la pena ricordare come proprio nell’ordinanza di chiusura emessa dal Comune di Pomezia e notificata a Zoomarine vi fosse scritto espressamente che il ricorso doveva essere fatto avanti al TAR del Lazio.
Pertanto Zoomarine, al fine di non correre rischi inutili, ha dovuto impugnare detto provvedimento con un doppio procedimento, di cui uno avanti al Tribunale Amministrativo del Lazio.
Si evidenzia come l’ordinanza di chiusura emessa dal Comune di Pomezia è stata già sospesa dal TAR per ben due volte, sia in via d’urgenza con decreto presidenziale sia, in sede di conferma, con provvedimento cautelare collegiale.
Alla luce di quanto sopra, quindi, il TAR non ha assolutamente confermato la legittimità dell’ordinanza di chiusura ma si è semplicemente limitato a dire che sulla questione deve decidere il giudice ordinario.
In sostanza quanto affermato dal Comune di Pomezia e dal sindaco sono dichiarazioni palesemente errate e nuovamente atte solo a gettare discredito su una attività che porta lavoro e soldi al Comune e alla popolazione locale.
Zoomarine non può che riservarsi di valutare anche questi ennesimi comportamenti per chiedere tutti i danni subiti da questa continua campagna diffamatoria”.